giovedì 30 maggio 2013

Qualcosa di Meraviglioso...


Ci sono dei libri per bambini che sono in realtà favole d'amore, espresse nel linguaggio più bello – quello della fantasia anche della parabola, se vogliamo – per far arrivare al cuore dell'amato/a la propria dichiarazione (d'altronde la “rosa” del Piccolo principe dovrebbe averci insegnato qualcosa no?). Classifico fra questi lo splendido 
Cuor di pettirosso, di Ale & Ale.



Un testo che sembra un libro per bambini – e di sicuro è bello regalarlo anche ai più piccoli (che capiscono al volo molte più cose di noi grandi) ma tocca il cuore anche agli adulti. Perchè capita davvero nella vita di sentirsi un pettirosso dall’aria un po’ sperduta, che non sa proprio come conquistarla, quella uccellina bianca candida di cui ti sei innamorato, e che ogni volta che la guardi ti sembra sempre più una delizia.
Anche se impegni tutte le tue forze a sollevare una bella pignetta col becco, può capitare che il corvo ti abbia già anticipato portandole sul dorso la pietra più pesante che tu abbia mai visto (l’ha fatto proprio per impressionarla, si sa).
Ed è inutile che tu provi a scriverle una poesia d’amore sul foglio di mandorlo: forse non la noterà mai, visto che il Rigogolo le ha già sventolato davanti al becco centinaia di fogli con trascritte bellissime dichiarazioni d’amore.
D’altronde l’usignolo ti supera in quanto a canto, la Gazza le ha già offerto i gioielli più belli e lei è rimasta inebriata dal profumo delle rose del Tordo. Il problema nasce dal fatto che se il tuo scopo è di conquistarla solo impressionandola con la tua apparenza o la tua bravura potresti rischiare di fare una brutta figuraccia… E alla fine sarà proprio lei, inaspettatamente, a stupirti, se solo decidi di ascoltarla.

Ale & Ale
Cuor di pettirosso

Ultima recensione di questo Maggio piovoso... ☂




 Avvelenati, Giuseppe Baldessarro e Manuela Iatì:
pochi anni fa, non so se lo ricordate, si è sollevato il caso delle “navi dei veleni”, in seguito alle dichiarazioni di un pentito su una nave piena di scorie nucleari che sarebbe stata affondata al largo di Cetraro. Bene, questi due giornalisti, nonostante il caso sia stato chiuso, e poiché il caso è stato chiuso lasciando insoluti tanti dubbi, hanno voluto vederci più chiaro. Hanno raccolto documenti riservati, hanno indagato, e ne hanno scritto, arrivando alla conclusione che di navi dei veleni ce ne sono almeno 50, e non è affatto un caso che in certe zone si muoia più che in altre: “Siamo consapevoli che in questa storia sono tessuti all’interno di una stessa maglia Servizi Segreti di diversi governi, mafia, politica e molto più. Tutti, evidentemente, insieme per lo smaltimento di scorie nucleari”.

 

 La talpa, John le Carré:
quest’autore è uno dei più celebri in quanto a storie di spionaggio. Il fatto che sia stato parte dei Servizi Segreti britannici gli ha sicuramente giovato. La talpa è il suo libro più noto, il primo di una trilogia centrata sul personaggio di George Smiley, un agente segreto che ha i suoi bei problemi personali, un uomo che ha i suoi crucci oltre a quelli del proprio mestiere. Altra nota: la vicenda è ispirata a una veramente accaduta, e i metodi di indagine narrati riprendono quelli che davvero il Secret Intelligence Service mise a punto in piena Guerra fredda.
 
 

Terremoti, David Peace:
 altro autore britannico, classe 1967, notato e segnalato da premi letterari e critica. Nato nello Yorkshire, a un certo punto s’è trasferito in Giappone e c’è rimasto. È qui che è ambientato questo suo ultimo lavoro arrivato in Italia, 3 racconti ispirati a fatti realmente accaduti. Dal killer e stupratore seriale del primo racconto alla passeggiata in una Tokyo distrutta dal terremoto del 1923 dell’ultimo. Sono terremoti quelli che Peace presenta perché sono gli eventi che emergono quando le fondamenta della vita odierna controllata crollano.

