In 'Addio alle armi' Ernest Hemingway ha scritto: “So che la notte non è come il giorno: che tutte le cose sono diverse, che le cose della notte non si possono spiegare nel giorno perché allora non esistono”. Questa frase me la lesse una volta un amico, e ci ho ripensato qualche mattina fa. Perché? Perché la notte precedente ero stata presa da una libertà di considerazioni, le avevo scritte nero su bianco, ne ero convinta e per niente turbata da quella che mi sembrava semplicemente semplicità, e m’ero addormentata calmata. Peccato che la mattina seguente, aperti gli occhi, la prima cosa che ho fatto è stata sentirmi ridicola, per quello che avevo considerato e scritto.
M’è capitato spesso che la notte m’abbia portato a essere più onesta o coraggiosa nel cedere a idee o sensazioni, per poi pentirmene il giorno dopo, in piena luce. Non so se vi è mai successo.
“Le cose della notte non si possono spiegare nel giorno perché allora non esistono”:
in certi libri è esattamente così.
Solo buio
Notte fantastica di Stefan Zweig ha in sé quattro racconti, e pone la notte a ambientazione dominante.
È notte quando a un uomo s’impone la coscienza e accade qualcosa
d’inaspettato, è notte quando una sonnambula e un adulto s’incontrano e
si amano ma la mattina dopo è come se niente fosse successo. È notte
anche quando un marito s’abbandona a scongiurare una prostituta, perché
quella prostituta è sua moglie.C’è un posto Dove è sempre notte: la Dublino di John Banville. Il buio qui è veramente un punto fermo della storia. Tra traffici e sparizioni, s’accostano due Dublino diverse: quella emarginata dei bassifondi e quella bene della buona borghesia. Ed è in questa che si covano le trame ben più nocive dei vizi che emergono col buio nelle strade dei poveri.
Nel Castello nella foresta si ha un esempio di una frequente associazione: quella della notte al Male. Qui c’è un Male realmente esistito, ha nome e cognome: Adolf Hitler. È in una notte incestuosa di fine ‘800 che viene concepito l’uomo che è diventato per molti emblema della malvagità umana. È un romanzo torbido e seriamente documentato questo di Mailer, che niente ha inventato dei fatti storici che ha scritto.
NotteVSGiorno
Ora due libri in cui si manifesta chiaramente la discrepanza tra eventi della notte e eventi del giorno. Jonathan Ames è uno scrittore americano noto per Sveglia, Sir!. Veloce come la notte è stato il suo primo romanzo, in gran parte autobiografico. Di giorno abbiamo il portiere di un lussuoso ristorante newyorchese, di notte abbiamo un uomo che s’immerge in strada, osserva e sperimenta “i bassifondi del mondo erotico di New York”.
Infine il buio totale: a quello della notte s’aggiunge il blackout elettrico deciso dalla polizia per fermare il cecchino alla finestra che come un pazzo ha preso a sparare sulla gente. Ma questo è solo un pretesto in Senza luce. È il pretesto per seguire quattro storie parallele, dove il trovarsi in un buio assoluto permette lo scatenarsi di pensieri, azioni e parole sempre tenute sotto lo stretto controllo delle convenzioni che in piena luce si mantengono.
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