martedì 29 gennaio 2013

Libri & Giorni della Merla..

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A pochi giorni dalla conclusione di Gennaio, andiamo a vedere gli ultimi 5 libri che ho voluto consigliarvi per questo mese. Ovvio che i consigli valgono tutto l’anno, ça va sans dire
 


Repertorio dei pazzi d’Italia - A cura di Roberto Alajmo: Sicuramente anche nella vostra città ce n’è qualcuno. Girano per strada e parlano al vento, oppure compiono azioni strane e ripetitive, e diventano parte integrante del paesaggio urbano. Alcuni assurgono allo status di leggende viventi. Sono i pazzi, e qui 10 scrittori come ad esempio Silvia Ballestra e Giovanni Veronesi ci raccontano i loro preferiti. Chi va a tutti i funerali, chi con una strana corona pontifica alle fermate del bus, tutti con una loro particolarità. Io ne ricordo uno che girava per Venezia quando facevo l’Università e talvolta predicava agli uccelli come San Francesco, talvolta si vestiva da Fidel Castro. Un matto bipartisan, ecco.


Baltica 9 - Paolo Nori, Daniele Benati: Una guida che non è una guida, due scrittori italiani legati ai Paesi dell’ex blocco sovietico che raccontano le loro esperienze in posti così lontani da noi ma che varrebbe la pena visitare, se si cercano delle mete alternative e spesso molto alcoliche. Paesi in cui, nelle parole degli stessi autori, è bello tornare “perché fanno paura”.


I 12 che hanno detto no - Valerij Panjushkin: Sempre rimanendo in tema di Russia contemporanea, un reportage che parla di cosa si agita oggi nella Russia di Putin e Medvedev, degli strascichi portati dalla fine del comunismo e di tutto quello che bisogna sapere per parlare di una ex Super Potenza oggi ancora in via di definizione.


Dentro la letteratura - Enzo Golino: Interviste, e che interviste! Cassola, Eco, Butitta, Pratolini, Pasolini, tutti pezzi grossi della letteratura italiana intervistati tra il ’72 e il ’74 da Enzo Golino, in interviste molto interessanti sugli argomenti più vari. Modi particolari per ascoltare la voce di alcuni dei migliori scrittori che l’Italia abbia prodotto, senza mai essere noiosi oppure accademici.


Mal d’America - Vasco Pratolini, Fernando Birri: Un film mai realizzato, una sceneggiatura che si apre con un’insurrezione anarchica e continua con le emigrazioni verso l’Argentina e gli stranianti ritorni a casa. Personaggi orgogliosi e testardi, storie di fine Ottocento perfettamente paragonabili ai nostri tempi. Peccato che non sia mai stato girato il film.

sabato 26 gennaio 2013

Soldini Soldoni & Soldazzi.



Non sarò certo io a svelarvelo adesso, ma per le banche non è un buon momento. Scandali, fallimenti, salvataggi in extremis, aiuti di Stato. Una gestione allegra del denaro altrui e giochi troppo spericolati in Borsa stanno affossando la già poca simpatia che c’era attorno agli istituti di credito. Dal bonifico al malefico, potrei dire se avessi una passione per i giochi di parole orribili, in realtà oggi voglio parlare delle banche e di tutto quello che gira attorno a loro. Risparmiatori, cassieri, riparatori di bancomat, fino ad arrivare ai rapinatori. Fanno pur sempre parte dell’indotto, no?

 Rapinare le banche prima che sia troppo tardi

Se sei stato un brillante studente di economia, probabilmente lavorare in banca potrebbe sembrarti un buon impiego. Visto però che conosci bene i meccanismi della circolazione del denaro, perché non pensare a una ancora più brillante carriera da ladro? È quello che succede nel Blues del rapinatore, dove un ex studente di economia ora fuorilegge raccoglie le confessioni dell’ex braccio destro del Primo Ministro danese, adesso in carcere. Ne viene fuori quello che tecnicamente gli economisti chiamano “un casino”, nonché uno dei gialli scandinavi più belli che ho letto negli ultimi tempi.
E se invece fossero le banche a rapinarti?

Sapresti come difenderti? Servirebbe a ben poco chiamare le forze dell’ordine, l’unico metodo per farsi giustizia da solo è leggere Mani in alto, questa è una banca. Imparerai come contrattare con i custodi del tuo denaro, riuscendo a spuntare condizioni interessanti senza neanche leggere il prospetto informativo. In più scoprirai tutti i meccanismi attraverso i quali le Banche lavorano, l’unico segreto che non viene svelato è perché in un famoso spot di una banca il Capo Supremo tracciava cerchi nella sabbia. Quello non lo sapremo mai.
Anche se alla fine proprio non riesci a migliorare la tua situazione finanziaria, non conviene comunque fare come uno dei protagonisti del libro Prestiti scaduti, che a un certo punto diventa serial killer di direttori di banca, decapitandoli uno dopo l’altro. Sicuramente efficace come metodo per appianare i propri debiti, ma il metal detector suona già per le chiavi di casa, figurati che cosa succederebbe se entrassi sguainando una spada da samurai!

Dietro ogni bancomat, una storia

Cosa si nasconde veramente nei meandri della finanza e delle banche italiane? Vuoi davvero saperlo? E allora fattelo raccontare da Cesare Geronzi, uno dei personaggi più potenti e influenti degli ultimi anni, che ha gestito miliardi di euro nel vero senso della parola e che si racconta in maniera totale e spassionata nel libro Confiteor.

