Riuniti nel Tombouctou Manuscript Project, una parte degli antichi manoscritti della mitica città maliana di Timbuctù (patrimonio dell’UNESCO dal 1990), sembrava essere al sicuro. Protetti dalla suddetta missione di collaborazione tra Mali e Sud Africa
lanciata ufficialmente nel 2003, e rafforzata dalla costruzione di una
nuova biblioteca-archivio, inaugurata nel gennaio 2009, i tomi centenari
che erano stati inseriti in un progetto dell’Università di Città del Capo (UCT),
avrebbero dovuto servire alla formazione di giovani ricercatori e
costituivano un materiale prezioso per lo studio degli aspetti legati
alla scrittura e alla lettura del passato. Ma le notizie del sito
dell’iniziativa si arrestano drasticamente al 15 ottobre 2012, data del
seminario “Manuscript Culture in the Niger Bend”.
Una frattura non naturale che corrisponde con l’aggravarsi della situazione sul territorio. L’occupazione dei ribelli islamisti, conclusasi in questi giorni con l’arrivo delle truppe dell’esercito regolare maliano supportate da quelle francesi, ha lasciato dietro di se un triste tappeto di reperti semi bruciati.
E se alcuni libri sono stati portati in salvo prima della presa della
città da parte dei ribelli nell’aprile scorso, inestimabili manoscritti
antichi dell’Ahmed Baba Centre for Documentation and Research, sono stati dati alle fiamme. Un numero ancora non precisato, che oscilla tra le 60.000 e i 100.000 opere custoditi nel centro, sono state irrimediabilmente saccheggiate in quello che il sindaco di Timbuctù Halley Ousmane, rifugiato nella capitale Bamako per lunghi mesi, non ha esitato a definire come “un autentico crimine culturale”, perpetuato ai danni della memoria di un territorio a tratti oscurato dal velo della leggenda:Una frattura non naturale che corrisponde con l’aggravarsi della situazione sul territorio. L’occupazione dei ribelli islamisti, conclusasi in questi giorni con l’arrivo delle truppe dell’esercito regolare maliano supportate da quelle francesi, ha lasciato dietro di se un triste tappeto di reperti semi bruciati.
Si invoca spesso Timbuctù come il simbolo del luogo più perduto della terra, per indicare un’attrazione misteriosa ed esotica che non si raggiungerà mai. Nonostante ciò si tratta di una città ben reale, dotata di una storia e di un’eredità ricca e diversificata, una città dal passato affascinate insomma…
***
Li abbiamo pianti solo qualche giorno fa
i preziosi manoscritti bruciati e danneggiati a Timbuctù, e oggi
ritorniamo sulle loro pagine bruciacchiate con una notizia che ci
conforta. Si tratta di un salvataggio rocambolesco, operato dal Professore Abdoulaye Cissé insieme al vecchio addetto alla sicurezza Abba Alhadi a partire dal 30 dicembre 2012.
Quando era ormai chiaro ai che la situazione non avrebbe avuto evoluzioni favorevoli nell’immediato, la strana coppia si è organizzata per mettere al sicuro ben 28.000 pergamene trasportate di nascosto in carri trainati da asini. Così facendo sono riusciti a preservare centinaia di manoscritti dal valore ancora più prezioso se si pensa che si tratta di quegli esemplari che, non essendo ancor stati digitalizzati, sarebbero andati perduti per sempre nei roghi vandalici operati dagli islamisti prima dell’arrivo delle truppe maliane e francesi.
Quando era ormai chiaro ai che la situazione non avrebbe avuto evoluzioni favorevoli nell’immediato, la strana coppia si è organizzata per mettere al sicuro ben 28.000 pergamene trasportate di nascosto in carri trainati da asini. Così facendo sono riusciti a preservare centinaia di manoscritti dal valore ancora più prezioso se si pensa che si tratta di quegli esemplari che, non essendo ancor stati digitalizzati, sarebbero andati perduti per sempre nei roghi vandalici operati dagli islamisti prima dell’arrivo delle truppe maliane e francesi.
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