venerdì 30 gennaio 2015

" Ah, L' Amour..! " ♥ (aspettando S. Valentino)


Amare significa anche scoprirsi, conoscersi, riconoscersi. Queste pagine sono un gioco tra innamorati, da scrivere e completare, in parte insieme e in parte da soli, iniziando ognuno da un lato del libro, per poi incontrarsi a metà, come nell'amore. Il vostro.

 ♥ ♥ ♥

Eh sì..
San Valentino è alle porte e se siete fidanzati sarete sicuramente in cerca di un regalo da fare alla vostra amata o al vostro amato per l'occasione.

..Gioielli, fiori, dolci, completo intimo, ma anche - e soprattutto - libri. Romanzi d'amore, libri di poesie, qualsiasi libro che rievochi dimensioni romantiche potrà fare al caso vostro. E se una volta, invece di leggere, il libro d'amore non lo scrivete voi, con la vostra storia d'amore? Mettete da parte il romanzo a lieto fine, e date un'occhiata a questo..
Si chiama "Ti amo tanto così" ed è un libro molto originale, perchè si può leggere, ma si può anche scrivere e giocare, rigorosamente in due, esclusivamente con il vostro partner. Un libro in cui raccontarsi e dirsi l'amore, "Ti amo tanto così" è un progetto realizzato a quattro mani da Pino Sartorio e Beniamino Sidoti. Il primo, illustratore e grafico editoriale, il secondo lavora al confine tra libro e gioco, firmando progetti di didattica ludica e di ricerca giocosa, oltre ad essere tra i fondatori del LuccaGames.


Novantasei pagine illustrate su cui si può scrivere e disegnare, ognuno inserendo la propria storia, i propri sentimenti, per poi ritrovarsi e leggersi. Un'idea per aprire il cuore, in cui mettere tutto se stesso e godere tutto dell’altro, giocando, rincorrendosi, suggerendo vestiti e passi di danza, sogni e lucchetti, completando grafici e infografiche, segnando mete lontane o sognando cose nascoste dalla nebbia o dalle nuvole… come nell’amore, per l’appunto.

***
L’amore è un sentimento universale che assume mille sfumature a seconda di chi lo vive, ma è sempre amore. Può essere semplice o complicato, ma in ogni caso è importante e, per citare Ennio Flaiano, 

l'amore è una cosa troppo importante per lasciarla fare agli amanti”

I libri sono pieni di frasi d’amore: ve ne proponiamo alcune, per una vostra riflessione, ma anche da utilizzare come frasi per i vostri bigliettini di San Valentino o per ogni occasione che richieda parole intense.

  • Chi ama non fa distinzioni. (Fëdor Dostoevskij, I fratelli Karamàzov)
  • Ci sono certi sguardi di donna che l’uomo amante non iscambierebbe con l’intero possesso del corpo di lei. Chi non ha veduto accendersi in un occhio limpido il fulgore della prima tenerezza non sa la più alta delle felicità umane. Dopo, nessun altro attimo di gioia eguaglierà quell’attimo. (Gabriele D’Annunzio, Il piacere)
  • Ho lottato invano. Non c’è rimedio. Non sono in grado di reprimere i miei sentimenti. Lasciate che vi dica con quanto ardore io vi ammiri e vi ami. (Jane Austen, Orgoglio e pregiudizio)
  • Il nostro amore è come il vento... non si vede, ma si percepisce... (Nicholas Sparks, I passi dell’amore)
  • L’amore guarda non con gli occhi ma con l’anima e perciò l’alato Cupido viene dipinto cieco. (William Shakespeare, Sogno di una notte di mezza estate)
  • L’amore non dà pace. L’amore è insonne. L’amore è elevare a potenza. L’amore è veloce. L’amore è domani. L’amore è tsunami. L’amore è rossosangue. (Alessandro D’Avenia, Bianca come il latte, rossa come il sangue)
  • Non significa niente amare tanto o amare poco. Si può solo amare o non amare. (Fabio Volo, È una vita che ti aspetto)
  • Prende il mio corpo e lo possiede totalmente, tanto che non riesco più a pensare a nient’altro se non a lui. La sua magia è potente, inebriante. Sono una farfalla intrappolata nella sua rete, non ho più né la capacità né la volontà di scappare. (E. L. James, Cinquanta sfumature di grigio)
  • Quei maledetti occhi mi fottevano sempre. Ci facevo l’amore solo a guardarli. (Charles Bukowski, Sfumature d’ombra)
Se ogni altro essere umano perisse e lui sopravvivesse, io continuerei a esistere; e se ogni altra persona restasse a questo mondo e lui dovesse essere annientato l’Universo si trasformerebbe in qualcosa di terribilmente estraneo. Mi sembrerebbe di non farne più parte. (Emily Brontë, Cime tempestose)