 Ne vengono fuori tante belle cose che non sapevamo e che svelano i retroscena degli ultimi trent’anni del nostro Paese. Partendo proprio dall’inizio, ovvero di quella volta in cui a 11 anni rubò Parco della Vittoria al suo avversario a Monopoli. Sto scherzando ovviamente, si trattava di Vicolo Corto.
Ultimo libro, un’offerta specialissima: per solo un euro puoi avere un’analisi dettagliata della crisi mondiale e del perché stiamo vivendo una guerra che si combatte più con i soldi che con le armi. Te lo spiega Elido Fazi in La Terza guerra mondiale?. Io non riuscirei a essere così lucida nelle analisi, anche perché l’unica guerra che combatto è con il conto corrente che continua a calare inesorabilmente nonostante tutti i miei sforzi.

venerdì 25 gennaio 2013

Strani Autori.. Noti e non (anzi, Nin)


Le recensioni del venerdì....





L’angelo Esmeralda, Don DeLillo: il ritorno del caro Don (lo chiamo per nome perché è amico mio, ovviamente) non posso non recensirlo. Che sia uno dei più importanti, e a ragione, autori statunitensi di oggi, si sa. Che è appena stato pubblicato un nuovo titolo in Italia a suo nome, a qualcuno magari è sfuggito. L’angelo Esmeralda è una raccolta di racconti, racconti selezionati dallo stesso scrittore, nell’arco di ben 30 anni di ridente carriera letteraria.






Ed ora: Anaïs Nin. Chi mi fece arrivare a conoscere questa brava donna fu Henry Miller, che fu legato sentimentalmente alla Nin per anni e anni, in una relazione che a molti potrebbe sembrare strana, per il semplice fatto che non era affatto monogama, e ne erano perfettamente consapevoli entrambi (per dirne una, lei gli inviava denaro da poter spendere con le prostitute di suo gradimento). A parte queste curiosità sulla vita privata, la Nin fu una scrittrice, soprattutto di letteratura erotica, e questa parola, nel suo caso, ha un senso.







Per sempre carnivori, Cosimo Argentina: stavolta invece il nome che firma il libro penso non risulti già sentito a tutti. Cosimo Argentina è di Taranto, classe 1963. Per sempre carnivori non è il suo primo romanzo (vedi Cuore di cuoio, del 2004), è ambientato giù al Sud, e vede protagonista un professore precario che ha l’hobby della bottiglia e di non tenere a freno gli ormoni quando dovrebbe.

Il buon vecchio Georges Perec & la lettera 'e'



Romanzi, giochi stilistici, notturni sproloqui di un creativo pronto a confrontarsi con una sfida, pizzico salato contro la crisi di novità o malsano gioco…ed ecco che, dopo quasi due intere righe nelle quali ci siamo sforzati di “far senza”, la lettera 'e' ritorna ad affermare il suo diritto d’esistenza. Perché la sua intera rimozione all’interno di un testo non breve resta un’opera titanica, alla quale sottoporsi non é per niente facile. Accentata o pura, tale lettera, con il suo innegabile portato di enumerazione, è la base stessa delle descrizioni, ambientali e non. Legame fondamentale, ben più forte della sottile virgola, ma anche indispensabile vocale dalla fonetica apertura che quasi forza la pronuncia in un sorriso obbligato.Eppure la storia della sua rimozione esiste, eccome, e coincide con  
“La disparition”
lipogramma dello scrittore francese Georges Perec.


Un racconto che ha il ritmo serrato dell’avventura, e che mescola elementi fantastici ad un clima da poliziesco di violenza estrema senza alcuno spiraglio per la salvezza. Universo quasi surrealista di sfingi e indovinelli nel quale i personaggi che si distruggono a vicenda e progressivamente, rievocando la stessa storia dell’autore, colpito dalla morte di eux entrambi i genitori, il padre ucciso in guerra nel 1940, e la madre deportata ad Auschwitz agli inizi del 1943. Radici che affondano la storia nel dolore della guerra e sostanziano alcune ragioni espresse dallo stesso Perac in un’intervista del giugno del 1969, conservata sul sito degli archivi nazionali ina.fr, una perla da rivedere per apprezzarne il solo apparente nonsense che prende forma già nella definizione della grande assente:

" un cerchio, non completamente chiuso che termina con un trattino dritto "

'Scomodo' De Sade


 ..Ci sono romanzi dei quali è difficile parlare, per il soggetto, per la reputazione dell’autore, per l’aura che li avvolge e persino per la storia che caratterizza i loro manoscritti. E’ il caso delle “Centoventi giornate di Sodoma”, la prima e anche la più estrema opera di de Sade scritta nel 1785 in soli trentasette giorni, all’interno della prigione della Bastiglia e dissimulata fino al luglio del 1789. Vergato a calligrafia minuscola sulle due facce di un rotolo di carta fine lungo 12,10 e composto da foglietti di 12 centimetri di larghezza incollati uno all’altro, il testo così occultato resterà una delle spine del fianco del suo autore, che piangerà “con lacrime di sangue” la convinzione che sia stato bruciato durante la Rivoluzione.
Ma de Sade non sa che è stato recuperato dal cittadino Arnoux de Saint-Maximin, che l’ha rivenduto alla famiglia del Marchese de Villeneuve-Trans che lo conserverà per tre generazioni per poi cederlo nel 1900 a Iwan Bloch, dermatologo, psichiatra e inventore della sessuologia che si preoccuperà di farlo pubblicare in edizione tedesca, infarcita di errori, uscita solo qualche anno dopo sotto pseudonimo.



