martedì 25 giugno 2013

Quella volta che mi hanno sparato..


" .. Non pensavo fosse così, s’è trattato di un secondo e di un’eternità allo stesso tempo. Mi hanno sparato in testa, ma prima che il risultato dello sparare arrivasse alla testa ho visto alcune cose. Ho visto la scuola delle suore dove mi avevano spedito contro la mia volontà: ero una chierichetta atea, lo erano anche i miei amici, formavamo una banda e Tim la guidava. Tim che, a quell’età, recitava William Blake. Ho rivisto poi la maturità, quella che un postino, una sera, alle 22 precisamente, mi ha fatto sapere, tramite raccomandata, a distanza di anni, che avrei dovuto ripetere. Ho rivisto i mesi successivi accanto ad Alif a hackerare siti per aiutare qualche blogger a eludere la censura del governo. Infine ho rivissuto gli anni a Londra, nel North West, con Natalie e Leah, una accasata in maniera agiata e infelice, l’altra con la giornata arrabattata e minuzie da nascondere. Poi, una vita intera rivissuta dopo, è arrivata la pallottola al cranio, ed è finita la festa. "
 
Ora, non è che sono morta e vi sto scrivendo dall’aldilà. È che quello che avete letto è l’anticipazione di quello che leggerete. Sono tutte novità.




Non solo pallottole
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Partiamo dal principio. Una pallottola nel cervello è uno dei racconti di Proprio quella notte. E c’è proprio quello che ti ho scritto: uno sparo, e il tempo di rivedersi. Poi ad esempio c’è Miller, che si autoconvince che a essere morta non sia sua madre ma quella dell’Altro Miller, e tante altre scene normali o assurde di quotidianità. Racconti che “possono essere divertenti. Ma possono anche raggelare”, ha detto Raymond Carver. E chi sono io per smentire quest’effetto?
Veniamo ai chierichetti atei. Sono quelli di Vite pericolose di bravi ragazzi, primo e unico romanzo di un autore che ci ha lasciato troppo giovane, salutato come un genio in quanto a resa di certe umane sensazioni. Il piccolo narratore dichiara: “Eravamo temerari, dei banditi. Io avevo un nome da femmina, Francis, e un’ernia”. E questa squadra di banditi rinchiusi in una scuola cattolica deciderà di metter fine all’adolescenza con qualcosa di grandioso. Forse troppo.

Chi pensa di aver chiuso con la scuola e scopre invece di essersi illuso è il protagonista di Ciarlatani, novità di Mattia Filippini, scrittore del 1984, che ha alle spalle già diverse pubblicazioni. La particolarità dell’esame di maturità da ripetere è il luogo: un centro commerciale in cui i cani sono assunti a tempo indeterminato. Aggiungici interviste paradossali a scrittori affermati e la situazione destabilizzante è pronta.



Miscugli dinamici
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L’hacker che aiuta i blogger (e non solo) a fregare la censura di un governo immaginario (neanche troppo) è Alif l’invisibile, in un romanzo caleidoscopico che lega religione, informatica, mitologia, esseri soprannaturali. Siamo nella Città, Alif si ritrova in mano un libro potente chiamato I mille e un giorno (sì, ricorda qualcosa) e a un certo punto mondo visibile e invisibile si toccano.
Infine, il North West di Zadie Smith, quella scrittrice inglese ultranota che ha un debole per i punti di vista multipli e la convivenza di sfaccettature diverse che più diverse non si può nelle grandi città di oggi. Tipo Londra, dove è ambientato NW, che vede gli uomini muoversi freneticamente di qua e di là, e due giovani donne fare i conti con quello che è successo loro nel tempo. Tempo da cui, sostiene la Smith, le donne, rispetto agli uomini, escono meglio.