martedì 6 agosto 2013

Lo faceva anche Topolino....


Negli anni 50 capitava che un bambino andasse in edicola, comprasse Topolino e ci trovasse dentro il suddetto e Pippo che.. spacciavano anfetamine. Era perfettamente normale, perché perfettamente normale era che certe sostanze si trovassero facilmente commercializzate, senza bisogno di prescrizioni mediche o alcunché, e anche che le case farmaceutiche che le producevano le pubblicizzassero abbondantemente tramite i principali media del tempo.
Non racconto questo perché mi sia capitato d’imbattermi in simili spot, negli anni 50 non c’ero nemmeno. Ho saputo tutto ieri, grazie a quest’articolo, http://www.erowid.org/library/books_online/mickey_mouse_medicine_man/mickey_mouse_medicine_man.shtml dove, tra l’altro, si trova l’intera storia di Mickey Mouse and the Medicine Man, che fa finire Pippo e Topolino in Africa a vendere agli indigeni Peppo, una sostanza che regala una certa iperattività (e alla fine fa anche parlare un elefante… o quasi).


Oggi ci droghiamo insieme. Anche pesantemente, devo dire. 




Chi c’è andato pesante
In Italia c’è un grosso deposito di cocaina. Si chiama Po. Tanto che pochi anni fa l’hanno usato come mezzo per stimare in modo migliore certo consumo. Paolo Roversi ciha costruito un giallo con un morto, su quelle acque drogate, ma anche inquinate e deturpate e irreversibilmente modificate. Ce lo dice il titolo stesso: Pescemangiacane, dal pesce siluro introdotto da qualche delinquente che ha distrutto le forme di vita del nostro lungo fiume.

In Alta definizione Eli Schwartz è generoso, non fa discriminazioni, le droghe le prova un po’ tutte. Anche perché di tempo ne ha, stando solo a casa ad abusare d’internet e d’altro. È anche un po’ ripugnante, Eli Schwartz. E forse Adam Wilson ha voluto che lo fosse, essendo contrario, lui che di droghe ne ha fatto abbondantemente uso in passato, a dipingerle come una fonte d’illuminazione. Però a schiodare Eli dal limbo d’ozio sarà proprio un uomo dipendente, da sostanze e da Viagra.

  Un altro che d’esperienza in materia ne vantava era Huxley. E oggi lo metto in recensione non solo perché nel suo Mondo nuovo gli uomini vivono in un unico grande Stato, ignari del passato, e sedotti e sedati con il soma, antidepressivo che li rende felici e per niente desiderosi d’altro. Huxley l’ho messo in recensione anche per la lettera in cui la moglie racconta la sua ultima richiesta prima di morire per morire meglio: farsi di LSD. 

***

Due must
Chiudiamo con due pietre miliari del binomio letteratura-droga. Il primo è Trainspotting , romanzo d’esordio di Irvine Welsh, prende spazio a Edimburgo, ha 6 voci diverse, tutte con la propria forte dipendenza distruttiva, che sia o no eroina. Dall’uomo cinico al quasi amorale all’aggressivo al bravo ragazzo che si becca l’HIV, Welsh ha creato un gruppo umano di persi, che arriva a orchestrare un colpo dal peso di 2 chilogrammi.

Altro must librario della droga è Noi, i ragazzi dello zoo di Berlino. Come per il precedente, saranno più coloro che hanno visto il film di quelli che hanno letto il libro. Ebbene, si perdono qualcosa. Si perdono ad esempio gli inizi della discesa franosa a cui andò incontro Christiane F., a 12 anni appena, in un centro luterano. E si perdono la sua voce diretta su cos’abbia significato doversi vendere del tutto per un po’ d’eroina.


***