Passato di mano in mano arriva per interessamento della famiglia di mecenati del visconte Charles de Noailles e di Marie-Laure Bischoffsheim, imparentata alla lontana con de Sade (già sostenitrice del film L’Age d’or, di Luis Buñuel e Salvador Dali) a Maurice Heine, ex-giornalista, editore e scrittore che lo riedita con cura fissando la versione di riferimento, pubblicata sotto la dicitura “pour bibliophiles souscripteurs” al fine di aggirare la censura. Ma le vicissitudini non finiscono qui, perché la figlia della coppia Nathalie eredita il manoscritto e lo affida nel 1982 all’amico editore Jean Grouet, che lo vende per 300 000 franchi all’imprenditore svizzero appassionato di curiosa, Gérard Nordmann. Scoperto il furto inizia un lungo braccio di ferro transfrontaliero che ha visto l’entrata in campo dell’italiano Carlo Perrone, figlio di Nathalie de Noailles, desideroso di recuperare il prezioso bene. Anche Gérard Lhéritier, collezionista e creatore del Musée des lettres et manuscrits, di Parigi si era mostrato interessato, ma le cose potrebbero prendere un nuovo tornante e riportare l’opera in Francia.
Il suo contenuto (adattato al cinema da Pasolini) sarebbe talmente insostenibile da figurare a buon titolo nel saggio “La Littérature et le Mal” di Georges Bataille, da spingere la Corea del Sud a decretare un divieto per “oscenità estrema” e ad ordinare la conseguente distruzione di tutti gli esemplari presenti sul territorio. Quel che resta é soprattutto un gioiello letterario al centro di una complessa contesa, come testimonia l’estratto dell’articolo di Le Monde:
".. Nessun dubbio che (de Sade) avrebbe apprezzato la sordida battaglia che si accanisce oggi intorno al manoscritto delle Centoventi giornate di Sodoma. Una storia di furto, di passioni e di denaro naturalmente. Una lotta che non sarebbe dispiaciuta al Divin Marchese e potrebbe arrivare ad un lieto fine. Due famiglie di collezionisti e la Bibliothèque nationale de France (BNF) tentano di trovare un terreno d’intesa per metter fine a venticinque anni di conflitto, in Francia e in Svizzera, per far entrare il documento nelle collezioni nazionali. Una trattativa dal considerabile budget, di più milioni di euro, e ad alto rischio, visti gli altri predatori in attesa, ma che secondo Parigi sarebbe “ben avviata”. "

giovedì 24 gennaio 2013

La coperta 'strattonata'




L’altra notte stavo leggendo. E fin qui, niente di eccezionale. A un certo punto un passo: “Mario dice di aver visto delle figure paranormali e non scherza, e Mario non dice bugie”. Niente di eccezionale neanche in questo caso. Il fatto è che mi ha riportato a certi racconti di mia nonna. A uno in particolare: lei che, da bambina, se ne sta a letto sola, nel bel mezzo della notte, sente la coperta venir tirata verso il basso, la coperta scende, lei si solleva a riprenderla, una mano gelida la tocca, lei ripiomba addormentata. Ora, io non crederei a mezza parola di questa storia normalmente. Perché ci penso ancora allora? Perché mia nonna è come il buon vecchio Mario: non scherzava al riguardo e non diceva bugie.
Torniamo a me e all’altra notte. All’1:00 ho chiuso il libro e gli occhi. Ma li ho riaperti di scatto quando, verso le 4, la mia coperta è stata strattonata verso l’alto. Ho ripensato al libro e alla coperta di mia nonna, alle presunte presenze ignote e alle più presunte impressioni fallaci. Non parliamo di coperte oggi, mi dispiace. Parliamo di fantasmi e esseri inquietanti.

Senza dubbio
Comincio con tre libri che ti piazzano di fronte quelli che son fantasmi senza se e senza ma. L’angelo nero, ad esempio, di Tabucchi. Sono racconti, questi, dove la vita comune e concreta di persone assolutamente comuni e concrete viene intralciata e diretta da presenze nere, malvagie. Piombano improvvisamente, senza che tu possa individuare l’inizio di tutto, né, similmente, la fine.
Secondo autore che non lascia spazio a equivoci, perché son proprio spettri i signori di cui parla, è Michele Mari. Non so se conosci già quest’autore italiano dei giorni nostri; se la risposta è no, il mio umile consiglio è che dovresti. In Fantasmagonia, per tornare ai nostri spiriti, Mari è chiaro: “per fare un fantasma occorrono una vita, un male, un luogo”. Sono più di trenta le vite e i luoghi che ci tratteggia davanti, e più di trenta gli spettri che li intaccano: scrittori famosi di tempi andati, personaggi che definire bizzarri è dire poco, e addirittura protagonisti dei canti danteschi.
Infine, un classico. Se si discorre di libri e fantasmi non citarlo è uno scempio. Il giro di vite di Henry James è un capolavoro che distorce l’infanzia da età innocente e età inquietante, e è pure un giallo impeccabile. Ti basterà cominciare a leggerlo, e diventerai quella povera istitutrice senza neanche accorgertene, parola dopo parola.


