mercoledì 31 ottobre 2012

Po Chü-i e il 'Lamento della favorita'

L’autunno è un po’ la stagione dei ripensamenti: complice il tempo che spesso costringe a casa, ci si lascia andare a riflessioni e si ha più tempo per leggere. Il poeta cinese Po Chü-i (772-846) non ci parla dell’autunno nella sua poesia,  Lamento della favorita, il passare del tempo e lo sfiorire la fanno lo stesso da padrone. La favorita protagonista della poesia, infatti, teme l’incombente sfiorire della bellezza e lascia correre il tempo, in attesa del mattino, appoggiata al braciere.
Una particolarità della poesia di Po Chü-i è che prima scriveva le sue poesie, poi le leggeva alla sua domestica e infine, nel caso, le ritoccava con i consigli che costei gli dava.




' Le lacrime tutte sono finite nella pezzuola di seta,
ma i sogni ancora non sono venuti.
 Nella notte profonda, dalla sala di fronte
viene un suono cadenzato di canti.

 Il mio volto di rosa, non ancora sfiorito,
troppo presto ha perduto i favori.

 Appoggiata al braciere,
siedo sino al mattino. '







Halloween & Romanzi Gotici


'Il castello di Otranto ' 
***
 
E' un romanzo di Horace Walpole del 1764, considerato il primo romanzo gotico. Ambientata nella città salentina di Otranto, nell'Italia meridionale, è l'opera che diede l'avvio al genere letterario poi diffusosi tra il tardo Settecento e l'inizio del Novecento. Walpole fu il precursore del romanzo gotico assieme a Ann Radcliffe e Bram Stoker.

 Il romanzo è presentato come un autentico manoscritto medievale in cui sembra essere narrato il resoconto di una storia vera. 
La storia è quella di Manfredo, principe d’Otantro, marito di Ippolita, padre della bellissima Matilda e del malaticcio Corrado. Proprio nel giorno delle sue nozze con la figlia del marchese di Vicenza, Isabella, Corrado viene trovato a pezzi, quasi sepolto da un enorme elmo. Manfredo, allora, trama di ripudiare la moglie e di sostituirsi al figlio nel matrimonio con Isabella, la quale, venuta a conoscenza dell’orribile piano, fugge in un convento attraverso un passaggio sotterraneo, aiutata da un misterioso contadino di cui si scopriranno le vere origini…
Gli ingredienti della gothic tale ci sono tutti: castelli gotici, sotterranei labirintici, corridoi e passaggi segreti, apparizioni di spettri, profezie, omicidi…, che si collocano in un’epoca lontana e ricca di superstizioni, quale era il periodo in cui si svolge l’azione. Sono queste premesse che fanno sì che il lettore moderno accetti tutto un repertorio di prodigi, espressione del sovrannaturale – “un’aurea di miracolo” -, che altrimenti non potrebbe suscitare tanto interesse. 





'Carmilla'
***
 
Carmilla è un racconto del 1872 di Joseph Sheridan Le Fanu,  avvocato e scrittore irlandese, ricordato soprattutto per le sue storie di fantasmi e di paranormale.
 La protagonista omonima è il vampiro femminile più conosciuto. La sua figura, ricca di fascino e sensualità, ha anticipato la figura del 'Dracula' di Bram Stoker.


« I sogni passano attraverso i muri di pietra, illuminano le stanze più buie e gettano le tenebre in quelle illuminate, e i loro personaggi entrano ed escono ovunque a loro piacimento, ridendosela di tutti i lucchetti », leggiamo quasi a metà di questo splendido racconto, una delle ghost  stories più belle che siano mai state scritte. Figlia diretta di quel Lord Ruthwen che per buona parte dell'Ottocento è stato sinonimo di vampiro - come oggi Dracula - Carmilla è l'algida e inquietante donna-vampiro partorita dalla fantasia dell'irlandese Joseph Sheridan Le Fanu.
Scritto interamente intorno alle apparenti antinomie realtà - sogno, fascino - orrore, il racconto consegna un personaggio seducente, sottilmente erotico, equivoco e allarmante già nel nome Carmilla - che è anche Mircalla e ancora Millarca - quasi un diabolico labirinto di specchi che riflette sempre la stessa immagine, ogni volta da prospettive differenti ma tali da restituirci una visione a tutto tondo, splendida e inquietante. Con un aspetto da cammeo antico, appena velato da un leggero languore, fa la sua comparsa in un castello della Stiria, lei creatura lunare, divinità femminile e liberatrice che sceglie la notte e i sogni per le sue azioni alla stessa maniera di Diana, di Ecate, di Persefone, di Iside. Attraente e sinistra, e per questo a tratti repulsiva ma ugualmente desiderabile, Carmilla sembra avvolgere le sue vittime in una magia ovattata e languida, lei seduttrice bellissima e regale ma nello stesso tempo quasi docile e fragile, così gentile ed oppressa, ella stessa, da quel segreto tormentoso che non può che accompagnarla. Ardente e passionale, Carmilla sembra emanare una grazia densa e palpabile dal suo fragile corpo e mietere torpori inquieti, dolcezze malate, malate quanto lei. 




