venerdì 30 agosto 2013

Domenica 1 Settembre ... ❤ Primo Compleanno PICCOLA LIBRERIA ANDERSEN ❤







.. E' passato un anno dall'apertura di questo vivace e piccolissimo negozio di libri, un anno velocissimo, e ci si ritrova a pensare a tutto quello che ho visto accadere qui dentro.

I giorni in Libreria sono trascorsi veloci ma lenti, ricchi ma leggeri, sempre presa da mille e più impegni: incontri con gli auori, serate di presentazione, concerti, letture creative, seminari, mostre...
E' passato un anno eppure nonostante io abbia vissuto momenti così pieni e preziosi, ricchi di emozioni ed anche di qualche grande novità, io per la prima volta- strano!- qui non so di cosa parlare..
Ed allora provo a rileggere le 'antiche' pagine del mio blog, con i primissimi post pieni di speranza e sogni futuri per questo Piccolo negozio di Libri.. 

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Da un anno su queste pagine ho digitato lettere-post- impressioni e recensioni con il cuore leggero e le dita veloci.
E mi rendo conto che amo tanto questo lavoro, amo Piccola Libreria Andersen- è la mia piccola 'creatura'- .. E che i sogni e le belle speranze di un anno fa sono ancora ben presenti..Tanti sogni sono stati realizzati e l'impegno è costante e vivo per realizzarne di altri..!!



E anche dal Blog voglio augurare un
 Buon Compleanno, Libreria
E invitare tutti Voi Domenica 1 Settembre , a festeggiare insieme il Primo Anno, con un piccolo regalino e omaggi per Voi, che avete fatto GRANDE la mia Piccola Libreria Andersen.
Grazie.



martedì 27 agosto 2013

Ti prego.. Non dirmelo.


Non è un prologo-scherzo, quello che vedete sopra è il tema delle recensioni -POST FERIE-di oggi. Saranno stati certi pomeriggi d’agosto fuori città, il fatto che non ci siamo sentiti venerdì scorso, sarà stata la casa vuota (la mia) nei giorni appena passati. Parliamo di silenzio .




Silenzio rotto e subito
La donna che sbatteva nelle porte lo metto non perché parli di una donna che poi riesce a soffrire in silenzio l’urto senza imprecare. Sempre di sofferenza sopportata silenziosamente si tratta, però. Quella inflitta da un marito e di fronte a cui uno si chiede perché tacere: “Non mi viene una risposta vera (…). Mi amava e mi picchiava. Io lo amavo e mi facevo picchiare. È una cosa tanto semplice, tanto stupida e tanto complicata. È una cosa terribile.” Ma qualcosa a un certo punto la fa cambiare.

In Trastulli di animali di Mishima è invece il marito a esser muto, dopo esser stato aggredito dall’amante della moglie. Amante e moglie che ora, reso innocuo l’altro, vivono beatamente in casa sua. Beatitudine che s’incrina mano a mano, sotto lo sguardo per loro inquietante di quel marito silente. Sarà una discesa graduale nell’ossessione per entrambi.


C’è chi il silenzio lo squarcia, quello dei potenti in primis. Gli Hacker ad esempio. Ziccardi ne ha ricostruito la storia negli anni, ci racconta come sono cambiati, come operavano e operano, contro chi, perché, cosa rischiano. Intervista i diretti interessati, guarda anche a film e musica che di hacker si sono occupati, e fornisce qualche dritta pratica per “capire come navigare anonimi, come non lasciare tracce. Vuol dire comprendere come usare la tecnologia senza essere sempre sotto controllo.”


Titoli silenziosi
Ora due libri che il silenzio ce l’hanno nel titolo. Ingrid Betancourt ha preso in prestito Neruda: Non c’è silenzio che non abbia fine. Catturata nel 2002 dai guerriglieri delle Farc durante la sua corsa presidenziale colombiana, uscita dalla prigionia 6 anni dopo, ha scritto questo libro per ricordare ciò che ha passato, “sottoposta a tutte le umiliazioni, legata a un cappio come un animale“, costretta a fare tutto, tutto, davanti a tutti, testimone di scelte inaspettate da parte dei suoi compagni: “le Farc ci hanno fatto tirare fuori il peggio di noi stessi”.