Fantasmi, o quasi
Ora torniamo in una dimensione più simile a quella in cui io mi sono risvegliata l’altra notte, riassumibile con: “non sono mica così sicuro che quello che ho sentito era proprio quello che penso di aver sentito”. La morte muove e perde in sette mosse sta in questo limbo: sette racconti, sette momenti diversi, sette persone reali che non hanno nulla a che fare tra loro. Ciò che le accomuna: il contatto con qualcosa d’indefinibile e sinistro nel bel mezzo della tranquilla vita quotidiana.
Infine, un libro che alla parola “fantasma” dà un’accezione particolare. Con Oggetti smarriti e altre apparizioni, Beppe Sebaste ha condotto una ricerca insolita: quella degli oggetti che sono stati perduti da qualcuno. Un esempio: le carte d’identità; infinite, innumerevoli. Ebbene, questi oggetti sono per Sebaste tracce, non solo di certe nostre abitudini sociali, ma anche di una nostra specificità interiore: quella di andare alla ricerca più dell’assenza che della presenza. E un fantasma è questo: è ciò che manca.

martedì 22 gennaio 2013

L'incontro. Poesia di K. Mansfield


Ci sono incontri che non sono tali, ma portano con sé la separazione. Succede quando ci si ritrova per salutarsi per una partenza, per esempio, e il treno che parte ne è l’immagine più classica. Se tale separazione, forzata, riguarda due persone che si amano, allora l’incontro assume sfumature da tragedia.
È quanto ci racconta la scrittrice e poetessa neozelandese Katherine Mansfield (1888-1923) nel suo componimento L’incontro. Se molti di noi la conoscono come autrice di stupendi racconti, non dobbiamo dimenticare i suoi poemetti, ardenti di passione, in cui condivie le vicende tormentate di un amore giovanile che non è andato a finire bene.






" E cominciammo a parlare,
Guardandoci un attimo, imbarazzati e schivi,
Intristivo nelle lacrime crescenti,
Ma piangere non potevo; e ardevo
Prenderti per mano, se la mia
Non avesse tanto tremato.
La somma facesti quindi dei giorni
Che portavano a un altro convegno,
Benché ognuno sentisse nel cuore
Che appartato andava ormai per sempre.
Il suo d’una campana acuta infittì la stanza.
«Ascolta», dissi. «Batte alta
Come un cavallo in galoppo sopra una deserta strada,
Né meno cruda d’un galoppo perso nella notte».
La morsa delle tue braccia mi fece tacere,
Finché il rintocco travolse il battito dei nuovi cuori.
«Non posso andare» scandì la tua voce,
«Quanto vive di me è qui in eterno».
Così in disparte te ne andasti.
Il mondo era mutato. La campana giunse sopìta,
E sempre più fioca divenne una minuta cosa.
Confidai all’oscurità: «Se si ferma devo morire». "

giovedì 17 gennaio 2013

Un grande salto (virtuale) per l' Umanità...




Ci sono notizie di fronte alle quali uno non può far finta di niente. Intendo quelle trovate o scoperte che sono una rottura e un nuovo punto d’inizio nella storia dell’umanità, uno scatto in avanti che ci cambia già nell’immediato e ci cambierà ancora più profondamente a lungo andare. Posso scomodare il termine “rivoluzione”, sì, se me lo concedete. Una rivoluzione dalla portata immensa compiuta da un singolo misero oggetto, o da una legge fisica prima ignorata, o da un fenomeno naturale di cui improvvisamente qualcuno s’accorge.
Quando si pensa: “Ci siamo. Stavolta non saremo più gli stessi”, dove è l’intero genere umano, il soggetto della frase.
È senza dubbio questo il caso dell’invenzione di cui ho appreso l’esistenza ieri pomeriggio: al CES di Las Vegas di quest’anno (la più grande fiera internazionale dei prodotti elettronici di consumo) è stato presentato un esempio concreto, da toccare e guardare, di… camerino virtuale. Capite? Non dovremo più spogliarci nei negozi di abbigliamento! Ditemi se non è una conquista per l’umanità, questa. (...!!) -sigh-


                                         ...Allora oggi vi parlo di tecnologia virtuale.



Qualche domanda:

Tomás Maldonado ha un’infinità d’interessi, e tra questi ci ha messo la tecnologia, ponendosi proprio il problema del rapporto che si sta instaurando tra Reale e virtuale. Oltre a notare come le tecnologie dedicate al virtuale siano state sviluppate soprattutto per creare oggetti per uccidere o dilettare, si chiede: dobbiamo aspettarci un futuro del tutto immateriale? Pare di no. E chi gliel’assicura, a lui? La nostra dipendenza dalla fisicità: “Piaccia o meno, noi siamo condannati, come tutti gli esseri viventi, a dover fare i conti con la nostra fisicità e con quella dell’ambiente”.

Kevin Kelly, cofondatore della rivista Wired, ambientalista e studioso appassionato di tecnologia, s’è posto analoghi quesiti. Partendo dai progressi anche poco noti della ricerca tecnologica, non si è fermato a ricordare il passato, si è proiettato anche nel futuro. Cosa ci succederà considerando la direzione che stanno prendendo varie branche tecnologiche? Ha cercato di capire Quello che vuole la tecnologia. Risposta: espandersi. Sta a noi decidere quale forma di espansione darle.

Infine, qualcuno che si pone di fronte al virtuale per allontanarsene. Anziché immaginare i possibili sviluppi della tecnologia, Luciano De Crescenzo recupera il passato, un certo tipo di passato che, su di noi, ha le stesse capacità di azione d’immedesimazione del virtuale. La mitologia. Ulisse era un fico perché era già un uomo moderno, Amore e Psiche hanno qualcosa da dirti sull’amore, Narciso non è troppo distante da te che ti aggiusti davanti allo specchio, e, se hai dubbi sulla vicinanza a noi di certi dei, ricorda che Zeus tradiva come non ci fosse stato un domani.



Abituati al virtuale:

Per chiudere, due fuoriclasse di mondi virtuali. Si tratta di due autori di fantascienza: uno venuto prima e considerato un maestro, un altro arrivato dopo e elogiato da molti amanti del genere. Entrambi hanno scritto romanzi in cui il confine tra reale e virtuale è indistinguibile o labile.
Il primo è Philip Dick. Nelle Tre stimmate di Palmer Eldritch il virtuale è doppio: c’è quello che riproduce la nostra Terra e consola i poveri terrestri finiti a vivere su Marte, c’è quello che simula una realtà del tutto immaginaria e è controllato da un unico essere umano. Entrambi sono frutto di droghe potenti.