'IL GOLEM' di Gustav Meyrink

L'antico misterioso ghetto ebraico di Praga e le leggende fiorite intorno ad esso sono rappresentate in questo romanzo, il più noto di Meyrink.



"Avevo letto sino alla fine il libro, e ancora lo tenevo tra le mani; non un libro ero venuto sfogliando, ma il mio stesso cervello. Tutto ciò che la voce mi aveva detto io lo avevo portato dentro di me, nascosto e obliato, celato sino ad oggi alla mia mente”.
(Gustav Meyrink, 'Il Golem', capitolo “I”)
.
“Il Golem”, opera prima dello scrittore praghese Gustav Meyrink, è un romanzo visivo e visionario; felice fusione di mitologia, esoterismo e letteratura fantastica, e al contempo fedele riproduzione della vita nell’antico ghetto di Praga nei primi anni del Novecento. Non alieno da richiami alla cabala e ai tarocchi, efficace nella narrazione d’uno sdoppiamento di personalità e d’una confusa e controversa percezione della realtà, intreccia sogno e immaginazione, delirio e speranza con intelligente ed apprezzabile equilibrio. 

La storia:
Ogni trentatré anni, come uno spettro, il Golem ricompare per gli stretti vicoli del quartiere ebraico, preceduto e annunciato da strani segni e da visioni. Prende l’aspetto di un uomo trasandato, dai tratti mongolici e dal viso giallastro, vestito d’abiti sbrindellati e dalla strana andatura; chi lo osserva, giura che stia sempre per cadere faccia in avanti. Quasi incarnasse il malessere e le angosce della comunità ebraica, desta confusione e scompiglio e terrorizza e sgomenta il popolo. D’un tratto, poi, scompare; quasi la sua apparizione avesse valenza catartica, quasi fosse l’ultimo grado di disordine prima del ritorno alla quiete o alla “normalità”: un’epidemia che assorbe e sublima, manifestandosi, ogni altra malattia. 

Elémire Zolla, nell’introduzione alla prima edizione Bompiani del libro, ricorda che la prima apparizione del Golem risale alle sacre scritture; verso 16 del salmo 138, dove si scrive: “I Tuoi occhi videro il mio golem e nel Tuo libro erano scritti tutti i giorni a me destinati prima che ne esistesse uno”. Golem, in questo frangente, dovrebbe avere lo stesso etimo del verbo che significa “avviluppare”: pertanto, a detta di Zolla, dovrebbe tradursi con “cosa ravvolta in se stessa, ancora informe”; una sorta di embrione, dunque.
È sempre il grande studioso a ricordare che nel tredicesimo secolo i cabalisti tedeschi parlano di due mistici, che letteralmente crearono un uomo: sulla fronte, aveva incisa la parola “emet”, verità. Quest’uomo disse ai suoi creatori: “Dio solo creò Adamo, e quando volle che Adamo morisse cancellò l’aleph, la prima lettera di emet: e allora egli rimase met, morto. Ecco che cosa dovete fare con me, e non creare un altro uomo, altrimenti il mondo soccomberà all’idolatria”. In altre parole: qualora l’uomo osi creare artificialmente la vita, allora egli pecca contro Dio. 