martedì 27 gennaio 2015

* Giornata della Memoria *


Durante l'adolescenza, tutte le ragazze hanno un diario segreto. Un amico fidato al quale confidare il proprio mondo. Il mondo di una ragazzina, fatto di piccoli problemi, dei primi batticuori, di amicizie e dei cambiamenti che si stanno attraversando e di cui si ha paura.

Anche Anna Frank aveva un diario, un quadernino dove appuntò gli anni della sua vita in clandestinità perchè ebrea. Un resoconto toccante e drammatico, che rivive gli orrori della guerra con gli occhi di una tredicenne. Questo è Il Diario di Anna Frank.

Anna è una ragazza ebrea che vive ad Amsterdam e che nel 1942 è costretta a nascondersi con la sua famiglia per sfuggire alle persecuzioni e al rastrellamento dei tedeschi. In questo diario, che poi è diventato un libro tradotto in tutto il mondo, la ragazza racconta le vicende di tutti i giorni e le sue condizioni di vita, ma anche le sue impressioni su quanto sta succedendo nel mondo.
Una raccolta di pensieri e parole di due anni di vita: nel 1944, infatti, la famiglia Frank e gli altri clandestini vengono scoperti, arrestati e portati nel campo di concentramento di Westerbork. Da quel campo di concentramento Anna non ne uscirà viva: morirà di tifo a Bergen-Belsen, nel marzo del 1945.

Il diario venne recuperato dopo la guerra dal padre di Anna, Otto Frank, unico superstite della famiglia, che decise di pubblicarlo nel 1947, col titolo originale Het Achterhuis (Il retrocasa). L'edizione a stampa tenne conto sia degli scritti originali, sia di successive rielaborazioni che Anna stessa stava facendo, auspicando una futura pubblicazione del suo diario. Oggi è uno dei libri più letti e fatti leggere, soprattutto nelle scuole, per far conoscere la Guerra e l'Olocausto e rappresenta un'importante testimonianza delle violenze subite dagli ebrei durante l'occupazione del nazismo. Nel 2009 l'UNESCO ha inserito il Diario di Anna Frank nell'Elenco delle Memorie del mondo.


***
Mi permetto di riportare una considerazione tratta dalla pagina di Fb di Sebastiano Zanolli 

".. Oggi è stata una giornata dura.
Raffreddore, febbre, tosse.
Meeting, clienti scontrosi, colleghi preoccupati...
Auto guaste, traffico e nebbia, la multa di un ente su alcune gabelle di 10 anni fa dimenticate da una agenzia distratta.
Una gi
ornata dura.
Stancante e logorante come un cappotto vecchio che non scalda per nulla.
Telegiornali sciamanti notizie ripiene di ansia.
Pil in calo, inflazione, deflazione, stagflazione, mib, euribor, pedofilia e aggiotaggio.
Scioperi e abigeato.
Una giornata dura.
Torno tardi.
Quasi l’una.
La caffeina mi tiene sveglio: 7 caffè.
Un record.
Mi batte la tempia come se fossi ad un concerto tecno.
Vibro come una bandierina di mare agitato.
Una giornata dura.

Guido piano, il sonno mi stende.
Penso tutto il male possibile…
Ma quando tutto cade ecco una corda.

Accendo la radio.Sento un programma.

Una intervista che mi torce il cuore e l’anima.

Si chiama Nedo Fiani.

Arrivo a casa.
Non ho diritti,
non ho stanchezza nè tosse,
nè scuse nè alibi per non scrivere.

Non posso stendermi sotto delle lenzuola pulite e calde se prima non do un cenno di vita.
Vero.
Che mi dimostri che sono un uomo.

Devo dirmi qualcosa.

Voglio dirmi che oggi è andato tutto bene,
che ho avuto la mia parte di gioia non guadagnata.