Il secondo autore è Paul Di Filippo. Lo scontro tra reale e virtuale è esplicito in un racconto come Wikiworld. Ma qui vi accenno a un romanzo: Un anno nella città lineare. Il titolo dice l’ambientazione: siamo in una città costituita da una strada lunghissima, di cui nessuno sa se esista inizio e fine. Gli unici limiti visibili sono quelli ai lati della strada: i binari e il fiume. Oltre questi, l’oltretomba. Una tipica città di provincia, diciamo.

venerdì 11 gennaio 2013

Best best best sellers: Camilleri, Grisham & Patterson


Oggi la rubrica ospita un settore in particolare: quello delle nuove uscite dell’anno che promettono di piazzarsi nella top ten dei libri. In altre parole, quelli che si possono chiamare best seller ancor prima di aver controllato i dati di vendita. Ne ho scelti 3 :


  

- Il tuttomio, Andrea Camilleri: non c’è Montalbano, diciamolo subito. C’è invece un caso di cronaca nera italiana a far da base: il Delitto di via Puccini, successo a Roma nell’agosto del 1970. Personaggi coinvolti: un marchese, la moglie e l’amante.
Dalla base si parte, ma si va oltre, perché la trama del romanzo non rispecchia semplicemente e fedelmente quella del delitto. Nella finzione camilleriana a far da protagonisti ci sono una giovane donna e un meno giovane marito. E il sesso, centrale in quest’ultimo lavoro dell’autore siciliano.






 - L’ex avvocato, John Grisham: per chi non lo conoscesse, John Grisham è un autore statunitense, scrive gialli, legal thriller come vengono definiti precisamente, e ogni titolo che firma è un best seller quasi assicurato. Quest’ultimo, pubblicato in Italia con l’anno nuovo, ruota attorno alla figura di un ex avvocato, ora in prigione, che potrebbe aiutare l’FBI nel capire cosa c’era all’interno di una cassaforte trovata svuotata nell’abitazione del giudice Fawcett. Trovato morto.



- Il segno del male, James Patterson: anche Patterson è statunitense e scrive gialli. Anche lui se scrive un libro ha quasi la certezza che finirà in classifica tra le prima posizioni. Il segno del male esordisce con una studentessa nel bel mezzo delle promesse migliori della vita, se non che ci viene subito fugato ogni dubbio: sta per morire. Non subito però, bisogna aspettare un po’, e che Alex Cross, nome che agli affezionati di Patterson dirà tutto, si metta di mezzo.

giovedì 10 gennaio 2013

Ancora ... Andersen!

La prima fiaba del giovane Andersen scovata sul fondo di uno scatolone...

È stata definita come la più grande scoperta riguardante Hans Christian Andersen dai tempi del ritrovamento delle memorie dello scrittore, avvenuto nel lontano 1920 presso la Biblioteca Reale di Danimarca. Si tratta dell’eccezionale recupero della prima fiaba del giovane autore, probabilmente scritta tra il 1822 e il 1826, quando era appena maggiorenne e che testimonia del precoce interesse per il genere letterario in prosa che lo avrebbe reso immortale.
Da “la Sirenetta”, al “Il soldatino di stagno”, passando per “Il brutto anatroccolo” e “La piccola fiammiferaia”, bambini di numerose generazioni hanno sognato a partire dalle sue invenzioni e potranno ora “mettere il naso” in un racconto inedito rinvenuto a pochi giorni dal Natale e quasi per caso.
Perché il manoscritto in questione giaceva abbandonato sul fondo di un cartone prima di ritrovarsi tra le mani dello storico Esben Brage che, piacevolmente stupito dall’accaduto non ha esitato a dichiarare, secondo la citazione tradotta a partire da uno dei blog del New York Times:

 " Sono impazzito di gioia e ho immediatamente contattato il conservatore degli archivi per comunicargli la mia scoperta."

Sei pagine intitolate “La candela di sego”, per narrare la tenera e commuovente vicenda di un lumicino che desidera ardentemente di essere acceso. Dedicato alla Signora Bunkeflod, vedova di un pastore presso la quale Andersen si recava abitualmente per prendere in prestito dei libri, il racconto breve aggiunge un nuovo tassello all’opera di uno dei maggiori scrittori per l’infanzia, e suona un po’ come un regalo anticipato pronto ad arricchire l’atmosfera festiva di questi giorni di inizio anno.

mercoledì 9 gennaio 2013

Denti sì... Denti no?




Ieri la mattinata è iniziata con una conversazione con un cliente che ha esordito così: “Mi sembra che la guancia mi stia colando via dal teschio”. Non si stava squagliando, era appena stato dal dentista e sotto l’effetto dell’anestesia.
Do quasi per certo che si sappia cosa significhi, non riuscire a governare il labbro inferiore, avere la bocca aperta e storta senza avvedersene, sforzarsi di mantenere la faccia simmetrica senza successo, e inondare lo studio del dentista quando ti chiede di sciacquare la bocca operata. 

Oggi parlerò dei denti. 