 

Il grande gioco, Peter Hopkirk:
di nuovo un inglese e di nuovo servizi segreti. Hopkirk ha girato tanto verso Est, ne ha scritto molto, e Il grande gioco ne è un esempio, è stato corrispondente di varie testate e prigioniero sia di agenti segreti che di terroristi. Un buon curriculum. Nel libro che consiglio siamo nel 1842. Hopkirk racconta quello a cui andavano incontro gli avventurosi agenti dei servizi segreti di Russia e Gran Bretagna in certe zone off limits dell’Asia Centrale. Ha scritto Sergio Romano: “Vecchia storia? Acqua passata? Chi darà un’occhiata alla carta geografica constaterà che i grandi attori hanno cambiato volto e nome, ma i territori contesi o discussi sono sempre gli stessi.”

 

Le rivoluzioni vanno sempre storte, Luciano Marrocu:
infine un italiano, uno storico sardo, autore di scritti storiografici e gialli. Questo invece è un romanzo. Leggermente autobiografico. Abbiamo un professore volenteroso che è felice che le sue opere compaiano in bancarelle che le affiancano a libri quali Prendimi da dietro ma fallo di sorpresa. Poi c’è un altro professore, un ciarlatano che alle bancarelle di strada non s’avvicina neanche per sbaglio. Poi ci sono una ragazza, qualche amore qua e là, e una sede del vecchio partito comunista allo sbando.

martedì 28 maggio 2013

Presentazione del libro 'BRUNO DA CITTADELLA, DOTTORE IN MALTA.Storie di operai, imprenditori e artisti' con l'autore Gigi Copiello





 'BRUNO DA CITTADELLA, DOTTORE IN MALTA. 
Storie di operai, imprenditori e artisti'  libro di Gigi Copiello

Mercoledì 12 Giugno ore 20,30
 ***

Questa è la storia di Bruno, contadino diventato muratore in proprio, che a un certo punto decide di scrivere sul suo furgone: "dottore in malta". Lui che quasi non sapeva scrivere. Bruno ha scritto così perché sapeva, invece, di avere un'arte: l'arte del lavoro. Ma questa è anche la storia di tanti operai e imprenditori, che si sono realizzati con l'ingegno, la fatica e la creatività. Uomini e donne che hanno imparato scienza e tecnica in fabbrica, davanti alle macchine. Che hanno lottato, faticato e bestemmiato. Attraverso gli occhi di Bruno abbiamo visto il cambiamento. Una volta il lavoro prometteva pane a chi aveva fame, sicurezza a chi stava nell'incertezza, libertà a chi era servo, diritti a chi aveva solo doveri. Oggi quel mondo è cambiato. Siamo arrivati alla fine del lavoro "dipendente", "esecutivo". Che sia in fabbrica, in ufficio o in bottega il lavoro dovrà tornare ad avere valore. Essere lavoro "creativo". Solo cosi l'uomo potrà intendersi davvero libero..



 "..Mentre tutti parliamo di lavoro, arriva in libreria il libro di un sindacalista sui generis che al lavoro – a com’era e a com’è diventato, a chi lo ha subito e a chi se lo è reinventato - dedica un’elegia e insieme una serrata analisi, di taglio personalissimo. Ne è autore il 62enne vicentino di Velo d'Astico Gigi Copiello, che lo scorso anno ha concluso la sua attività dimettendosi dalla segreteria della Cisl di Vicenza, dopo essere stato a lungo il leader regionale dei metalmeccanici della FIm.

