Primo Evento di Maggio,
MESE DEDICATO AI BAMBINI IN LIBRERIA...
**Domenica 5 Maggio 2013, ore 16.00 presso Piccola Libreria Andersen **
saranno presenti l'autrice
Lorenza Farina
e l'illustratrice
Marina Marcolin
Viola non è rossa
Viola è una bambina timida e impacciata. Nonostante il nome che porta, il suo colore è il rosso che più rosso non si può. Viola arrossisce per un nonnulla:
quando gli altri la guardano, quando in classe l’insegnante la interroga, quando i compagni la deridono perché è maldestra. Ma un giorno fa amicizia con Nerina, una bambina timida come lei e allora diventa un po’ più sicura di sé,perché due bambine timide sono meglio di una.
***
Un
tema apparentemente lontano dalla nostra contemporaneità, un albo
dall’aspetto stratificato e cangiante come l’anima infantile:
“timidezza” come fossile alieno di un mondo altro, dove i bambini non
sono OGM da crescere a velocità massima e dove è ancora dato loro di
vivere incertezze, inibizioni e paure.
Viola non è rossa, il
picturebook da poco ri-edito da Kite, testa (testo) di Lorenza Farina e
corpo (illustrazioni) di Marina Marcolin è un omaggio esplicito “ai
piccoli e ai grandi timidi” e a quegli stati d’animo che tante, tanti di
noi hanno probabilmente conosciuto e superato (o rimosso), ma che è
certamente salutare ricordare insieme a lettori e lettrici più piccoli.
Tutto questo in una storia semplice, narrazione lineare in cui lo spunto
della timidezza è tramite per agganciare la trama pulsante e spesso
insostenibile delle emozioni che è possibile provare a sei anni. È
questa, infatti, l’età di Viola, soggettività implume che cerca vie
d’accesso a se stessa e al mondo. Un io che si definisce per attrito.
Far uscire il suono del proprio nome davanti alla classe, alzare la mano
per rispondere a una domanda dell’insegnante, tornare al banco senza
inciampare negli zaini dei compagni: sono tutte imprese smisurate per
Viola, impossibili da affrontare senza che il rosso si impossessi
impietosamente delle sue guance e senza che qualcosa di lei “la
tradisca”. Ecco i delicati scenari emotivi che il testo sa ben
condensare, grazie anche a una sapiente teoria di similitudini
straordinariamente potenziate dalle creazioni visionarie di Marina
Marcolin. E dove l’associazione tra l’essere timidi e l’arrossire su cui
gioca il titolo non è certo nuova, Farina sa però cogliere, con una
intuizione basica, ciò che Montague avrebbe definito lo straordinario
mistero della pelle e il suo linguaggio. Se infine ci chiediamo il
perché della timidezza di Viola, infinite potrebbero essere le risposte,
specialistiche e non. Come recitava un frammento della notissima poesia
di Dorothy Law Nolte, “se i bambini vivono con il ridicolo imparano a
essere timidi”. Qui il testo allude solo brevemente a una mamma che,
“come al solito” non ha tempo (non sarà il caso di aiutarci un po’ a
ritrovarlo visto che tutto, specialmente in Italia, congiura contro di
noi?), nonché ai compagni, splendidi schizzi a matita sospesi tra realtà
e percezione interiore, non sempre attenti a chi non appare uguale.
Soltanto l’arrivo di Nerina, una nuova compagna che viene da un paese
lontano e che, per continuare il gioco pelle-nome, invece di arrossire
impallidisce, porterà a Viola il senso di una affinità e di una
solidarietà condivisa. Insieme, Viola e Nerina, piccole camaleontiche
Zelig, a mo’ del bellissimo animale che emerge dal raffinato croquelet
di copertina, potranno sperimentare l’enorme ricchezza di questa
innominabile malattia chiamata un tempo “timidezza”. Quella paura di
essere visti, che è anche capacità di osservare, quella solitudine
“nell’allegro frastuono” della classe, che è anche sapere stare dentro
di sé prima di uscire fuori..
Una delicata storia, finalista al IX Concorso Nazionale di Narrativa per Ragazzi
“Gianni Cordone” di Vigevano. Scritta con le poetiche parole di Lorenza Farina
e accompagnata dalle raffinate e intense immagini di Marina Marcolin, premiata
come “Miglior illustratrice straniera” dal Ministero della Cultura Greco.
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