Morsi e igiene
Non potevo non approfittare del destro offertomi da questo tema per proporre questo classico. Se dico denti, dico anche canini, e allora dico pure vampiro, secondo la figura che oggi noi abbiamo di quest’essere che nell’immaginario esiste da secoli. Bram Stoker ha avuto il merito di scriverci su una storia perfettamente costruita, dirigerla da gran scrittore, e siglare uno dei libri più memorabili che l’‘800, al tramonto, ci abbia lasciato. Il suo Dracula si è fatto largo tra i tanti vampiri letterari del tempo, e è rimasto più degli altri.
Dal morso di un vampiro passiamo a quello di una tarantola. Nel 1959 un certo De Martino fece un viaggio, scrisse un saggio e portò alla luce un fenomeno fino a quel momento sconosciuto: il tarantismo. Che cos'è? In pratica si tratta di donne che, in Salento, si dicevano morse da tarantola, e espiavano questo morso con una danza da possedute in un giorno preciso dell’anno. Riportò 37 casi, De Martino. Angelo Morino, autore italiano di oggi, è voluto partire da qui per scrivere Rosso Taranta, che è un romanzo, segue le orme della spedizione precedente, e ci regala un bel quadro del Salento e delle tarantate.
Infine, se dico denti penso anche a un sorriso, ma se è un sorriso con denti gialli preferisco non pensarci. Denti bianchi, dunque, soltanto. Questa storia è stata un caso letterario nel 2000, e ancora prima, prima ancora di essere pubblicata, quando fu addirittura organizzata un’asta tra editori per accaparrarsela. L’autrice, Zadie Smith, s’è presa così la fama, con questo romanzo ironico e grottesco su una Londra multietnica che ha la pluralità di voci delle culture e delle generazioni diverse che la abitano.

Denti soli
Anziché comparire in una schiera da 32, 24, 15 o 8 (se si hanno ancora pochi anni, o se ne hanno ormai troppi), i denti a volte vengono considerati in quanto pezzi singoli, unici. E è questo secondo aggettivo ad addirsi all’inchiesta divertente e movimentata che Peter Manseau ha portato avanti per cercare di capire cosa fa di un resto una reliquia. Nella Bottega delle reliquie si va dal dito del piede di un santo, al pelo della barba di Maometto, a un dente, appunto, del Buddha. Poi si scivola ai giorni nostri, dove alle reliquie dei santi si sostituiscono spesso le reliquie dei divi. Per dire, in un museo della Georgia Manseau ha trovato esposta una probabile unghia del piede di Elvis. Pare fosse rimasta incastrata nella moquette di Graceland.
Infine, denti singoli utili a ricostruire le nostre origini. Addirittura si va a prima ancora che ci formassimo, noi bipedi umani, a quando, in Africa, delle scimmie cominciarono a modificarsi. Un processo che durò giusto qualche milione di anni. Si tratta dell’Evoluzione umana il cui risultato siamo noi. Sì, anche io e te. Ce lo assicura Giorgio Manzi.

lunedì 7 gennaio 2013

.. Perchè il pollo ha attraversato la strada?!



La domanda è spinosa e le risposte sono molteplici: 
come mai il pollo ha attraversato la strada?

In rete si trovano risposte su risposte, congetture, analisi, supposizioni, teoremi e citazioni… Ma la questione rimane senza risposta. A meno che non decidiate di leggere il libro di Renato de Rosa dal titolo La variante del pollo (come fare bella figura senza aver mai letto un libro), pubblicato da Mursia.
Il divertente testo di Renato de Rosa è, in realtà, un libro di esercizi sullo stile di vari scrittori italiani. Ne citiamo alcuni: Alessandro Baricco, Stefano Benni, Enzo Biagi, Italo Calvino, Andrea Camilleri, Umberto Eco, Giorgio Faletti, Oriana Fallaci, Melissa P, Federico Moccia, Gianni Rodari, Susanna Tamaro, Bruno Vespa, Fabio Volo…
Ogni capitolo è composto di tre parti: un paio di righe di introduzione all’autore (sempre con tono ironico), un’osservazione che ti farà fare bella figura (ovverosia il sottotitolo del libro: una frase a effetto per ogni autore presentato) e poi la narrazione del perché il pollo attraversi la strada, scritta come esercizio sullo stile dell’autore in questione.


Si tratta di esercizi pienamente riusciti, perché leggendo le pagine dedicate ai vari autori, ci si ritrova realmente dinanzi allo stile dell’autore con un effetto comico eccezionale sia per la narrazione in sé (la storia del pollo raccontata più e più volte ma sempre diversa), sia per qualche esagerazione sullo stile messa proprio lì dove è necessario per prendere bonariamente in giro i blasonati autori della letteratura nostrana.
Ciliegina sulla torta è il capitolo finale Le conclusioni (del pollo) in cui il celebre pollo dice la sua, mettendo insieme una serie di frasi fatte e modi di dire che hanno dell’incredibile.
Da leggere, un racconto al giorno, soprattutto ora che le feste son finite e si rischia di diventare tristi.





"State per leggere questo libro e vi state chiedendo che vantaggio ne avrete. Più di uno in verità. Innanzitutto troverete finalmente risposte concrete e convincenti alla fatidica domanda che l’umanità si pone da millenni: «Perché il pollo ha attraversato la strada?». […] Per trovare la soluzione avevamo bisogno della fantasia e dell’ingegno italici, così abbiamo chiesto il parere dei migliori scrittori nostrani. Purtroppo gli autori interprellati non ci hanno risposto. In verità qualcuno non è più tra noi e gli altri non ci hanno riservato maggiore attenzione. […] Così abbiamo escogitato una soluzione geniale: i loro interventi li abbiamo scritti noi. […] Questa scelta vi assicurerà un altro importante vantaggio. Oltre a conoscere la verità sui variegati motivi che spingono il pollo ad attraversare la strada, potrete incrementare la considerazione di cui godete in società. "



domenica 6 gennaio 2013

Stati d'animo & Cucina **


Dopo l’abboffarsi delle festività invernali, forse non avrete voglia di ulteriori ricettari, ma potreste cambiare idea con Le Ricette Umorali di Isabella Pedicini (Fazi Editore), che ridisegna una geografia della cucina attraverso gli stati d’animo con i quali vi facciamo ingresso, e relative ricette. Perchè c’è la ricetta per quando sei di umore sanguigno (tipo il Tiramisù), quella per l’umore collerico-furioso-dissonante (tipo i rigatoni alla carbonara) e quelle per l’umore capriccioso (zampone e lenticchie).