“Il Golem” di Meyrink è pur sempre un romanzo, non si pretende fedeltà alle tradizioni religiose o lineare continuità con le precedenti trattazioni letterarie: e allora diciamo che è libro che sintetizza e rinnova la tradizione della leggenda popolare della creatura del praghese Rabbi Löw, raccontata un secolo prima da Grimm.
Intraprendiamo adesso un sentiero di lettura della trama. Il primo capitolo, intitolato “Sonno”, racconta il dormiveglia della voce narrante del romanzo; insonne, il protagonista non è più in grado di distinguere il sogno dalla realtà. Riesce ad astrarsi da se stesso, a vedersi dormire; e nel frattempo, meditando su alcune pagine della vita del Buddha, si trova a riviverne un frammento, e ad alterarlo; le pietre che immagina sembrano ad un tratto circondarlo, per comunicargli qualcosa. Ascolta una voce che non riesce a definire con compiutezza; è in una fase di scissione della personalità. 

Non sappiamo se si risvegli; nel capitolo successivo, titolato “Giorno”, egli si ritrova in un buio cortile, nel cuore del ghetto. Poco a poco, ricorda un nome: Athanasius Pernath. (Nome parlante, a dar retta all’etimo: a-thanatos, con alfa privativo: e cioè, “non-morte”). Questo nome si trovava scritto all’interno di un cappello d’un estraneo, che il narratore aveva indossato tempo prima: non ricorda dove, né come. Così, la memoria s’accende, per strane folate, nella sua mente: immagini si sovrappongono ad altre immagini, e si ricostruiscono storie, personalità, sentimenti. Tutto sembra nuovo, e al contempo sempre esistito. 

Il narratore riceve una visita. Un signore, dal volto giallastro, entra nel suo appartamento, comportandosi con insolita naturalezza. Questi prende a sfogliare un libro. Cerca un capitolo, lo trova e lo addita. Il capitolo s’intitola “Ibbur”, e cioè “fecondazione dell’anima”. La grande “I” iniziale è deteriorata. L’uomo incarica il nostro “Athanasius” di restaurarla. Le parole sono vive di fronte ai suoi occhi. Danzano. Trascinano il narratore alla visione. La visione del narratore è una donna gigantesca, e un corteo di coribanti, e una coppia che si avvinghia e si trasforma in un Ermafrodito seduto su un trono di madreperla.
Il protagonista comprende che può scegliere tra una e un’altra realtà: acquista coscienza, ma si perde nei suoi stessi sogni. Si vota al disorientamento.
E vive la vita dei suoi concittadini, nel ghetto, divisi tra due individui che sembrano incarnare l’uno il male e l’altro il bene, mentre il Golem appare terrorizzando tutti. Ed è romanzo di miracoli e incertezza, d’amore e di desolazione, di memorie immortali e fantasie sconvolgenti; confuso, certo, e intriso di angoscia e delirio; come un sogno.  Letteratura gotica, influenzata chiaramente da Poe e Hoffman; datata, ma certamente godibile e ancora fascinosa. Romanzo divertente e intrigante. 




“La mia immagine stava sulla soglia. Il mio doppio. In un mantello bianco. Una corona sulla testa. Per un breve istante. Quindi guizzarono le fiamme attraverso il legno della porta, e una calda nuvola di denso fumo soffocante invase la stanza”. (Gustav Meyrink, “Il Golem”, capitolo “Libero”). 



La Pazza del Sacro Cuore- fumetto-

Alejandro Jodorowsky & Moebius di nuovo insieme...

Irriverente e ambiguo come il primo piano che sta sulla copertina, questa storia unisce due maestri riconosciuti del fumetto francese e mondiale in una veste probabilmente diversa da quella che ci si aspetterebbe. Lontani dalla fantascienza e dal western, i due autori offrono un racconto fatto di umorismo grottesco, azione movimentata, derive mistiche e un mix di sacro e pagano assolutamente folle eppure al tempo stesso lucido. Ma anche profondamente metaforico e allegorico, carico di significati intuibili.

                                        ***
 
Alain Mengel è l’alter ego narrativo di Alejandro Jodorowski. Alain Mengel insegna filosofia razionalista alla Sorbona, ed è turbato dalle profferte amorose di una sua studentessa. Intraprenderà un viaggio misticosessuale disorientante e illuminante al tempo stesso, che lo condurrà all’orlo della follia e dell’autodistruzione. Il maestro Jodorowski ha creato questa storia specificamente per il suo più illustre collaboratore, Moebius, attingendo a piene mani alla sua vita e regalandoci una piccola perla di disorientante autoesplorazione e di brutale onestà.



