Mi sono ricordata dell’esistenza del mitfahrgelegenheit.
Se magna? No.
Se conosci il tedesco lo saprai bene. Si tratta di una
pratica a quanto pare molto diffusa in Germania: la condivisione della
propria auto per un viaggio che si ha intenzione di fare. Devi andare
da, che so, Hannover a Berlino, non vuoi prendere il treno, ti piace il
viaggio in auto, sei disposto a salire a bordo con uno sconosciuto alla
guida, un po’ come accade quando si è disposti a mettersi sul ciglio di una strada
e alzare il dito pollice (evitando di sbagliarsi col dito medio. Anche
se dalle nostre parti questo aumenterebbe le possibilità che si fermi
qualcuno)? Bene, il mitfahrgelegenheit è fatto apposta. Anche in Italia
si tenta di organizzarsi in questo senso, ma siamo ben lontani dalla vivacità con cui la realtà è viva in Germania.Io l’autostop l’ho fatto una sola volta, a 16 anni, per spostarmi da un bagno all’altro del lungomare di Jesolo. Robe grosse.
Oggi ci riprovo con qualche libro che ci porti avventurosamente e avventatamente sulla strada.
In autostop
L’autostop è tra le migliori prospettive anche se sei un’anziana che fino a qualche minuto fa viaggiava dentro una roulotte che si è staccata dall’auto in cui si trovano tua figlia, genero e nipoti. Ed è la prospettiva più appetibile se sei un’anziana su una roulotte senza traino e hai il vizio di concederti facilmente agli sconosciuti. Soprattutto a quelli giovani. Nelle Vacanze di un serial killer questo è solo l’inizio dell’eccesso che governa il romanzo.
Con un argomento come l’autostop e il prender di petto la strada, non avessi messo questo libro mi avrebbero arrestata: Sulla strada di Kerouac. C’è ancora qualcuno là fuori che non l’ha letto, questo è certo. Sal Paradise e Dean Moriarty sono ormai due di quei personaggi letterari che sono sempre meno letterari e sempre meno personaggi, e più uomini. Tanto sono diventati di comune conoscenza. Se non l’hai ancora fatto, fossi in te non aspetterei oltre a farmi questo viaggio con loro.
Motociclette e camionisti
Nel Manifesto dei cosmonisti, i cosmonisti sono l’equivalente dei nostri camionisti e le loro navette spaziali i nostri tir. Siamo in un futuro imprecisato in cui si viaggia tranquillamente nello spazio, ci sono anche lì stazioni di servizio, e c’è una lista precisa di regole per la convivenza civile in questi luoghi intergalattici. Lista che è appunto il manifesto che dà il titolo al libro di Mikael Niemi.
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