Il libro - "Bruno da Cittadella, dottore in malta" (Ed. Marsilio, € 14) - restituisce in pieno il carattere schietto e il punto di vista eccentrico, e proprio per questo sempre stimolante, dell’autore, che lo ha fatto apprezzare (ma anche detestare) in tutti gli ambienti coi quali è venuto in contatto. Non è il suo primo libro, c’era stato anni fa il bel "Manifesto per la metropoli Nordest" (e almeno un altro, di filosofia, ce l’ha nel cassetto), ma questo ha una marcia in più nell’adesione piena e al tempo stesso consapevole al mondo del lavoro a cui egli ha dedicato tutta la sua vita, e nell’amore incondizionato (ma non cieco) per le persone che ne sono protagoniste. "

*articolo scritto da Sergio Frigo
http://sergiofrigo.myblog.it/archive/2012/03/23/gigi-copiello-quello-che-io-sindacalista-per-una-vita-ho-imp.html
 

'ITALIANI A LIEGI' presentazione libro con la giovane autrice Sabrina Ceccato




  ' ITALIANI  A LIEGI' 
di Sabrina Ceccato


 Presentazione  Giovedì 6 Giugno 2013 ore 20,30



Come sono arrivati in Belgio?
Che vita hanno fatto?
Come hanno mantenuto la loro identità nazionale? 
Questo libro tenta di dare qualche risposta a questi quesiti, ripercorrendo brevemente il percorso migratorio di migliaia di connazionali in cerca di fortuna all'estero, descrivendo il lavoro estenuante che fecero nelle miniere e osservando le difficoltà che affrontarono per ineserirsi nel nuovo Paese..


***


Il libro ripercorre anche la storia del Centro Sociale Italiano di Rocourt, punto focale della comunità italiana di Liegi, nel quale innumerevoli immigrati si sono ritrovati e hanno mantenuto viva la loro storia , cultura, lingua e religione fino ad oggi..


" Italiani a Liegi è un libro che parla di migrazione, e di uno dei tanti modi che i migranti trovano per confortarsi quando sono lontani dalla patria. Il libro è in parte esperienza personale, in parte racconto di altri protagonisti della migrazione, e in parte resoconto storico. La migrazione di cui si parla è quella italiana in Belgio, più precisamente a Liegi, dal dopoguerra in poi. Questa zona ha attirato molti italiani perché ricca di miniere di carbone che necessitavano tanta manodopera non specializzata; di tutti gli italiani trasferitisi lì in trent’anni, “solo temporaneamente”, pochissimi sono poi ritornati a casa. Rimanendo a lungo a Liegi, e non essendo accettati, almeno all’inizio, dai belgi, gli italiani hanno cercato un modo per mantenere viva la loro identità, e un luogo dove potersi ritrovare al riparo da sguardi duri e indagatori. Fu così che nacque il Centro Sociale Italiano di Liegi, un luogo fondato e gestito dai frati francescani veneti, dove gli italiani hanno trovato rifugio (non solo religioso) per decenni, e che ora cerca di mantenere viva un’italianità sempre più somigliante ad un belgicismo. La seconda parte del libro racconta questa storia, rendendo omaggio a tutti coloro che sono stati parte fondamentale di questo Centro Sociale, attorno al quale è ruotata negli anni la comunità italiana di Liegi. 
Le migrazioni sono da sempre fonte di conflitto, soprattutto per il paese ospitante. Eppure sono tutte molto simili. I meccanismi che le iniziano, le modalità in cui avvengono, gli effetti che provocano, i modi in cui vengono affrontate dai migranti variano molto poco, da qualunque paese si provenga e in qualunque luogo si vada. E nemmeno il ritorno a casa è semplice, per quei pochi che riescono a tornare. Sorgono altri conflitti, emergono altre differenze. Tendiamo tutti a dimenticare, a creare distinguo, a sentirci dalla parte di chi ha ragione. Ma sarà poi tutto così semplice, così bianco o nero?" 