Nato in Cile nel 1929, Jodorowsky e’ una figura sicuramente degna di nota, come autore e come personaggio. Regista, scrittore, drammaturgo e sceneggiatore per teatro, cinema e fumetto, e’ stato uno dei principali allievi di Marcel Maceau; ma e’ stato anche, nel suo girovagare, clown, marionettista, campione di karate, musicista pop.
Nel campo cinematografico ha diretto le sue opere piu’ note, in particolare modo El Topo e La montagna sacra, film surreali e magici. E proprio nella ricerca del surrealismo si fonda la sua idea di “psicomagia”, una forma d’arte ispirata alle gesta di guaritori e santoni che ha come ragion d’essere la guarigione di chi la accoglie. La psicomagia agisce attraverso atti apparentemente privi di senso, internamente sovversivi, ma che mirano a un processo catartico, a provocare una reazione forte, a spezzare il quotidiano, a prendere coscienza dei propri problemia a un livello diverso. La psicomagia trae ispirazione dalla tradizione esoterica, dalla psicoanalisi, dalla magia, dalla spiritualita’, dalla filosofia, dallo sciamanesimo, dalla psicologia, etc…
Ma Jodorowsky e’ ancora piu’ di quanto si possa raccontare in poche righe, vive ai margini del palcoscenico dello spettacolo e al tempo stesso ne e’ sapientemente al centro.



La parte grafica di tutto questo forse non poteva che essere destinata a uno dei piu’ grandi maestri riconosciuti del fumetto.
Difficile non conoscere Moebius ovvero Jean Giraud. Arrivato alla celebrita’ fumettistica attraverso l’eopea western di Blueberry con il suo nome di battesimo, attraverso il nome d’arte di Moebius ha potuto dare sfogo alla sua creativita’ e voglia di osare. Nel 1974, assieme a Philippe Druillet, Jean-Pierre Dionnet e Bernard Farkas, fonda il gruppo Les Humano.

martedì 30 ottobre 2012

Shaun Tan e il suo Mondo Fantastico ...



Cosa hanno in comune il re degli uccelli, un terranauta, un cinghiale meccanico e un gufo fantasma? Apparentemente nulla, ma sono tutti personaggi che popolano la fervida fantasia di Shaun Tan. Per la prima volta, l’acclamato autore de L’Approdo ha aperto i suoi sketchbooks, regalando al suo pubblico una variegata raccolta di disegni e schizzi: studi preliminari per libri, bozzetti per il cinema e il teatro, pagine di appunti visivi e ritratti dal vero. Tutti aspetti dello stesso processo creativo, in cui dei semplici tratti su carta si evolvono sino a diventare opere d’arte, frutto di un’originale ricerca concettuale e visiva. Nella raccolta sono presenti anche alcuni progetti poi abbandonati, o disegni non destinati alla pubblicazione, e proprio per questa ragione forse più emblematici e rappresentativi di uno stile accurato, bizzarro e personalissimo.  




Shaun Tan è nato nel Western Australia, a Fremantle nella periferia di Perth, nel 1974. È uno degli illustratori più talentuosi, interessanti e affermati del mondo. Fin da bambino Shaun ha sempre disegnato, dinosauri, robot, astronavi... e qualche anno dopo, a undici anni, una delle sue attività preferite era quella di illustrare poesie e racconti. Ray Bradbury è il suo autore di riferimento, i suoi libri sono una fonte di ispirazione per iniziare a scrivere i primi racconti brevi e a disegnare e dipingere immagini per libri di fantascienza e storie dell'orrore per piccole riviste dedicate ai giovani lettori. Di questo momento della vita, Shaun conserva una pila di lettere di rifiuto di giornali e editori che testimoniano questa sua giovane ambizione. Ha sedici anni quando viene scelta la sua prima illustrazione per la rivista australiana "Aurelias".
Ha frequentato la Balcatta Senior High School, dove era iscritto a un corso d'arte pensato per studenti particolarmente dotati. Questa scuola si rivelerà fondamentale per le scelte future di Tan perché gli darà l'occasione di conoscere l'arte dell'illustrazione da vicino poiché molti artisti venivano chiamati lì a fare lezione. Nel 1995 si laurea in Belle Arti e Letteratura Inglese, con un Banchelor of Arts, presso la University of Western Australia.

Il re degli uccelli
e altre creature

Elliot Edt.
ottobre 2011 



Corredato da commenti dell’autore, questo libro è un regalo di Shaun Tan ai suoi estimatori, una chicca per i collezionisti e per tutti coloro che amano il disegno in tutte le sue forme.