Non mi è chiaro se lo scopo finale della ricetta in questione è ri-bilanciare i disequilibri relazionali della giornata; perchè è vero che molti sublimano lo stress tra i fornelli ed è proprio lì, tra mestoli, taglieri, schiumarole e pentolacce, che incanalano intuizioni, creatività, fisse culinarie e sentito dire in un mix spesso e volentieri terapeutico. E’ un manuale questo, ricco di disinacanto (al largo gli chef patinati e pretenziosi), con ricette che più terra terra non si può, ma con ricche dosi di umorismo a insaporire il tutto. E tra il serio e il faceto poi, ecco i dilemmi che ci attanagliano tutti: la Nutella, tenerla in casa sì o no?

(*Nel mio caso, meglio di NO.)

L’autrice non è certo una che si prende troppo sul serio, a partire dalla sua cucina caotica che ispira simpatia immediata; che poi in realtà lei sarebbe una studiosa e critica di storia dell’arte con all’attivo il volume sulla fotografia di Francesca Woodman. Ci sarà da fidarsi a provare queste ricette? Non ne sono troppo sicura, ma gli elementi di educazione sentimentale abbondano, del resto è cosa ovvia che nel rapporto con il cibo si esprimono le proprie emozioni più profonde. Un linguaggio intrinseco che spesso si scioglie alla seconda birra (o 2 bicchieri di sakè dopo) e che dice parecchio di chi vi sta davanti quando siete seduti a tavola, fateci caso!


Albert Camus & l' Esistenzialismo

Albert Camus (1913-1960), premio Nobel per la Letteratura 1957.


 "Nella profondità dell'inverno, ho imparato alla fine che dentro di me c'è un'estate invincibile."
- A. Camus -

Il 2013 sarà un anno di Albert Camus. Sono molti i segnali che lo lasciano presagire ad un secolo di distanza dalla sua nascita e a ben cinquantatré anni dalla sua morte, avvenuta in un incidente automobilistico il 4 gennaio 1960.
Perché non solo lo scrittore francese resta uno dei pilastri della letteratura d’oltralpe, ma superate le resistenze di allora, legate alle sue origini algerine, la vasta opera che ha prodotto gode di un ampio riconoscimento, avvalorato e allo stesso tempo contestato dalle polemiche che hanno circondato la grande esposizione di Aix-en-Province e sostenuto dall’intervista-radio rilasciata a France Culture da Roger Grenier, giornalista (ingaggiato proprio da Camus nella redazione di “Combat”, quotidiano clandestino e organo stampa dell’omonimo movimento di resistenza), scrittore a sua volta, ma soprattutto biografo ed amico di Albert Camus, scelto per inaugurare un periodo ricco di interventi dedicati proprio all’autore franco-algerino.

“Camus et moi”, un’occasione per ascoltare i ricordi di Grenier, ricostruendo progressivamente il volto di un’epoca e quello di un mito mai sopito, al centro di un evento da ricordare attraverso un testimone d’eccezione:
E per aprire questa settimana eccezionale abbiamo invitato un monumento dalla fragile apparenza, meta di visitatori del mondo intero desiderosi di ascoltare i racconti delle sue amicizie e la sua traversata del secolo. Che percorso eccezionale quello di colui che, dalla resistenza a Gallimard, ha vissuto accanto ai più grandi intellettuali ed è stato amico intimo di Claude Roy, Pascal Pia, Romain Gary, Ionesco, Joseph Kessel, Julio Cortazar, Henry Miller, Lawrence Durrell…




6 GENNAIO... Anziane volanti dal naso adunco!



E siamo giunti all’Epifania o Befana. Sembra ieri che ci stavamo preparando al Natale, con vari consigli di libri da regalare e da leggere e in un soffio ci ritroviamo all’ultmi giorno di queste festività natalizie. Per fortuna, diranno alcuni. Purtroppo, diranno altri.
La giornata odierna è dedicata soprattutto ai bambini e allo stupore dei loro occhi nel trovare la calzaappesa, piena di sorprese. Magari anche una bella fiaba arrotolata a mo’ di cartiglio ci starebbe benenella calza e potrebbe portare in dono la lettura. Ma se per una volta il regalo lo facessimo noi alla Befana? È l’idea di Gianni Rodari (1920-1980) nella poesia 

 'Voglio fare un regalo alla Befana' 

***

La Befana, cara vecchietta,
va all’antica, senza fretta.
Non prende mica l’aeroplano
per volare dal monte al piano,
si fida soltanto, la cara vecchina,
della sua scopa di saggina:
è così che poi succede
che la Befana… non si vede!

Ha fatto tardi fra i nuvoloni,
e molti restano senza doni!

Io quasi, nel mio buon cuore,
vorrei regalarle un micromotore,
perché arrivi dappertutto
col tempo bello o col tempo brutto…

Un po’ di progresso e di velocità
per dare a tutti la felicità!

Buona Prima Domenica di Gennaio a Tutti** :-)

sabato 5 gennaio 2013

Bosoni & rock 'n' roll

È sabato : questo significa che è giornata di recensioni.  
E di week-end incalzante.
 E di un pò di stanchezza da libraia, post festività.
Sì, oggi mi sento un pò pigra, ma le recensioni sono comunque pronte!
Buona lettura!




