domenica 24 novembre 2013

Immagination.


Una mia amica ha un bambino, questo bambino va all’asilo. Fin qui tutto bene.
È andata meno bene qualche giorno fa quando il bambino della mia amica si è avvicinato a un altro bambino. Un attimo prima se ne stavano tutti e due per i fatti loro a disegnare, un attimo dopo uno dei due, era in piedi e si incamminava verso l’altro. Con un paio di pennarelli ancora in mano. S’è accostato al piccolo corpo seduto del compagno, ha allungato un braccio, ha cominciato a pitturare il suo grembiule. Poi è salito fino al viso, l’ha colorato tutto. Tutto. Nel frattempo l’altro non s’è scomposto, è rimasto immobile. Questo momento di body art è stato interrotto dalla maestra sopraggiunta, che ha visto, s’è adirata, ha chiamato la mia amica, che ha ascoltato la storia, è andata all’asilo, ha preso in disparte il figlio, e gli ha chiesto perché avesse pitturato in quel modo il suo compagno.
La risposta è stata:
“Mi sembrava un foglio!”.
                                Oggi ci diamo a 
                                                immagini falsate e allucinazioni.


 Bambini..

 i dice abbiano l’amico immaginario, a volte, i bambini. Mai conosciuto un bambino che l’avesse. In 'Bassotuba non c’è' di Paolo Nori'', Learco, che bambinesco un po’ lo è, con quel modo d’esprimersi e quell’ingenuità con le donne e non solo, ha un angelo immaginario, con cui parla. Ma parla pure a se stesso e a noi tutti, e ce lo dice da subito:                               “Io sono quello che non ce la faccio”.
Pure in 'Intanto anche dicembre è passato' c’è l’occhio bambinesco. E alla fantasia del Fulvio infante, che sta a Palermo ma sogna Parigi, s’aggiungono altre fonti di immagini fasulle: le menzogne della madre Gemma, “nelle bugie gigantesca”; la demenza della zia, che, se le chiedi di che colore sia il gatto, risponde certa: “Azzurro”; la presenza di due figure storiche che a Palermo con Fulvio proprio non avrebbero potuto starci: Majorana, che dà ripetizioni di aritmetica, e Hitler, che ritinteggia casa.
Ci sono poi bambini che non si limitano a vedere cose inesistenti con l’immaginazione. Ci sono bambini che si procurano allucinazioni. Come Adamo in 'L’albero e la vacca', dove l’albero è il tasso su cui sale, la vacca, bianca, è quella che vede dopo aver mangiato certe bacche. E ride, e si diverte, e gli pare che non sia poi così male la sua famiglia che si sta sfasciando. Adrian N. Bravi ci fa leggere il romanzo come fosse veramente un bambino a parlare.



A una certa età...

Ora adulti e vaccinati. Ma con allucinazioni pure loro. Oliver Sacks è il neurologo che ha la capacità di trasformare casi medici in poderosi romanzi. Lo fa anche quando narra di persone assolutamente sane di mente colte da 'Allucinazioni' improvvisamente. Chi vede la rana di un cartone animato, chi uomini orientali, chi sente suoni o odori irreali. E Sacks ti spiega perché succede, cosa accade nel cervello per far sì che qualcuno per niente pazzo veda cose che non esistono.
Nella 'Conservazione metodica del dolore' riproduciamo invece immagini reali. O meglio lo fa Benito, che ha anni di ricordi da recuperare con due aiuti: 12 foto, e con le foto si sa, non si sbaglia: catturano quello che è stato oggettivamente; e poi la memoria. E ho pensato che la memoria ha due filtri che falsificano ciò che è stato veramente: quello dell’“io-passato”, ovvero com’è stato vissuto l’evento ricordato, e il filtro dell’“io-presente”, che sul passato del suo ce lo mette sempre.


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