Autori.. Neonati **


C’è un sapore tutto speciale nella prima volta che si sfiora con i polpastrelli la copertina di un libro, per poi aprirlo con attesa, impazienza, e quel sottile brividino che, per molti, resta un fedele compagno delle più belle “scoperte libresche”. 

È di un altro genere la folla di sensazioni che assale all’atto della prima indimenticabile lettura, destinata a fissarsi per sempre nella memoria come la migliore delle madeleine proustiane, e a seguirci come una specie di informazione necessaria nel DNA culturale in formazione. Una forma ancora diversa, assume quel misto di fatica ed orgoglio che da origine ad un libro pubblicato. Lo sanno bene gli autori che “ci sono passati” da poco, un po’ meno i lettori che nei loro libri troveranno storie, curiosità e pezzetti di esistenza. 

Per cercare di colmare questo “gap letterario” c’è chi ha pensato bene di metter su un vero e proprio faccia a faccia tra appassionati creatori di pagine e altrettanto infervorati divoratori, pronti a farne “un sol boccone succulento”.
L’evento si chiama, e non a caso, Journée du premier roman e permetterà di mettere a confronto lettori ed autori, che hanno pubblicato recentemente il loro primo romanzo. Aurélia Bonnal, Manuel Candré, Christophe Carlier, Philippe Cohen-Grillet, Julia Deck, Julien Dufresne-Lamy, Carole Fives, Emmanuelle Guattari, Sylvain Pattieu, Chloé Schmitt e Caroline Vié, undici scrittori contemporanei per altrettanti libri.

I presenti saranno infatti invitati a usufruire delle tre tavole rotonde organizzate nella giornata di sabato per scambiare opinioni, consigli e, perché no, sensazioni.



sabato 27 ottobre 2012


' IL CAVALIERE , LA STREGA, LA MORTE E IL DIAVOLO '




'Il libro raccoglie nove racconti di diversa ispirazione e un breve saggio sulla morte. Dà il titolo un fantasy ambientato in una Sicilia un po' medievale e un po' no (il suo riferimento è l'opera dei pupi), la cui protagonista è una Bradamante stracciona, alle prese con l'invasione musulmana, l'Inquisizione e il martirio delle streghe. Il secondo racconto attraversa il Mediterraneo, il terzo parla di un'orrenda mutilazione. Il quarto e il quinto sono collegati tra di loro e sono trasposizioni reinventate di due morti vere, quella di Zi' 'Ngiulillo (Zio Angelo De Mari) - sacerdote morto con i garibaldini sul Volturno - e quella del fratello di mio nonno, Enrico Ventrone - detto il Professore, perché conosceva a memoria il dizionario di latino - fucilato dai tedeschi per aver avvertito e fatto fuggire dei ricercati. Poi ci sono alcune storie contemporanee e un lungo racconto forse di fantascienza. E, infine, un saggio sulla morte. Perché un saggio sulla morte? Perché tutte le storie raccontate dagli uomini, dalle donne o dai bambini, dall'inizio del mondo, parlano della morte, anche quelle dove la morte non compare, dove tutto va bene. Perché la nostra capacità di raccontare nasce per ingannare l'attesa della morte, la coscienza che siamo mortali.'

SILVANA DE MARI 



Chi è Silvana De Mari? 
Silvana nasce nel 1953 in provincia di Caserta. Scrittrice di romanzi & racconti per ragazzi, grande amante del Fantasy, è Laureata in medicina. Inizia dedicandosi all'attività di chirurgo prima in Italia, dopo come volontaria in Etiopia. Poi da quando le è venuto il dubbio che i mali dell’anima possono essere non meno devastanti di quelli del corpo, ha iniziato ad occuparsi di psicoterapia. Il suo hobby fondamentale è arrabbiarsi: per fare qualcosa della sua rabbia ha deciso di scrivere d’ingiustizie, persecuzioni, discriminazioni e ribellioni in forma di favola.