Che oggi non ho attraversato l’Europa in un vagone bestiame al freddo e al buio.
Che oggi non ho dovuto abbracciare mia madre per abbandonarla per sempre.
Che oggi non ho dovuto spogliarmi e spidocchiarmi o defecare in pubblico con altri centinaia di persone.
Che oggi non ho visto morire centinaia di bimbi sani.
Che oggi non ho avuto in premio una legnata per il solo fatto di esserci.
Beh…E’ già molto.
Ma non ho fatto molto perchè non si ripeta.
Scrivere è un primo passo.
Solo un primo passo. E si doveva fare prima di riposare.
Prima che passi la tosse.
Prima che il Mib risalga.

Perchè oggi è stata una giornata meravigliosa.

Grazie Signor Nedo.

"Nedo Fiano nel 1944 aveva 19 anni, fu arrestato, internato a Fossoli, e quindi deportato in Germania, ad Auschwitz assieme al padre alla madre e ad altri familiari: erano in undici e ritornerà soltanto lui.

Fiano racconta con crudo realismo il terribile viaggio di una settimana in un carro bestiame sovraffollato, con soltanto il pochissimo cibo che erano riusciti a portarsi e con una sosta ogni giorno: tutti giù dal treno per i bisogni corporali, l’uno vicino all’altro sulla massicciata ferroviaria vincendo ritrosia e pudore; racconta come avesse intravisto il fianco nudo della madre e come ciò lo avesse sconvolto.

Nell’interminabile viaggio, soltanto nel suo vagone, un vecchio era morto e due neonati continuavano a piangere non trovando più latte a sufficienza dalle madri.
Poi l’arrivo ad Auschwitz nella notte, e all’alba il violento scarico, perché questo è il termine più appropriato, dei deportati dal treno, con le SS con randelli e cani che urlavano ordini per la gran parte incomprensibili e separavano in gruppi i deportati.

Faceva impressione sentire Nedo Fiano, che il tedesco lo conosce bene, ripetere con realismo questi ordini quasi latrati.
Nonostante il viaggio terribile il padre di Fiano scese dal treno con la giacca, il colletto duro e il cappello.

La madre fu separata dagli uomini e messa nel gruppo che, si seppe dopo, sarebbe stato immediatamente portato alle camere a gas, sterminato e bruciato nei forni.
Pur non conoscendo con esattezza il suo destino, la madre capì che quella era l’ultima volta che vedeva il figlio e si abbracciarono con le facce inondate di lacrime.
Il momento più terribile in assoluto, dirà Fiano rispondendo alla domanda di un ragazzo.

Poi la vita nel campo e l’episodio che lo aveva “miracolato” ed aveva consentito la sua sopravvivenza: all’inizio, ad una ispezione, un maresciallo delle SS chiese chi fra i prigionieri conoscesse bene il tedesco per fare da interprete, Fiano racconta che si sentì come sospinto dal nonno (morto alcuni anni prima) che aveva molto insistito affinché il recalcitrante nipote imparasse il tedesco.
Si presentò davanti al maresciallo che lo interrogò e che rimase come folgorato apprendendo
che era nato a Firenze, evidentemente da lui conosciuta ed ammirata.

Sta di fatto che venne messo nel gruppo degli interpreti, un centinaio di uomini, che avevano l’incarico di essere presenti e di dare istruzioni all’arrivo dei convogli dei deportati, di notte e di giorno.
Un incarico fisicamente meno pesante dei lavori in cava o nelle fabbriche degli altri prigionieri.

Poi la descrizione della catena ininterrotta dello sterminio di massa: ad Auschwitz si è arrivati a gassare e bruciare fino a diecimila esseri umani al giorno, all’aperto quando i forni non ce la facevano: l’arrivo dei convogli, la selezione dei più deboli, non utili ai lavori forzati, il trasporto ai “bagni”, mille alla volta, l’obbligo di denudarsi nella promiscuità completa (un grave shock per persone strappate alle abitudini borghesi, sbattute nell’inferno e trattate come non-persone), le scarpe da legare fra di loro con le stringhe, per ritrovarle più facilmente dopo il bagno, dicevano, gli abiti appesi, e ricordatevi il numero.
Poi nella camera delle “docce”, le camere a gas: le luci si spegnevano e veniva introdotto il micidiale Ziklon B che però non uccideva istantaneamente, ci volevano cinque minuti, cinque minuti di agonia atroce e nessuno può immaginare cosa quelli che venivano uccisi potevano provare.
Poi i “Sonder Kommando”, le squadre speciali dei prigionieri addetti al “trattamento” dei cadaveri, tutti destinati ad essere a loro volta uccisi.
I cadaveri nudi venivano ispezionati, ano e vagina, per vedere se non avevano dei preziosi nascosti, venivano strappati i denti d’oro, alle donne venivano tagliati i capelli.

