'Il castello di Otranto '
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Il romanzo è presentato come un autentico manoscritto medievale in cui sembra essere narrato il resoconto di una storia vera.
La storia è quella di Manfredo, principe d’Otantro, marito di Ippolita, padre della bellissima Matilda e del malaticcio Corrado. Proprio nel giorno delle sue nozze con la figlia del marchese di Vicenza, Isabella, Corrado viene trovato a pezzi, quasi sepolto da un enorme elmo. Manfredo, allora, trama di ripudiare la moglie e di sostituirsi al figlio nel matrimonio con Isabella, la quale, venuta a conoscenza dell’orribile piano, fugge in un convento attraverso un passaggio sotterraneo, aiutata da un misterioso contadino di cui si scopriranno le vere origini
Gli ingredienti della gothic tale ci sono tutti: castelli gotici, sotterranei labirintici, corridoi e passaggi segreti, apparizioni di spettri, profezie, omicidi , che si collocano in un’epoca lontana e ricca di superstizioni, quale era il periodo in cui si svolge l’azione. Sono queste premesse che fanno sì che il lettore moderno accetti tutto un repertorio di prodigi, espressione del sovrannaturale – “un’aurea di miracolo” -, che altrimenti non potrebbe suscitare tanto interesse.
'Carmilla'
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Carmilla è un racconto del 1872 di Joseph Sheridan Le Fanu, avvocato e scrittore irlandese, ricordato soprattutto per le sue storie di fantasmi e di paranormale.
La protagonista omonima è il vampiro femminile più conosciuto. La sua figura, ricca di fascino e sensualità, ha anticipato la figura del 'Dracula' di Bram Stoker.
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I sogni passano attraverso i muri di pietra, illuminano le stanze più
buie e gettano le tenebre in quelle illuminate, e i loro personaggi
entrano ed escono ovunque a loro piacimento, ridendosela di tutti i
lucchetti », leggiamo quasi a metà di questo splendido racconto, una
delle ghost stories
più belle che siano mai state scritte. Figlia diretta di quel Lord
Ruthwen che per buona parte dell'Ottocento è stato sinonimo di vampiro -
come oggi Dracula - Carmilla è l'algida e inquietante donna-vampiro partorita dalla fantasia dell'irlandese Joseph Sheridan Le Fanu.
Scritto
interamente intorno alle apparenti antinomie realtà - sogno, fascino -
orrore, il racconto consegna un personaggio seducente, sottilmente
erotico, equivoco e allarmante già nel nome Carmilla - che è anche
Mircalla e ancora Millarca - quasi un diabolico labirinto di specchi che
riflette sempre la stessa immagine, ogni volta da prospettive
differenti ma tali da restituirci una visione a tutto tondo, splendida e
inquietante. Con un aspetto da cammeo antico, appena velato da un
leggero languore, fa la sua comparsa in un castello della Stiria, lei
creatura lunare, divinità femminile e liberatrice che sceglie la notte e
i sogni per le sue azioni alla stessa maniera di Diana, di Ecate, di
Persefone, di Iside. Attraente e sinistra, e per questo a tratti
repulsiva ma ugualmente desiderabile, Carmilla sembra avvolgere le sue
vittime in una magia ovattata e languida, lei seduttrice bellissima e
regale ma nello stesso tempo quasi docile e fragile, così gentile ed
oppressa, ella stessa, da quel segreto tormentoso che non può che
accompagnarla. Ardente e passionale, Carmilla sembra emanare una grazia
densa e palpabile dal suo fragile corpo e mietere torpori inquieti,
dolcezze malate, malate quanto lei.
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