Bibliografia:
Nel 2000 pubblica, con Salani il suo primo libro per ragazzi, L'ultima stella a destra della luna.
Nel 2003 pubblica La bestia e la bella, ancora ne Gl'Istrici della Salani.
Nel 2004, con L'ultimo elfo, tradotto in diciotto lingue i diritti di traduzione vengono venduti in diversi paesi del mondo.
Nel 2005 la successiva pubblicazione: L'ultimo orco, segna il passaggio dell'autrice dalla letteratura per ragazzi al genere fantasy. Il romanzo, prosecuzione de L'ultimo elfo, è rivolto infatti ad un pubblico adolescente e pertanto pubblicato fuori collana.
Nel 2007 viene pubblicato il saggio Il drago come realtà (Salani).
Nel 2008 pubblica Gli ultimi incantesimi, sempre con la Salani (seguito de L'ultimo Elfo e de L'ultimo Orco).
Nel 2009 pubblica Il cavaliere, la strega, la Morte e il diavolo (Lindau) e Il gatto dagli occhi d'oro (Fanucci).
Nel 2010 pubblica L'ultima profezia del mondo degli Uomini (Fanucci) con il quale conclude la saga cominciata con l'Ultimo Elfo.
Nel 2011 pubblica l'audiolibro de L'ultimo elfo con la voce di Mietta.
Nel 2011 pubblica Io mi chiamo Yorsh, prequel dell'ultimo elfo.

mercoledì 24 ottobre 2012

La Lettera d 'Amore.



'Cara Capra,
come ci si innamora? Si casca? Si inciampa, si perde
l'equilibrio e si cade sul marciapiedi, sbucciandosi
un ginocchio, sbucciandosi il cuore? Ci si schianta
per terra, sui sassi? O è come rimanere sospesi oltre
l'orlo di un precipizio, per sempre?
So che ti amo quando ti vedo, lo so quando ho voglia
di vederti. Non un muscolo si è mosso. Nessuna brezza
agita le foglie. L'aria è ferma. Ho cominciato ad
amarti senza fare un solo passo. Senza neanche un
battito di ciglia. Non so neppure quando è successo.
Sto bruciando. E' troppo banale per te? No, e lo sai.
Vedrai. E' quello che capita, è quello che importa.
Sto bruciando.
Non mangio più, mi dimentico di mangiare, mi sembra
una cosa sciocca, che non c'entra. Se ci bado. Ma non
bado a niente. I miei pensieri straripano furiosi, una
casa piena di fratelli, legati dal sangue che si
dilaniano in una faida:
"Mi sto innamorando"
"Tipica scelta stupida"
"Eppure..... l'amore mi tormenta come fosse dolore"
"Sì, continua così, manda a ******* la tua vita. E'
tutto sbagliato e lo sai. Svegliati. Guarda le cose in
faccia".
"C'è una faccia sola, l'unica che vedo, quando dormo e
quando non dormo".
Stanotte ho buttato il libro dalla finestra. Ho
provato a dimenticare. Tu non vai bene per me, lo so,
ma quello che penso non mi interessa più, a meno che
non pensi a te. Quando sono accanto a te, davanti a
te, sento i tuoi capelli che mi sfiorano la guancia
anche se non è vero. Qualche volta guardo altrove. Poi
ti guardo di nuovo.
Quando mi allaccio le scarpe, quando sbuccio
un'arancia, quando guido la macchina, quando vado a
dormire ogni notte senza di te, io resto
come sempre
Montone.'


tratto da
"La lettera d'amore" di Cathleen Schine


martedì 23 ottobre 2012

Piccola Libreria & Piccole Variazioni di Orario!

AVVISO IMPORTANTE!!
 
Questo fine settimana gli orari della Libreria subiranno delle piccole variazioni :)

** Venerdì 26 e Sabato 27 novembre 
 Piccola Libreria Andersen chiuderà alle ore 18.00 
( parteciperò al Festival di Arkhesya - a Mussolente)..


 Mi troverete lì con una selezione di libri Fantasy.. 
Anzi, oserei dire
dei FANTASTICI libri di prima - MAGICA- qualità!! .. 
Passate a trovarmi! 

Sabato mattina, inoltre, parteciperò con
Demetrio Battaglia & Silvana De Mari  
ad un incontro con gli studenti presso il Liceo Scientifico Jacopo Da Ponte di Bassano del Grappa.. tripudio del fantasy!! .. e domenica? Domenica sarò attiva!  


Piccola Libreria Andersen aperta domenica 28 novembre ...
*apertura domenicale straordinaria!!**
... Vi aspetto!

Paola **


sabato 20 ottobre 2012

A te, timido Scrittore...


... 'Scrivere' è un duro lavoro, ma qualcuno deve pur farlo! Se ti piace scrivere, se hai un romanzo nel cassetto, o se ti manca la spinta giusta per ricominciare a scarabocchiare su quel foglio di carta... 

beh, PICCOLA LIBRERIA ANDERSEN ti offre la possibilità di pubblicare su questo blog, e di dedicare uno spazio per Voi timidi Scrittori sulla Fan page di Facebook della Libreria. 

