martedì 10 settembre 2013

Faccia da Libraia...


Sono nata il 4 settembre 1982. Ho 31 anni, dunque. E compiuti da poco.
L’altro giorno esco di casa per portar fuori il gatto dei vicini, che ha preso residenza a casa mia,e m’imbatto in una coppia: nonna e nipote. La nipote impazzisce per il gatto, e mentre comincia a giocarci (termine che per il gatto sia equivalso a “tortura”, credo, per lo meno quando è stato scambiato per una carriola), io e la nonna chiacchieriamo.
“Ah porti fuori il gatto, eh gli si vuole bene… Però tra un po’ ti comincia la scuola!”.
La guardo allibita: “Ma signora, io ho l’ho finita da un pezzo!”
“Ma quanti anni hai? Non hai diciassett’anni?”
“Signora… ne ho trentUNO!”
“Uuuuuhhhhhhh! Trentuno! M’hai fatto prende qualcò! C’hai un visino così fresco!”.
E così oggi ringrazio la signora mancante di diottrie, e passo alle facce da libri.




 
O sono due o non ce n’è nessuna
L’estraneo è l’esordio, validissimo, di Tommaso Giagni. La faccia c’entra due volte. Primo: perché son dipinti due volti di Roma, quello bene e quello di periferia. Secondo: per la faccia che l’estraneo protagonista non si riconosce, non l’ha mai riconosciuta. Incapace di ambientarsi ove si trovi, incapace di relazioni solide e privo di riferimenti guida, è un giovane che si guarda intorno senza riuscire a stabilire i connotati propri e degli altri.

Saramago invece ci dà un uomo che sa bene qual è il proprio viso, e ne vede uno identico sopra al corpo di un altro. Di uno sconosciuto, di un attore di quart’ordine emerso tra le comparse di un film. Da quel momento è ossessione: lo scopo dell’Uomo duplicato è acchiappare quel doppio chiamato “balordaggine”, “assurdità”. E se di assurdo il libro è già pieno, nel finale straborderà.

Altre due facce, ma stavolta diverse. Mettiamo che vai a dormire sul divano e ti svegli sul letto, che non trovi più barba in viso ma capelli biondi in testa. Vai al bagno e ti guardi allo specchio e non ci sono più dubbi: Marito è moglie. Ovvero, la storia di due coniugi che si scambiano faccia e corpo senza volerlo. E dal cambiamento fisico, esplode quello emozionale.

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Te la rovino
Ora due libri con qualcosa in comune: facce sfregiate. D’altronde, a fare quel mestiere lì, non devi sorprenderti se una cicatrice ti deturpa il volto. Hai presente Scarface? Ecco, parecchio del film viene dal signor Jon Roberts, che Evan Wright ha intervistato e raccontato nel Re. Curriculum: tossico, spacciatore per grandi star, strozzino, killer, gestore di night club, soldato, e il più grande trafficante di cocaina negli anni 70. Un riassunto umano di ciò che è stata la mafia americana nel secondo ‘900. Altro sfregiato: Sydney Brant. Qui non si tratta di qualcuno reale, qui abbiamo a che fare con un personaggio letterario di uno dei maestri insuperati del thriller: James Hadley Chase. E Brant, in Sogno criminale, è il pretesto per trascinare un medio uomo comune dai sogni da gangster a concrete esperienze tra boss. James Hadley Chase architetta come sempre una trama perfettamente limata per trascinare pure te, che leggi serenamente, nelle condizioni estreme che crea.

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