sabato 16 marzo 2013

Libri e Cowboys...

Oggi ho voglia di spazi aperti e luoghi da scoprire. Sarà il nuovo Papa che viene dall’America e dagli sterminati spazi argentini, sarà che se esco fuori l’orizzonte si chiude subito e si riempie di macchine che corrono clacsonando, in ogni caso mi è venuta voglia di mettermi un cappellaccio da cowboy, sellare il mio cavallo e andare alla scoperta degli orizzonti infiniti fino a raggiungere una nuova città. Certo, magari prima non sarebbe male prendere qualche lezione di equitazione, visto che su un cavallo (pony) ci sono salita solo una volta e le persone che mi hanno visto allora credo che stiano ancora ridendo.
Comunque, visto che a cavallo non ci so  ancora andare, almeno mi posso consolare con i libri dedicati alla frontiera di oggi. Mentre il sole sorge, noi saremo già partiti verso Tucson. ( *Che tra l’altro non so neanche dove stia, ma magari quando arriviamo lì chiediamo a qualcuno del posto).




 La mia trilogia della frontiera

Metto subito le cose in chiaro. I primi 3 libri sono dei western con cavalli, galoppate, spazi aperti e tutto il resto, gli altri due sono più particolari. Se preferisci puoi saltare direttamente alla seconda parte. Ovviamente non sai cosa ti perdi, ma non te ne farò una colpa.
Se invece leggi anche questa parte allora parto subito col bottoCavalli selvaggi di Cormac McCarthy. Non te l’aspettavi, eh? Il primo romanzo dellaTrilogia della frontiera, un storia di amicizia e di famiglie lasciate alle spalle, cavalli che scappano e vengono ritrovati, insomma, un grande sogno americano.

C’è poi il bel romanzo western con sparatorie, impiccagioni sulla pubblica piazza scampate per un attimo, capi banda e cappellacci a tesa larga. L’uomo che uccise Texas Jones, per esempio, ha tutti questi ingredienti, più una spolverata di noir che non fa mai male. Texas Jones è il capo di una  banda di criminali che svaligiano banche, di quelli con il fazzoletto davanti alla faccia per non farsi riconoscere. Chi l’ha ucciso? Vuoi che te lo dica? Ti do un indizio: non è stato il maggiordomo.

Avevo detto che avrei parlato di western classici, e invece, sorpresa! Un western che non è un western, dove un prete, o meglio un reverendo, decide di far recitare la tragedia greca Medea agli abitanti di un villaggio sperduto. Si tratta di Golden Boot, e quando metti assieme tragedia greca, western e citazioni shakesperiane, ne viene fuori un mix che al confronto Quentin Tarantino e il suo Django sono dei dilettanti.

Italian Cowboys

Immagina uno sceriffo perennemente arrabbiato. Uno sceriffo cattivo, che non ci pensa due volte a usare le maniere forti. Che odia il posto dove si trova, vacche comprese. Come se non bastasse, non è neanche americano e fa parte di una delle peggiori comunità presenti sul suolo americano: gli italo-americani. Alla vigilia di un rodeo, deve aiutare un amico a tirarsi fuori dai guai, diventando suo malgrado quasi un eroe, e lo farà nel libro Le cose di cui sono capace.

Ultimo libro, un western moderno.Bande che combattono tra di loro, una chiesa e una sola strada che attraversa il paese, e inoltre un clima orrendo che toglie proprio la voglia di fare qualunque cosa. Per chiudere questo delizioso quadretto, è ambientato in una landa desolata e sperduta: il Veneto. Scherzo ovviamente, però se da quelle parti ci hanno ambientato Savana padana, ci deve essere un motivo. Menzione d’onore per il titolo, azzeccatissimo e che credo citerò spessissimo mentre viaggerò sulle autostrade del Nord Est.