sabato 26 ottobre 2013

Partire ...o no?

Ieri ho avuto il piacere di ascoltare una bella signora libanese raccontare di quando, giovane, se ne andò dal suo Paese e dai bombardamenti.  Mentre divideva con me dei pezzi di cioccolato artigianale (grossi quanto la mia testa), mi raccontava cosa fosse vivere nella paura e nella fuga. Fino a quando ha preso un aereo, ha cambiato i piani che la volevano in Francia, è finita in Italia, e c’è rimasta. Un Paese in cui era dovuta venire non per scelta, brutalmente, e di cui non conosceva nulla, né abitudini né lingua. Ma di questa ha avuto subito un assaggio.
In aeroporto, le prime parole in italiano che le vennero rivolte:
Ah bbbbbonaaaaaa!”.
Il significato l’ha capito mesi dopo.  

Le recensioni di oggi parlano di...
  Emigrazione. 




Definitivamente
Chi ha lasciato il Messico, in cui era nata, ed è andata a New York è Alma Guillermoprieto. Che poi però, per una delusione, s’è spostata di nuovo, stavolta a Cuba: “Mi venne offerto un lavoro nel luogo che meno mi interessava al mondo”, e lei ha accettato. Da allora non è stata più la stessa, perché s’è trasformata in giornalista e ha girato l’America Latina, tra avvoltoi, Ricky Martin, premi Nobel aspiranti governanti, polizia corrotta, narcotrafficanti, giornalisti uccisi. È tutto in Cronache dal continente che non c’è.
  Luigi Di Ruscio ha smesso di andare a scuola in quinta elementare, poi ha letto tanto, grandi autori, e a un certo punto ha sentito Fermo una trappola, è partito per Oslo, ha lavorato in fabbrica a far chiodi, ha composto poesie per cui s’è beccato le lodi di gente come Porta e Calvino, ha scritto Palmiro, il primo romanzo, in cui ha parlato della sua partenza e del suo lavoro, poi pochi anni fa ha scritto il secondo, che si chiama L’allucinazione , ed è tra i miei consigli del mese.

 ***
Temporaneamente
Adesso località di villeggiatura, turismo, viaggi temporanei. Prima in montagna. Il titolo farebbe pensare piuttosto alle partenze definitive appena viste, invece Gli addii , un bel libro dell’uruguaiano Juan Carlos Onetti, che altrove è più che noto, porta un più o meno quarantenne in un paesino di montagna soltanto per curarsi. O meglio, dovrebbe curarsi, ma sembra restio. Noi lo osserviamo, nel suo appartarsi, con gli occhi del droghiere del posto, che ci fa sentire pure falsità e opinioni degli abitanti a lui vicini, e sbirciare lettere destinate a quell’uomo avverso alla compagnia.
Infine il mare. Manduwoc è una località balneare turistica, dove il turismo è scemato anche a causa delle chiacchiere di Luane Devor, di cui una cosa è certa: sta per essere ammazzata. E chi la circonda, e la detesta, sarà a noi che si rivolgerà per fornirsi un alibi. Vita da niente è arrivato ieri in libreria, Jim Thompson. Un uomo che in vita ha tribolato e tribolati sono i suoi personaggi, mai limpidi.




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