Infine, Roberto Denti. Storico libraio che da poco ci ha lasciati, maestro nella letteratura per ragazzi, scrisse un romanzo che ha il pregio raro di essere adatto ad adulti e bambini. Fra noi due il silenzio è la storia di una passione tra ragazzini diversi scoppiata e portata avanti testardamente, fino a scelte drastiche ed epiloghi estremi.

martedì 6 agosto 2013

Lo faceva anche Topolino....


Negli anni 50 capitava che un bambino andasse in edicola, comprasse Topolino e ci trovasse dentro il suddetto e Pippo che.. spacciavano anfetamine. Era perfettamente normale, perché perfettamente normale era che certe sostanze si trovassero facilmente commercializzate, senza bisogno di prescrizioni mediche o alcunché, e anche che le case farmaceutiche che le producevano le pubblicizzassero abbondantemente tramite i principali media del tempo.
Non racconto questo perché mi sia capitato d’imbattermi in simili spot, negli anni 50 non c’ero nemmeno. Ho saputo tutto ieri, grazie a quest’articolo, http://www.erowid.org/library/books_online/mickey_mouse_medicine_man/mickey_mouse_medicine_man.shtml dove, tra l’altro, si trova l’intera storia di Mickey Mouse and the Medicine Man, che fa finire Pippo e Topolino in Africa a vendere agli indigeni Peppo, una sostanza che regala una certa iperattività (e alla fine fa anche parlare un elefante… o quasi).


Oggi ci droghiamo insieme. Anche pesantemente, devo dire. 




Chi c’è andato pesante
In Italia c’è un grosso deposito di cocaina. Si chiama Po. Tanto che pochi anni fa l’hanno usato come mezzo per stimare in modo migliore certo consumo. Paolo Roversi ciha costruito un giallo con un morto, su quelle acque drogate, ma anche inquinate e deturpate e irreversibilmente modificate. Ce lo dice il titolo stesso: Pescemangiacane, dal pesce siluro introdotto da qualche delinquente che ha distrutto le forme di vita del nostro lungo fiume.

In Alta definizione Eli Schwartz è generoso, non fa discriminazioni, le droghe le prova un po’ tutte. Anche perché di tempo ne ha, stando solo a casa ad abusare d’internet e d’altro. È anche un po’ ripugnante, Eli Schwartz. E forse Adam Wilson ha voluto che lo fosse, essendo contrario, lui che di droghe ne ha fatto abbondantemente uso in passato, a dipingerle come una fonte d’illuminazione. Però a schiodare Eli dal limbo d’ozio sarà proprio un uomo dipendente, da sostanze e da Viagra.

  Un altro che d’esperienza in materia ne vantava era Huxley. E oggi lo metto in recensione non solo perché nel suo Mondo nuovo gli uomini vivono in un unico grande Stato, ignari del passato, e sedotti e sedati con il soma, antidepressivo che li rende felici e per niente desiderosi d’altro. Huxley l’ho messo in recensione anche per la lettera in cui la moglie racconta la sua ultima richiesta prima di morire per morire meglio: farsi di LSD. 

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Due must
Chiudiamo con due pietre miliari del binomio letteratura-droga. Il primo è Trainspotting , romanzo d’esordio di Irvine Welsh, prende spazio a Edimburgo, ha 6 voci diverse, tutte con la propria forte dipendenza distruttiva, che sia o no eroina. Dall’uomo cinico al quasi amorale all’aggressivo al bravo ragazzo che si becca l’HIV, Welsh ha creato un gruppo umano di persi, che arriva a orchestrare un colpo dal peso di 2 chilogrammi.

Altro must librario della droga è Noi, i ragazzi dello zoo di Berlino. Come per il precedente, saranno più coloro che hanno visto il film di quelli che hanno letto il libro. Ebbene, si perdono qualcosa. Si perdono ad esempio gli inizi della discesa franosa a cui andò incontro Christiane F., a 12 anni appena, in un centro luterano. E si perdono la sua voce diretta su cos’abbia significato doversi vendere del tutto per un po’ d’eroina.


