giovedì 21 novembre 2013

(S) consigli di Natale... 2 Letture non convenzionali



'Lo zio Oswald'
di Roald Dahl

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Se avete letto 'La fabbrica di cioccolato' saprete che lì ci sono carte da parati dal sapore particolare ma non ben identificabile. Ecco, in questo libro, scritto circa 15 anni dopo, Dahl decide di dargli un’identificazione precisa. E non credo sia la prima cosa a cui avete pensato leggendo 'La fabbrica di cioccolato'.
Perché 'Lo zio Oswald' non è il Dahl “scrittore per bambini”, è un Dahl... emh..." osceno". Qui abbiamo il Dahl scrittore che vuole sulla scena “il più grande fornicatore di tutti i tempi”: Oswald Hendryks Cornelius.
Il signor Cornelius fa una scoperta che gli cambia le sorti: il più potente afrodisiaco che l’uomo possa immaginare. Cosa farci? Soldi. Coinvolge un chimico, che sta tra l’altro studiando un modo per la conservazione del seme umano, e Yasmin, dai costumi per niente dubbi, perché è totalmente e chiaramente invischiata nella pratica amorosa. La donna ricoprirà nel piano un ruolo, diciamo, singolare, e in questo ruolo avrà a che fare con uomini di alto livello politico, con pittori, scrittori e reali, trasformati in bestie allupate dall’afrodisiaco scoperto.
Sarà quando Yasmin avrà di fronte George Bernard Shaw che sapremo quale identità decise di dare Roald Dahl al sapore della carta da parati di Willy Wonka..
 
 
 
 
 
'La scuola della carne'
di Yukio Mishima 
 
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Di Mishima in Italia è stato tradotto tanto, ma questo mancava. Per fortuna s’è rimediato. Abbiamo una donna divorziata che non se la passa per niente male e non sente il bisogno di legarsi a qualcuno. Fino a quando non incontra il giovane Senkichi. Da quel momento è una caduta nell’abisso dell’ossessione. Senkichi la rende dipendente e una fucina di paranoie. Lei non si tiene più, non ha un controllo sui propri sensi, non sa che fare per amarlo senza più soffrire, e allora fa sua una bella illusione: lasciargli la libertà che si prende già da solo e prendersela anche per sé. Una sorta di coppia aperta, potremmo dire. 
*(E al proposito mi viene sempre in mente Lenny Bruce: 
 
“Quando Honey e io c’eravamo appena messi insieme, lei mi aveva detto: ‘Lo so, come siete fatti voi uomini (…) Mi rendo conto che tu, ogni tanto, bacerai un’altra ragazza. E non m’importa, purché solo me lo dica’.
E io le credetti.
E glielo dissi.
Una volta sola”. )
È chiaro che non funziona, che le angosce non finiscono. Mishima ci pone qualche domanda con questa storia tormentata: quando c’innamoriamo, che diavolo amiamo? Quanta parte ha l’illusione e l’immaginazione in quello in cui buttiamo l’amore? E poi, possiamo in qualche modo dare un’educazione ai nostri sensi, metter su, cioè, nella nostra interiorità, una specie di Scuola della carne?
 
 
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