sabato 3 novembre 2012

Pennac- Il Ritorno!



DIARIO DI UN CORPO
- Daniel Pennac -

3 Agosto 2010. Di ritorno dal funerale del padre, Lison riceve un regalo inaspettato e piuttosto bizzarro che le provoca scompiglio, la imbarazza e le fa arrossire gli occhi. Si tratta dell’ultimo regalo di suo padre, un diario sensoriale che racconta in modo preciso e puntuale la storia fisica del suo corpo, dall’età di dodici anni fino agli ultimi suoi giorni di vita.
Ecco pronta nelle mani di Lison la storia fisica di suo padre, il racconto di una vita, lunga e turbolenta, dove a dettar regole è il corpo in tutte le sue manifestazioni.
Non una cronistoria intima che registri i mutevoli stati d’animo di suo padre, ma un vero e proprio “diario del corpo” dove vengono espresse le sensazioni e le trasformazioni provate in vita, il racconto di un’intera esistenza attraverso la materialità e la fisicità. Ciò che ne scaturisce è un romanzo fluido e puntuale, in cui la narrazione è data dalle innumerevoli sensazioni che il protagonista, nonché narratore, incontra.
Suo padre inizia a redigerlo quando conosce per la prima volta la sensazione di paura: scout e non ancora tredicenne venne legato ad un albero e per la prima volta provò il terrore di essere mangiato dalle formiche che risalivano l’albero. Quello fu il momento in cui cercò di proteggere «il corpo dagli assalti dell'immaginazione, e l'immaginazione dalle manifestazioni intempestive del corpo».
Da quell’istante ha sempre sentito il bisogno di annotare le percezioni sensoriali del suo corpo e registrare la storia dei suoi cinque sensi, consapevole che il corpo «più lo si analizza, più lo si esibisce, meno esso esiste» e per questo resta ancora uno degli «ultimi tabù» dei nostri tempi.
Questa è l’eredità che il narratore lascia a sua figlia, questo l’unico testamento spirituale: un memoir intimo e personale fatto di gioie e dolori, umori e reazioni fisiche, cadute, vomito e trasfusioni di sangue. Nel diario si legge del difficile rapporto con una madre dura e del rumore della sua voce stridula, dei profumi dolci e invitanti della sua tata e del suono delle parole dolci di suo padre, morto molto presto.
Un romanzo strutturato in paragrafi brevi che descrivono un viaggio sbalorditivo dei sensi, le insicurezze, i timori, ma anche le gioie e gli orgasmi di un uomo che vive la vita.
In esso Lison potrà trovarci le espressioni della pubertà e dell’invecchiamento, i piaceri e le malattie, insomma tutta la grandezza e la vulnerabilità di un corpo messo a nudo nella sua unicità.
Un lavoro coraggioso quello di Pennac che riesce a non annoiare mai e a rendere interessante anche una descrizione sulle escoriazioni. Uno stile asciutto e lineare che mette in campo olfatto, udito, vista, tatto e gusto, tutte le nostre emozioni corporali divise tra glorificazione e debolezza. Una scrittura fluida e leggera che mostra pienamente le capacità narrative di uno dei più noti e amati scrittori francesi contemporanei. 


 "La verità non è qualcosa di dovuto. La verità è una conquista, sempre!!! "
(da Signori bambini)



Daniel Pennac nasce il giorno 1 dicembre 1944 a Casablanca, in Marocco. Proviene da una famiglia di militari e nel corso della sua infanzia insieme ai suoi genitori viaggia in giro per mondo, avendo modo quindi di soggiornare in Africa, nel Sud-est asiatico, in Europa e nel sud della Francia.

In giovinezza frequenta il liceo, ma i risultati ottenuti non sono buoni; soltanto durante gli ultimi anni di scuola ottiene buoni risultati grazie a un suo docente che, rendendosi conto della passione di Daniel per la scrittura, gli propone di scrivere un romanzo diviso in puntate anziché i classici temi che si svolgono durante gli anni del liceo.

Dopo gli studi liceali intraprende gli studi accademici frequentando la facoltà di Lettere a Nizza. Finiti gli studi ottiene il diploma di laurea in Lettere. Nel 1970 decide di intraprendere la carriera di docente. Il suo obiettivo è sia quello di insegnare sia quello di dedicarsi alla sua passione, la scrittura di testi.

Tre anni più tardi realizza un pamphlet, "Le service militaire au service de qui?", dove fa la descrizione della caserma, considerata come un luogo tribale fondato su tre principi cardine: la maturità, la virilità e l'uguaglianza. L'obiettivo di questo lavoro quindi è quello di criticare il mondo militare. Per non infangare però la memoria della sua famiglia che proviene dall'ambiente militare si firma, nel pamphlet, con lo pseudonimo di Pennacchioni.