Sabrina Ceccato


Sabrina Ceccato, l'Autrice:


Nasce a Liegi, terza generazione di emigrati italiani in Belgio. Cresce in un ambiente di emigrazione e ne sperimenta le problematiche, seppur attenuate, data la giovane età.
Le capisce meglio quando rimpatria con la famiglia nel 1989, e anche in Italia viene considerata "straniera" perchè non parla bene la lingua e non conosce del tutto i costumi locali. Il suo percorso personale e di studio l'ha portata ad approfondire la conoscenza dei popoli migratori- non solo quello italiano- e in questo libro ripercorre le memorie della sua infanzia..

sabato 25 maggio 2013

In alto i calici !!


Cominciamo col dire che questo weekend si beve. Non è una dichiarazione d’intenti ma una realtà di fatto. Sabato e domenica si terrà infatti Cantine Aperte , un evento che si celebra da vent’anni circa, e che fa sì che si possa scorrazzare di cantina in cantina assaggiando vini, in alcuni casi prodotti tipici  e apprendendo tecniche e metodi della vinificazione.

Per certi miei amici è un evento epocale, l’aspettano come si aspetta da bambini il Natale, si preparano tutto l’anno, più o meno così. Poi l’ultimo weekend di maggio via pei i Colli Euganei a ricordarsi quant’è buono il vino buono.
Io quest’anno li abbandono: domani hanno fissato la partenza alle 10 di mattina… Mi vedrei già addormentata in un prato alle 3 di pomeriggio.
Tutto questo per dire che oggi il menù offre libri che c’azzeccano col vino.






 Viaggi fatti apposta

Mario Soldati ha intrapreso una specie di Cantine Aperte in solitario per ben 3 volte, tra il 1968 e il 1975. Tre viaggi in cui l’obiettivo era scovare i vini veri e buoni d’Italia. Il contesto storico era ben diverso dal nostro. La tendenza generale era quella di allontanamento dalla terra contadina. Soldati non ne voleva sapere di rinunciarci, e Vino al vino è l’occasione per tornare con lui al lavoro della terra e a storie popolari.

Anche Miles e Jack viaggiano sulla via del vino, ma con intenti e modi, diciamo, diversi. Saranno quasi sempre ubriachi. Il secondo sta per sposarsi, il primo, uno scrittore fallito, lo trascina in un addio al celibato di una settimana tra i vigneti di una vallata californiana. Semiautobiografico, Sideways è un romanzo movimentato, alcolico e malinconico su due giovani uomini bloccati, indecisi, molto persi.


Un eno-viaggio se lo fece anche Ezio Rivella. Come racconta in Io e Brunello, andò a Montalcino, disse ai contadini “Le vostre botti sono vecchie, antiche. Bruciatele tutte se non volete che nel vostro Brunello ci sia robaccia”, capì le potenzialità del Brunello, e con parecchi dollari in tasca provenienti da una famiglia italoamericana mise su un’azienda che divenne un impero. Il Castello Banfi fu inaugurato hollywoodianamente nel 1984, il Brunello di Montalcino arrivò in tutto il mondo, e quella parte di Toscana non fu più la stessa.



Slacciare le cinture

Massimo Donà al vino ha riconosciuto dignità filosofica. Semplicemente perché gliela riconobbero i filosofi stessi. Il vino aiuta ad allentare le strettoie di una ragione rigida, e a sentirsi ad agio con le sfaccettature e le contraddizioni della realtà. Io la userei come scusa alla prossima sbornia. Tornando alla Filosofia del vino, dagli egizi ai greci ai giorni nostri, nessuno ha mancato di riconoscere al nettare degli dei grandi qualità. E il modo in cui è stato consumato è un modo di leggere la storia dell’umanità.

Il brigante di Marco Vichi è un esempio di come il vino sciolga i lacci dell’autocontrollo. Si scatena una tempesta, e quattro uomini sono costretti in un luogo ristretto, una taverna sui monti. Accanto a loro Frate Capestro, il brigante del titolo, su cui girano certe leggende. Ma quel criminale non è l’unico ad avere trascorsi da nascondere. Attorno al tavolo e scaldati dal vino, i quattro si lasciano andare a svelare nefandezze proprie, che non hanno niente da invidiare a quelle di un brigante.