Potete inviare i vostri racconti- anche a puntate- le vostre poesie, i vostri elaborati a questa mail:

piccolalibreriaandersen@yahoo.it 
 
Dai la possibilità e il piacere di far leggere a qualcuno i tuoi scritti :) forza, scrivete scrivete scrivete!

venerdì 19 ottobre 2012

Favole & Musica...


..E dopo la bella dose di High Fantasy- o Epic Fantasy- di Mercoledì sera,
  che ha impregnato tutti i presenti, pareti & moquette comprese, di Arkhesya 
 è arrivato il momento di dedicarci ai più piccini..
 :) Preparatevi perchè 'tempi da favola' stanno arrivando..

Riuscirà Pierino, con l'intrepido Uccellino, la simpatica Anatra e il furbo Gatto, a catturare il Terribile Lupo??? Scopritelo con noi, sabato 10 NOVEMBRE alle ore 17.00 in Libreria ;)


mercoledì 17 ottobre 2012

il Fantasy in Libreria..

Ci siamo.. Finalmente! 
Stasera ci sarà l' Evento in Libreria.. il Primo :)

E sono davvero, davvero felice che il primo libro presentato sia

'IL TALISMANO DELLA DRIADE'
scritto da Demetrio Battaglia

..un pò perchè il genere fantasy mi ha accompagnata durante le mie prime letture, un pò perchè maghi, streghe, fate, gnomi e driadi rappresentano, insieme, quel lato un pò selavaggio, romantico, incantato 
( e anche un pò 'mistico' , perchè no?) 
 che solletica sempre la curiosità di tutti.

Perciò INVITO TUTTI 
in Libreria stasera alle 20.15 ad ascoltare le vicende di questi meravigliosi personaggi, che come ombre fluttuanti popolano il Magico mondo di Arkhesya.

A stasera!

Paola**

sabato 13 ottobre 2012

La Vita Assassina.. di Felix Vallotton


                            Chi fu Felix Vallotton?
Questo poliedrico personaggio, nato in Svizzera nel 1865 e morto a Parigi nel 1925, visse in modo tormentato la propria arte e la Vita. Fu pittore, incisore, illustratore simbolista. Molto apprezzato e richiesto dai collezionisti per le sue numerose nature morte, e ritratti che anticipavano il surrealismo, fu ritenuto una figura di spicco tra i nabis, allievi e continuatori di Paul Gauguin.
Ma pochi sanno che Felix Vallotton scrisse anche un libro.Uno solo.
E non un libro qualsiasi.
Scrisse La Vita Assassina.

Jacques Verdier, il protagonista di questo romanzo, è un antieroe del male. Dopo un secolo di figure luciferine, che cercavano testardamente il male, Vallotton ha creato un personaggio che è accompagnato dal male come da un’ombra, o un aroma, ma certamente non lo vuole. Anzi, Verdier in generale vuole poco. È un giovane di provincia calato a Parigi, che si scopre quasi per caso una vocazione di storico dell’arte. La sua esistenza si svolge su scenari prevedibili della metropoli, fra bordelli, salotti, caffè e redazioni. Ma Verdier sa di celare un grave segreto: il male è suo ospite perenne, e dalle sue mani si trasmette alle più varie creature che gli vengono incontro. Un’ironia sinistra avvolge tutte le sue vicende, avvicinando amore e assassinio sino a farli diventare dei «quasi sinonimi». Si direbbe che in Verdier il volto assassino della natura si sia scelto un rappresentante, e si compiaccia beffardamente del suo aspetto poco vistoso e innocuo. Ma è davvero innocente Verdier? Quanto più lo proclama, tanto più insospettisce. E esiste davvero Verdier? Vista dall’esterno, la sua storia è quella di un giovane e promettente studioso d’arte. Vista dall’interno, è una vita che obbedisce a un «codice di carneficina e di sangue», mentre un «cappio di fatalità» lentamente la strozza. Ma, e questo è il paradosso del romanzo, che Vallotton fa giocare magistralmente, la vita nefasta di Verdier non è percepibile da nessuno salvo da Verdier stesso e dal lettore che ascolta le sue confessioni. E questo crea un divario fra esterno e interno che conferisce al racconto una vibrazione di cupa ilarità. Come nella sua opera di pittore, Vallotton mostra in questo romanzo di essere attratto dall’oltraggioso e dall’urtante. E applica d’istinto quella esautorazione del soggetto che rivendicavano i cavalieri della décadence, da Nietzsche a Rémy de Gourmont. Così si precisa davanti ai nostri occhi, con lo stesso tratto che ci era noto dai disegni di Vallotton, il profilo di una storia sottilmente ossessiva: la cronaca di un «insabbiamento in un orrore molle». La vita assassina, scritto nel 1907-1908, fu pubblicato, postumo, nel 1930.