L'insegnamento diventa per lui una professione che gli dà tante soddisfazioni. Dopo aver ottenuto la laurea, infatti, insegna lettere prima a Nizza e poi in un liceo parigino. In questi anni scrive numerosi libri per bambini e vari romanzi burleschi.

Sul finire degli anni Ottanta riceve un importante premio: il Premio Polar di Le Mans e agli inizi degli anni Novanta termina la stesura del romanzo "Au bonheur des ogres", in cui racconta la storia di Benjamin Malaussène, un uomo che lavora nei Grandi Magazzini, luogo dove vengono commessi numerosi omicidi. Il protagonista viene richiamato spesso presso l'Ufficio Reclami dei Grandi Magazzini per assumersi la responsabilità del guasto degli oggetti che acquistano i clienti. Benjamin deve in tutti i modi cercare di impietosire il cliente con l'obiettivo di convincerlo a ritirare il reclamo fatto. Nei locali dove lui lavora scoppia una bomba e a causa dell'esplosione muore un uomo. Iniziano le indagini e Benjamin viene interrogato come tutte le altre persone. Dopo tempo decide di lasciare i Grandi Magazzini per ritornare dalla sua famiglia. In seguito conosce, sempre nei Grandi Magazzini, la bella taccheggiatrice Julie, per cui ha una grande passione. Mentre cerca di proteggere la donna dall'addetto alla sorveglianza dei locali, scoppia una seconda bomba. Gli interrogatori della polizia continuano e il protagonista svela all'ispettore Rabdomant la sua reale professione nei Grandi Magazzini. Presto Benjamin torna alla sua vita, riprendendo il suo lavoro.

Fino al 1995 Pennac insegna sempre nel liceo di Parigi, continuando a dedicarsi alla stesura di testi. Nei romanzi scritti in questi anni ambienta molti dei suoi episodi nel quartiere Belleville, in cui vive. Tra i testi che scrive in questi anni si ricordano: "La fée Carabine", "La petite marchande de prose", "Monsieur Malausséne", "La passione secondo Thérèse", "Ultime notizie dalla famiglia".

La sua produzione letteraria è molto ricca e numerosi sono i libri che scrive per i bambini; tra questi si ricordano: "Cabot-Caboche", "L'oeil de loup", "La vie à l'envers", "Qu'est ce-que tu attends, Marie?", "Sahara", "Le tour du ciel".

Nel corso degli anni Novanta vince anche il Premio Cento e nel 2002 riceve il Premio Grinzane Cavour. Nel 2003 scrive il libro "Ecco la storia", che riscuote un grande successo. Due anni dopo viene insignito della Legion d'Onore per le arti e la letteratura e negli anni seguenti riceve il Premio Renaudot. In questi anni Daniel Pennac continua la sua attività letteraria, riscuotendo sempre grandi successi.
 
 

Alberto Camerra & i suoi Romanzi..

Ho avuto il piacere di incontrare Alberto Camerra di persona, dopo avere letto i suoi libri, e l'impressione che ho avuto è di aver conosciuto una persona con fantasia e creatività da vendere. Un autore davvero positivo che associa un 'uso della penna' facile, scorrevole  e accattivante a idee e tematiche che descrivono le più nascoste fragilità, le debolezze che si celano nel cuore umano, ma anche le forze 'sovrumane' che danno la forza di reagire e di uscire dalle situazioni più tragiche... Tutto questo è descritto in 'FIORI NELLA NEVE'. Se desiderate conoscere il destino di questi personaggi -Steve, Gatto, May, Asmuth e Vanessa- se volete scoprire come dei semplici fiori nella neve abbiano la capacità di condizionare l’esistenza delle persone...