Poi i cadaveri venivano sbattuti su delle specie di barelle, portati con il montacarichi al piano superiore ed infilati nei forni crematori: 50 minuti a trecento gradi e dal fondo dei forni veniva scaricata la cenere che poi veniva trasportata con camion ribaltabili e buttata nella Vistola.

Pare che i pesci apprezzassero molto questa pastura umana…
"



sabato 10 gennaio 2015

Houellebecq e 'SOTTOMISSIONE', il libro fatale.


Gli assalitori che hanno sparato e ucciso nella sede del settimanale satirico Charlie Hebdo non hanno scelto un giorno a caso: il 7 gennaio, esce in Francia l'ultimo libro di Michel Houellebecq, 'Sottomissione' (traduzione letterale della parola Islam), che in Italia arriverà il 15 gennaio. 

Proprio a questo libro del controverso autore di 'Le particelle elementari', 'Piattaforma', 'La possibilità di un'isola', il numero di Charlie Hebdo aveva dedicato un articolo e la copertina con una vignetta che ritrae lo scrittore vestito da mago e il titolo: 'Le previsioni del mago Houellebecq'; le 'profezie' dello crittore sono: 'Nel 2015 perderò i denti, nel 2022 farò il ramadan'.

..Perché Sottomissione proprio di questo parla: di una Francia governata nel 2022 dai Fratelli Musulmani, che riescono ad andare al governo grazie ad una (poco) incredibile alleanza con quel resta di centristi e sinistra alleate al musulmano moderato Mohammed Ben Abbes, leader di 'Fraternité musulmane', contro lo strapotere di Marine Le Pen. Non è solo l'ennesimo allarme di Houellebecq contro la progressiva islamizzazione del Paese. Come ha scritto Emmanuel Carrere, Houellebecq ha il merito di essere l'unico a parlare di un problema che esiste ma che molti intellettuali sembrano ignorare. Non solo: per Carrere quella di Houllebecq è una posizione politicamente e sociologicamente 'ragionevole'. L'Occidente si arrende per così dire dolcemente all'Islam, sfinito da secoli di razionalità e illuminismo eccessivamente responsabilizzanti.


 Nell'acceso dibattito intellettuale francese sul libro e sullo scrittore, non è l'unica recensione positiva incassata da Houellebecq: un altro intellettuale 'scorretto', Michel Onfray , noto per il suo trattato di ateologia e per le sue posizioni anti-cristiane e favorevole al libertinismo, ha parlato di Europa come Continente morto che volontieri si consegna all'Islam dopo averlo fatto con i mercati. E dunque, per 'Sottomissione', di uno scenario assolutamente plausibile.
Proprio il'altro giorno, Houllebecq aveva parlato al canale francese France 2 per rivendicare il suo diritto di trattare temi di attualità e soprattutto di sottolineare la crisi dei valori dell'illuminismo e della modernità.

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venerdì 9 gennaio 2015

** Il Piccolo Principe al cinema in 3D **


Il trailer del film de 'Il piccolo principe' è stato un successo planetario: il film di animazione uscirà nel 2015 (*nelle sale italiane il 1 gennaio 2016) è prodotto da DreamWorks Animation, ed è diretto da Mark Osborne (creatore di Kung Fu Panda). Si tratta senza dubbio di un’ottima occasione per leggere (o più probabilmente rileggere) il celeberrimo testo di Antoine de Saint-Exupéry.

Ma c’è un’altra notizia che interessa più da vicino il mondo dei libri, in relazione a 'Il piccolo principe' e al suo autore. Dal 1 gennaio 2015, infatti, i diritti dei libri di Antoine de Saint-Exupéry sono diventati liberi per l’Italia (in Francia e nei paesi anglofoni i diritti d’autore sono stati estesi per altri trent’anni) e il mercato editoriale è stato letteralmente invaso da nuove pubblicazioni de Il piccolo principe, con nuove traduzioni. Non solo 'Il piccolo principe', ovviamente, ma anche altre opere di Antoine de Saint-Exupéry.

.. Nelle librerie si trovano edizioni de 'Il piccolo principe' nei cataloghi di Sellerio, Fanucci, Garzanti, Feltrinelli, Giunti Junior (in due edizioni: una con copertina bianca e un’altra con cover blu), Barney e Newton Compton..
C'è l'imbarazzo della scelta!




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SetteGennaioDuemilaquindici.