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sabato 3 agosto 2013

Vecchi & Nuovi: Muse inquietanti, passione, mafia e Oriente..


  


India e Cina, AA. VV. 
L’editore ISBN s’è concentrato in Oriente.  Entrambi raccolgono contributi di scrittori, giornalisti, artisti nati negli anni 70 in quei Paesi. Lo scopo? Rendere un quadro variegato, ritmato, polifonico di quello che sono quei Paesi oggi, di cosa sono diventati nel tempo, di quanto abbiano di occidentale, di quanto sia rimasto delle vecchie tradizioni orientali, di come vivono realmente le persone ogni giorno, di quale sia la società che si è formata e si sta formando. In India ci sono la donna di pulizia, il guidatore di risciò, il regista porno, la comunità trans di Mumbai, studi fotografici particolari. In Cina ci si muove frenetici tra tecnologia, televisione, denaro e una cultura con cui non possiamo pensare assolutamente di non dover fare i conti.



 Se muoio, sopravvivimi,di  Alessio Cordaro e Salvo Palazzolo 
Palazzolo è un giornalista, Cordaro è il figlio della donna di cui il giornalista ha voluto si conoscesse per bene la storia. Il primo scava tra i documenti processuali, i verbali, gli articoli di giornale, il secondo racconta chi è stata Rosalia Pipitone, figlia di un boss mafioso, desiderosa di una vita da persona onesta e libera di far di sé ciò che volesse. Purtroppo il 23 dicembre del 1983, a Palermo, entrò in una sanitaria, fece una telefonata e quando si volse dal telefono a gettoni si ritrovò con una pistola puntata contro da un bandito andato là a rapinare. Si scoprì solo tanti anni dopo che quella rapina era stata una messa in scena, voluta dal padre, per farle capire chi comandasse.


 Non dire notte,di Amos Oz 
Theo non è un uomo giovane, incontra Noa. La porta a vivere con sé, e vivono bene insieme, fino a che non arriva un nome a cambiare tutto: Immanuel Orvieto. Che non è l’amante di Noa, ma un ragazzino per cui lei è chiamata a una sfida dura. Sfida che fa venire a galla differenze profonde di approccio alla vita. Da una parte c’è Noa col suo entusiasmo di cominciare sempre qualcosa, convinta che mai sia inutile e mai sia tardi, dall’altra Theo, che si pone sul versante opposto. Si raccontano entrambi, le due voci s’alternano nella narrazione, in questo libro che, come ha detto lo stesso Oz, “parla d’amore, gelosia, passione, morte. Di gente che vuole fare qualcosa di buono, fare del bene – tema molto raro in letteratura – e poco importa se lo fa in piccolo”.


 Salambò, di Gustave Flaubert 
Dopo aver scritto e pubblicato Madame Bovary, Flaubert dichiarò a un’amica che aveva intenzione, da scrittore, di allontanarsi dalla contemporaneità. Lo fece effettivamente, tanto che in Salambò arrivò al terzo secolo avanti Cristo, a Cartagine, in mezzo al sangue degli scontri provocati dai mercenari insorti, stanchi di non esser pagati. Su tutto ciò si staglia Salambò, e la passione contraddittoria che la prende per Matho.
Flaubert, che per scrivere questo romanzo studiò e si trasferì a Tunisi per un po’, non si risparmiò niente nel dare dettagli crudi e spietati, dei fatti e dei sentimenti e dei gesti umani, e mise in campo il suo tono più viscerale.



Memorie della mia vita, di Giorgio De Chirico
Autobiografia del notissimo pittore (fratello del notissimo scrittore Alberto Savinio). Il nome vi avrà già detto tutto, ma se non l’avesse fatto ecco qua uno dei suoi quadri più celebri: Le muse inquietanti.




E se non aveste in mente la sua faccia, questo è uno dei suoi autoritratti..



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