Il libro più venduto al Salone, ottime idee, grandi preti e chiavi in mano..



Eccomi qua, reduce dalla Notte Bianca, con due occhiaie da paura, e con le mie recensioni. 

***

 Lui è tornato, Timur Vermes: abbiamo un narratore d’eccezione: Hitler. Però non siamo negli anni 30 né in quelli 40, è il 2011. Come Elvis, Hitler non è affatto morto nel 1945, solo che si è risvegliato adesso e non ha idea di quello che è successo nei 66 anni trascorsi. Si ritrova in una Berlino che non riconosce, va dalla gente dicendo chi è, nessuno gli crede, e finisce addirittura per essere ingaggiato in TV. Il problema è questo: che di nuovo capisce come prendere consenso, e di nuovo riscuote successo. Lui è tornato in Germania è stato un caso letterario, e pare che sia il libro che abbia più venduto all’appena finito Salone del Libro di Torino.

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L’imitatore di voci, Thomas Bernhard. Alla base un’idea che da sola basta a farti venire voglia di mollare qualsiasi cosa tu stia facendo e aprire il libro. Abbiamo un cronista obiettivo che ci restituisce una serie di fatti, un cronista che riesce a imitare qualsiasi voce (da qui il titolo). E come sempre con Bernhard, caustico e ironico come pochi su uomo e società, il reale e il grottesco non sono poi così distanti. Anzi.

***
 
Don Milani, Mario Lancisi: a proposito di sacerdoti con gli attributi, sacerdoti che hanno voluto fare ciò che teoricamente il loro mestiere gli chiede di fare, se si va a vedere la Parola di cui la loro religione si fa portavoce, e dico “a proposito” perché pochi giorni fa ci ha lasciato proprio uno di questi sacerdoti, che la propria vita l’ha messa al servizio dei più persi e emarginati; a proposito di certi sacerdoti, dicevo, questo libro racconta cosa fece Don Milani, che pensò a un nuovo modo d’istruzione e buttò tutto il suo impegno nel dare la possibilità anche a chi socialmente non ce l’aveva d’istruirsi davvero.

***
 Molto forte, incredibilmente vicino, Jonathan Safran Foer: c’è chi Foer lo conosce per Ogni cosa è illuminata, chi per Se niente importa. Ora si aggiunge questo suo secondo romanzo del 2005, uno dei primi a trattare il “post 11 settembre”. Siamo a New York, siamo dietro lo sguardo di un ragazzino, e abbiamo come lui una chiave in mano, trovata per caso nel magazzino di nostro padre. Cosa apre quella chiave?
Non basta, alla narrazione s’aggiungono foto della città e lettere del passato.

venerdì 24 maggio 2013

✿ COLORI EFFIMERI ✿ MiniMostra Fotografica di Mariangela Vivian






 COLORI EFFIMERI 
MiniMostra Fotografica di Mariangela Vivian

Inaugurazione Sabato 1 Giugno ore 11,45

* Le foto saranno esposte in Libreria 
da Sabato 1 Giugno a sabato 15 Giugno 2013 *


8 fotografie, 8 immagini che parlano di Natura e Poesia... 8 ritratti di fiori che vi permetteranno di entrare a contatto diretto con il mondo del colore, regalandovi il profumo di una rosa, la bellezza di un tulipano o di un'ortensia, la semplice grandiosità di un papavero, la fisicità di una margherita o di una violetta...
 