- Colori proibiti, Yukio Mishima: Yukio Mishima è autore giapponese che vale davvero la pena conoscere (noto anche per quello che ai nostri occhi è un bizzarro modo di uccidersi). Per questo motivo (cioè perché vale la pena conoscerlo, non per il bizzarro modo di uccidersi), avvistato un suo nuovo titolo sugli scaffali, io e il libraio non ci tratteniamo quasi mai dal segnalarlo. Questa è la storia per certi tratti inquietante tra un anziano e un giovane, e del contratto insolito che i due arrivano a stringere.

- Sempre più veloci, Ugo Amaldi: il bosone di Higgs ce lo ricordiamo tutti, la Gelmini soprattutto. Bene, questo libro vuole ricostruire il secolo di curiosità scientifica che ha portato fino alla ricerca che ha condotto a quel bosone. E spiegarci le conseguenze pratiche che certi studi scientifici, fondamentali, possono avere sulla nostra comune vita quotidiana.

- Illusioni perdute, Honoré de Balzac: un classico non ci sta mai male. Figura centrale e memorabile è Luciene Chardon: un giovane ambizioso, che l’ambizione la perde appena arrivato a Parigi, e trova piuttosto la perdizione, e lo sperperamento, fino a essere costretto a accettare la proposta di un ecclesiastico sinistro: lasciare guidarsi da lui, in cambio della promessa del raggiungimento di piacere e potere. E diventa Lucien de Rubempré.

- Life, Keith Richards: questa biografia, anzi autobiografia, è arrivata in cartaceo mesi fa, ma la ripropongo comunque. Keith Richards e la sua chitarra non hanno bisogno di presentazioni. In questo libro racconta vita e carriera nei Rolling Stones. Vita e carriera ordinarie e tranquille, come potete immaginare.

giovedì 3 gennaio 2013

Gli Inizi.

Questa volta la fine e l’inizio dell’anno hanno coinciso per me con altri termini e altri inizi. Nel giro di un mese sono cambiate più cose che nel corso dell’intero 2012. Certe trasformazioni me le son trovata davanti già fatte, e non mi era richiesto altro se non adeguarmi. Altre invece sono state proposte.
Tutto questo è accaduto in contemporanea con i mesi finali del 2012, perciò il 2013 si apre per me con nuove, bellissime, prospettive. Ho pensato che certi cambiamenti ti capitano indolori, altri ti costringono a tirar fuori la voglia di cambiare, anche se non ne avevi affatto l’intenzione. Comunque stiano le cose, c’è questo di buono: che è ancora tutto da fare, come sarà fatto dipende in buona parte da te, e sei costretto a reinventarti, il che non annoia di certo ed è una delle esperienze più sane e creative.

Oggi, che in più è il 3 gennaio, mi è sembrata una buona idea parlare di inizi
 


Si parte da zero

L’inizio di un libro, visto che qua di libri prima di tutto si parla, si chiama incipit, come sai. Bene, c’è un libro che dell’incipit ne fa materia di narrazione. Di 10 incipit per essere precisi. In Se una notte d’inverno un viaggiatore, Calvino ha immaginato un fantomatico Lettore che incappa in un libro di cui può leggere solo l’inizio, questo libro lo fa incappare in una Lettrice, e i due lettori continuano a incappare in romanzi che cominciano soltanto, senza proseguire. Ovviamente non succede per caso, c’è una trama dietro, come in ogni buon libro che si rispetti, anche in un libro che si compone di altri libri incompleti.
Ci sono uomini che nascono al principio di un secolo, in una città che è la culla di un genere musicale, di quel genere vedono in prima persona il nascere, lo prendono su di sé, ne incarnano l’inizio, lo fanno loro, e lo portano avanti con uno stile del tutto personale, contribuendo in maniera storica al suo sviluppo. Un uomo così si chiamava Louis Armstrong, detto Satchmo, la città in cui nacque e visse nei primi anni era New Orleans, e il genere musicale che gli sbocciò di fronte era il jazz.
Per andare a un inizio più recente, che, ora sappiamo, ci avrebbe coinvolto tutti, si può intraprendere il Ritorno al piccolo regno, un regno informatico rafforzatosi fino a dominare costumi e abitudini. In questo libro si ripercorrono gli inizi delle idee e dei progetti pratici di Steve Jobs, e di chi, assieme a lui, mise in piedi quello che oggi è un impero, più che un regno: la Apple. Per capire da dove vengono quei dispositivi di cui volente o no sei a conoscenza, e che magari hai tra le mani.

Tabula rasa

Ora non pensiamo all’iniziare ma al riniziare. Metti che hai sessantuno anni, che hai vissuto sempre ancorato a un ideale, ne hai fatto praticamente la tua prima guida nell’azione. Poi le circostanze ti costringono a rivedere tutto. E questo è solo l’inizio (per restare in tema), perché quel riconsiderare le proprie idee porterà fino al riconsiderare il proprio intero passato, e a dover fare tabula rasa e ricominciare. A sessantuno anni, ripeto. Succede a Feliks Zhukovski, in Per fare la frittata. Dove impariamo che “per fare la frittata bisogna rompere le uova”. Ne avevo il sospetto.
Infine, gli inizi delle relazioni. Anzi, partiamo dalla fine. Infatti in La fotografia Penelope Lively fa sì che, quando il rapporto è ormai finito, non per esaurimento del sentimento ma perché lei non c’è più, lui trovi una fotografia che lo obbliga a capire qualcosa che non aveva mai capito. Deve rivivere e indagare il principio di quell’amore, seguirne le linee attraverso cui si è trasformato nel tempo, e imporsi di cominciare a considerarlo in maniera del tutto diversa da prima.