Una cosa mi ha sempre affascinata: la macchina da scrivere.
Ora tengo in Libreria quella che usava mio nonno paterno, una Voss del 1948, che ora è diventata più oggetto d'arredamento..E anche per far divertire i bambini: per spiegare loro che questo ANTICO UTENSILE altro non è che la 'nonna' del più attuale computer..
.. Perché vi scrivo questo? Perché è uscito un modello particolare di macchina da scrivere, una con cui non si scrive su carta ma su display, su display a inchiostro elettronico.
Questa macchina da scrivere si chiama Hemingwrite, e mi ha fatto venire in mente di rivedere un pò con quali mezzi e supporti abbiamo scritto e scriviamo.
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Con quel che c’è
Prima ci siamo arrangiati con quello che avevamo pronto. L’abbiamo fatto sui muri, sui sassi, sull’interno dei tronchi degli alberi.
Su un albero, un susino, è dove va l’adolescente Pierre Anthon perché
“Non c’e niente che abbia senso, è tanto tempo che lo so”. Che fanno i
suoi compagni di scuola allora? Iniziano a imbastire una collezione che
testimoni che per loro, invece, un senso diverse cose ce l’hanno.
Peccato che il gioco sfugga loro di mano, e 'Niente' di Janne Teller diventi così il romanzo per cui diverse voci si sono alzate scandalizzate.Abbiamo scritto su tabulae, di cera, ad esempio. La cera che, se si sbagliava, poteva esser raschiata via, riposata, e la tavoletta era come nuova (quella tabula rasa che ancora oggi usiamo, ma solo come espressione). La cera di tanti tipi, come quella d’api. Le api che io particolarmente temo e che Mandeville scelse per la sua favola-metafora che ancora oggi ispira tanti, come Koening, che anche da lì è partito per 'Il fascino discreto della corruzione'.
In Oriente usavano il bambù. Adriana Lisboa, che orientale non è, ma brasiliana, però in Oriente c’è stata, in Giappone, e ne ha appreso certe fiabe e favole popolari, e trovandole troppo belle e abbondanti di significato , le ha scritte, con la bravura narrativa di cui ormai s’è resa forte. 'Racconti popolari giapponesi '..
Cosa ci siamo inventati
Con Andrea Kerbaker non ci limitiamo a un supporto, li vediamo tutti, in 'Breve storia del libro (a modo mio)',
attraverso una narrazione che va per aneddoti poco noti e particolarità
di libri e personaggi librari. Ci sono le Bibbie che istigavano
all’adulterio, c’è la prima richiesta di recensione in assoluto, ci sono
gli amanuensi e c’è Gutenberg con la sua stampa, che fece tuonare
qualcuno perché la scrittura
“è pura se con la penna, meretrice invece
se a stampa”
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