La recensione di oggi parla proprio di:
Squadre e Tribù...
Squadre piccole o immense
È di un altro italiano, stavolta padovano, la seconda squadra in campo. Matteo Righetto ha sempre avuto il debole per la capacità del western di essere amorale e bestiale e allo stesso tempo ironico e a volte comico. Così ha scritto Bacchiglione Blues, dove c’è da liberare una donna da tre delinquenti, e a farlo non è altro che un team di banditi, seguendo una scrittura veloce che mischia thriller, western, pulp e noir. In un Nord Est asprissimo.
Non è di un italiano, ma di un bulgaro, la terza squadra messa in ballo: Georgi Gospodinov. In Fisica della malinconia un giovane è colpito da “empatia patologica”, ovvero riesce a sentire, veramente, le sensazioni degli altri, che si tratti di un insetto, suo padre o sua madre mentre lo sta partorendo. Che succede? Succede che alla fine, attraverso di lui, lo sentiamo pure noi tutto quello che sentono gli altri. E si arriva al punto che diventiamo un po’ un tutt’uno tutti quanti. Una grossa, una squadra immensa.
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Robe da tribù
Nei Pensieri selvaggi a Buenos Aires di Arbasino, le tribù invischiate sono quelle dell’Amazzonia di cui scrisse Lévi-Strauss in un famoso saggio. È stato questo il punto di partenza del suo viaggio in Sud America nel 2008, di cui questo libro è il diario. Se circa settant’anni prima cozzavano popolazioni indigene e ricconi metropolitani ostentatori, nell’America Latina di Arbasino troviamo decadenza generale, riti mondani, riferimenti culturali, un dialogo con Borges, e la garanzia dell’occhio arguto dell’autore.