 “Steve Travel è un uomo con una carriera promettente nel mondo del wrestling. Un atleta che si è sempre distinto per abnegazione e che arrivato in cima alla vetta ha tutte le carte in regola per rimanerci. La vita ha però deciso altrimenti per lui e lo scalza dalle posizioni raggiunte nel modo più doloroso e imprevedibile possibile: da acclamato idolo delle folle diviene un relitto umano in volontario esilio che perde la fiducia in se stesso. Il sistema lo ripudia rivelandosi un ingranaggio dalle spire contorte che divora i valori in cui ha sempre creduto. Il passato diventa un fantasma da cui non riesce a liberarsi, che tormenta il suo presente e mina le basi di un futuro incerto. Il luogo anonimo montano dal nome celebre in cui decide di trascorrere la sua nuova rovinosa esistenza è ironico emblema del suo stato, ma anche un posto dalle insospettate risorse: attraverso un evento drammatico in cui lo coinvolge "Gatto", Steve deve ancora una volta scontrarsi con ciò che è stato, mentre l'ombra del suo più grande amore minaccia di perderlo per sempre.”
Fiori nella Neve, come progetto, è nato da una passeggiata “in una strada mai attraversata: un luogo che costeggiava bosco e campi e che aveva il sapore delle fiabe” il 26 dicembre 2006.
Una lunga strada ai cui bordi la presenza della neve... era un elemento rassicurante e rasserenante. Vidi camminando, solitaria, ma caparbia, una coppia di fiori bellissimi si ergeva al termine del sentiero. Una sfida della natura che mi lasciò piacevolmente stupefatto. Una sfida. E cos’è in fondo la scrittura se non una sfida a noi stessi? Tornato a casa decisi di cogliere quanto mi era stato offerto e riprendere un’antica passione mai abbandonata: la possibilità di cimentarmi in una fatica nella fatica. Perchè nonostante lo spunto apparisse semplice (una strada, dei fiori, la neve), l’embrione si è poi sviluppato giovandosi di altri particolari; il mio stato d’animo del momento, un protagonista che avanzava lentamente dal bordo della storia per immergersi radicalmente in essa. Mescolando elementi popolari ma anche originali, pensando a una trama che potesse mettere a nudo la vulnerabilità di persone che si credono erroneamente invulnerabili e completamente finte: i wrestlers. Si lo so, qualcuno li definisce pagliacci, perchè la categoria stessa è malvista: eppure non sono forse i buffoni a dare vita a una corte altrimenti monotona e grigia? Che cosa c’è sotto la maschera? La risposta è piuttosto ovvia: un uomo con le sue debolezze, le sue brutture, i suoi dolori, i suoi sogni. In questo modo si presentò Steve Travel, il wrestler, consumato dalla vita e vicino al baratro del non ritorno, con una profonda storia d’amore alle spalle in grado di scuotere l’anima e il destino, occupando lo spazio di un racconto che si sviluppò pagina dopo pagina catapultandolo verso la sua dannazione eterna o il suo riscatto...
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Nel secondo volume di Alberto, 'AL & BO-la costola di Adama', spensierato e molto ironico, vengono descritte nella intelligente formula di 'botta e risposta' i dialoghi tra un Lui e una Lei (Al & Bo, appunto) nelle quali, di certo, ritroveremo noi stessi. Un libro che fa sorridere e anche pensare.




“Chi sono i protagonisti di questo libro?
in un certo senso siete voi... siamo tutti noi. Perchè, precisiamo subito, per quanto possano sembrare strampalati, assurdi, cartoonistici, Al & Bo esistono veramente. Forse vivono un’esistenza un po’ sopra le righe, forse le loro giornate sono ai confini di una sana normalità. Eppure, uno dei segreti del loro mistico collante di coppia è proprio questo; bandire la quotidianità dal vocabolario. Si potrebbe obiettare che vi sia un errore già nel titolo, in quella caustica costola di Adama  che si ritrova con una vocale finale alquanto curiosa e apparentemente fuori posto. Ma è proprio l’apparenza il nemico principale della coppia moderna, il fermarsi alla superficie, al 'pensavo fosse amore... invece era un calesse' di Troisiana memoria.
Uno dei segreti sta nel non definire regole ferree, nel non rimanere ancorati a delle figure retoriche. Perchè l’unione di due opposti è il continuo mutare e lo scambio di ruoli.
La chiave del successo è affrontare quello che appare il percorso più improbabile.
Può essere una strategia vincente?
forse. Per il momento Al & Bo sono ancora lì fuori, da qualche parte, a fare sul serio senza prendersi troppo sul serio.”


Al & Bo sono una coppia. Vivono un'esistenza un po' sopra le righe. Il loro mondo è il mondo della classe media precaria, quella senza il posto fisso e che si inventa ogni possibile via di ingresso al mondo del lavoro tra lunghi momenti di pausa. Il mondo di "due cuori senza capanna", perchè le risorse economiche sono scarse persino per il legno della foresta, strettamente sotto controllo degli ecologisti. Eppure riescono a vivere di una sana normalità  che sfrutta ogni occasione per trovare motivo di leggerezza. Se Al fa della logica personale e della razionalità  le sue ragioni di vita, Bo fa invece della improvvisazione e della spensieratezza i suoi cavalli di battaglia. Un libro che ha come obiettivo quello di alleggerire, nel suo piccolo, i pesi che ognuno di noi porta quotidianamente sul proprio cuore, regalando le uniche medicine prive di controindicazione: spensieratezza e sorrisi.
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Alberto Camerra nasce a Limbiate (MB). 
Versatile, dinamico, Alberto ha gli occhi vivaci di chi ha la creatività nel sangue. 
Ha scritto racconti e pubblicato in due antologie.
Ha ricevuto una menzione d'Onore letteraria  a Valeggio sul Mincio. 
Attualmente è impegnato nella stesura del suo terzo romanzo.