A San Francisco nel 1961 un uomo salì sul palco del Jazz Workshop e venne arrestato per oscenità. S’era macchiato di atti vergognosi, s’era calato le braghe o aveva fatto gesti impropri? No, aveva detto una parola.
Una parola di dieci lettere, che secondo il poliziotto che l’arrestò
era illegale dire in luogo pubblico. Ciò che indicava si poteva farlo
nella propria camera da letto, ma dirlo, no, dirlo non si poteva proprio. Quell’uomo era Lenny Bruce, uno dei più grandi comedian che gli Stati Uniti abbiano visto. Un autore satirico di monologhi sulle ipocrisie di cui c’ammantiamo continuamente. Usare parole proibite in pubblico era un modo per smascherarlo, quel pubblico.
Per dire: guardate che vi dite sconvolti per cose che c’appartengono
umanamente e che umanamente facciamo.
“L’oscenità è una manifestazione
umana”.
Pensateci un attimo e ditemi se i tabù che vi controllano non
sono ridicoli.
Andiamo con 5 libri 'censurati per', 'tacciati di' o 'interessati all’oscenità'.
Andiamo con 5 libri 'censurati per', 'tacciati di' o 'interessati all’oscenità'.
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Oscenità taciute
Qualche anno prima che Lenny Bruce venisse accompagnato a scendere dal palco, una casalinga americana scrisse Peyton Place. Apriti cielo: per lo humour e l’assenza di reticenza
con cui mise nero su bianco gli intrecci amorosi e non solo delle
famiglie per bene e felici che i suoi concittadini si sforzavano di
impersonare alla perfezione. Ma questo fece di Peyton Place il primo best seller mondiale. Lo rimase per più di un anno e ad oggi è uno dei libri ad aver venduto di più in assoluto.James Jones non parlò con franchezza della comune vita cittadina, ma della comune vita militare. Soldato tra soldati, Jones sapeva che non parlavano elegantemente e che dovevano sfogare tra loro certi istinti. Lo raccontò nel manoscritto di Da qui all’eternità, l’editore fece piazza pulita di tutto ciò, il libro da noi venne messo all’indice, ma oggi per fortuna leggiamo la versione originale, quella che non mente.
“Volgare e osceno” è la definizione che toccò a Tira fuori la lingua di Ma Jian, e non perché narrasse capriole su letti ma perché aveva avuto la sfrontatezza, agli occhi delle autorità cinesi, di dire come stavano veramente le cose in Tibet, come s’era persa la cultura di un tempo e quale disumanità regnasse in certi suoi tratti. L’autore fu cacciato in esilio, le sue opere proibite, e delle copie di questo libro fu ordinata l’immediata distruzione.
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Oscenità liberate
Parolacce. Anche l’uomo più linguisticamente educato
di questo mondo impreca, qualunque sia il motivo. O che non ci sia
alcun motivo, e neanche se ne sia consapevoli. Oliver Sacks è un neurologo e ha studiato la coprolalia: si dicono parole volgari e oscene incontrollatamente senza rendersene conto. Lo racconta in L’uomo che scambiò sua moglie per un cappello:
una serie dei casi assurdi con cui ha avuto a che fare negli anni: dal
signore del titolo, all’impossibilità di mentire agli afasici, il
cervello riserva risvolti terribili ma affascinanti.Infine, infilo qua un autore a cui sono affezionata, che sugli sgabelli da bar pieni di volgarità ci s’annidò, fu accusato anch’egli di oscenità e sporco linguaggio, ma, di nuovo, semplicemente, non fece altro che tratteggiare con onestà certe realtà. E resta uno degli scrittori più pietosi (in senso buono) che abbia mai letto: Bukowski..
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