Vallotton fu uno scrittore singolare e affascinante nella sua quasi violenta lucidità. Libro grottesco e amaro, ma che delinea bene un periodo di decadenza storica, di malcontento generale, che Baudelaire seppe interpretare nelle sue poesie.




martedì 9 ottobre 2012

'Il Talismano della Driade' -mercoledì 17 Ottobre in Libreria

 ***

L'autore presenterà i suoi romanzi , introducendo gli ascoltatori presenti nei Mondi fantastici, tra Fate, Gnomi, Elfi, Goblin e tutte le creature che abitano i boschi e le selve di Arkhesya.

***

domenica 7 ottobre 2012

**Calendario eventi PiccolaLibreriaAndersen**




MERCOLEDI' 17 OTTOBRE- ORE 20.15

DEMETRIO BATTAGLIA 
 presenta 'Il Talismano della Driade' - 'ultimo libro della saga fantasy 'I veggenti di Arhesya'-

***

SABATO 10 NOVEMBRE- ORE 17.00 circa

gli   SCALIGERI SAX QUARTET
  interpretano la celebre favola musicale  
'PIERINO & IL LUPO' di S. Prokof'ev -
evento musicale letto & recitato- Per tutte le età

***

GIOVEDI' 06 DICEMBRE - ORE 20.15

SEBASTIANO ZANOLLI  
 riflette sulle  'DOTI PER SOPRAVVIVERE ALLA SOCIETA' LIQUIDA': Come possiamo migliorare Noi Stessi ed essere un pò più ottimisti?

martedì 2 ottobre 2012

gli SCALIGERI SAX QUARTET interpretano 'PIERINO & IL LUPO' - favola musicale di Sergej S. Prokof'ev @ PiccolaLibreria Andersen

SABATO 10 NOVEMBRE 2012
- ore 17.00 - *(orario da confermare)

'PIERINO E IL LUPO'
 Favola per voce recitante e orchestra
di Sergej Prokof'ev

musicata da
SCALIGERI SAX QUARTET
letta e interpretata da
 ALESSANDRA



Questa deliziosa composizione può essere considerata una vera e propria “fiaba musicale”, in cui è
narrata la storia di un bimbo, Pierino, che con l’aiuto di un uccellino cattura un temibile lupo.Ogni personaggio è rappresentato da un tema musicale, affidato ad un particolare strumento. Una voce recitante narra la fiaba mentre la musica di Prokof'ev commenta ogni scena
illustrando il carattere, i sentimenti e descrivendo le azioni di ciascun personaggio.

Favola -*ed evento*- per tutte le età!



Sergei Prokof'ev, nato a Sontsovka nel 1891, è uno dei più grandi compositori russi del Novecento. 
La sua vasta produzione comprende circa 130 composizioni, tra le quali si ricordano:
o 'Sette sinfonie'
o Otto opere teatrali (famose 'L’amore delle tre melarance', 'L’angelo di fuoco' e 'Guerra e Pace')
o' Sette balleti'
o Colonne sonore di film (tra cui 'Aleksandr Nevski' e 'Ivan il terribile' del regista Eisenstein)
o La fiaba musicale 'Pierino e il lupo'.


Scaligeri Sax Quartet è un gruppo formato da quattro musicisti molto affiatati tra loro, costituito nel 2008; promotore di questa iniziativa è stato il maestro Michele Pivotto 
che, spinto dalla consapevolezza di poter esplorare un repertorio vasto come quello del quartetto, ha riunito attorno a sè i suoi allievi migliori e assieme si sono proiettati in questa nuova sfida musicale.
Scaligeri Sax Quartet, quartetto di sassofoni esclusivo nell'alto vicentino, ha voluto fortemente richiamare la propria immagine alla città di Marostica, centro di prima classe per le attività culturali e luogo d'origine dei musicisti.