 
Mariangela Vivian si racconta:

"Nasco a Marostica nel 1989 e dopo un' infanzia e un' adolescenza fantasiosa sfogo la mia piccola vena creativa frequentando il Liceo artistico "G. de Fabris" a Nove, periodo nel quale mi viene regalata le prima digitale, e inizia così la mia "mania compulsiva" di fotografare in qualsiasi momento. Grazie ad un'amica partecipo ad un corso inerente alla mia passione, e qui ho appreso le nozioni base della fotografia ( www.rosareflex.it ). E, come si dice di solito, è solo facendo pratica che si può imparare qualcosa. A questo punto ho fatto la pazzia di comprare una Nikon d80 per sperimentare direttamente sul campo le varie nozioni apprese e per migliorare la mia tecnica..
Cosa penso della fotografia? Mi piace guardare il mondo attraverso l'obiettivo.
Avere la possibilità di fermare il tempo su carta è una cosa meravigliosa. Ovviamente tutto ciò non viene a comando, ma bisogna essere ispirati e avere fantasia. Senza questi due elementi la fotografia non avrebbe un'anima."


✿✿✿


 " Il fiore si nasconde nell'erba, ma il vento sparge il suo profumo"
Rabindranath Tagore

mercoledì 22 maggio 2013

24 MAGGIO 2013 Notte Bianca.. Private Sounds - LONAWAI ♪ ♫ Mini Concerto in Libreria




Durante la Notte Bianca.. Alla Piccola Libreria Andersen si offrirà per Voi un delicato momento musicale... 

LONAWAI 
Private Sounds
 piano e voce ♪ ♫

 ♫  VENERDI' 24 MAGGIO 2013 ore 21,00  ♪
 


 PRIVATE SOUNDS è un progetto del gruppo musicale LONAWAI
composto da due musiciste, Lorella Calzolari al piano e Sammanawa (Anna Maria Sartori) la voce. Il nome del duo, oltre all’anagramma dei due nomi di battesimo, contiene la parola Wai che in lingua maorisignifica Acqua.






 .. Con PRIVATE SOUNDS le Lonawai portano nell'atmosfera intima eamichevole dalla Piccola Libreria Andersen di Marostica i suoni del "Seme dell'acqua", una selezione di brani originali composti tra il 2011 e il 2013.





 .. venite ad ascoltare queste meravigliose sonorità ,
Vi aspettiamo!

 ***



martedì 21 maggio 2013

Bugie...E recensioni


Do per scontato che si sappia chi sia Saviano. Lo do talmente per scontato che neanche il nome scrivo (avessi detto: “do per scontato tu sappia chi sia Roberto” sarebbe stato un altro par di maniche). Questa settimana s’è reso protagonista di una vicenda che mi ha portato al tema della recensione di oggi. In breve: è emerso che forse una telefonata che lui raccontò di aver ricevuto dalla madre di Peppino Impastato, Felicia, non è mai avvenuta. Ci sono state testimonianze, giudicate “fonti attendibili” durante un processo, a sostenerlo. La notizia è stata ripresa da qualche sito, ne è nata una pagina facebook con vari meme per ironizzarci su (l’esempio più diretto), e Saviano due giorni fa ha deciso di chiarire la propria versione. Quella telefonata gli sarebbe giunta grazie a una certa ragazza, che avrebbe fatto da tramite; una certa ragazza appassionata degli articoli che lui allora, ancora sconosciuto, scriveva. Qua il punto non è se quella telefonata ci sia mai stata, ché io non lo so né posso azzardare di sapere, qua il punto è che m’ha fatto pensare all’argomento da trattare: la bugia.



 Nei romanzi
Mi chiamo Michael Salter, e sono morto”. Giusto per cominciare bene, prendiamo le Bugie bianche di Andrea Gillies. E partiamo subito con una grossa menzogna: Michael è morto, ma la famiglia dice a tutti che se n’è andato di sua volontà. Perché? Il punto è questo, ed è il punto attorno a cui ruota la tarantella di bugie che ballano tutti. E quando pensi che finalmente qualcuno stia dicendo la verità sui fatti, niente: anche quel qualcuno, si scopre, sta mentendo. E magari neanche lo sa.
Lo sapeva invece Nicky, che la tendenza alla fandonia ce l’aveva cronica. Peccato sia scomparsa. Ora, questo è solo l’incipit di Il senso della frase di Pinketts. Si aggiungono del grottesco, dell’ironia, un po’ di umanità assurda e disperata, e una donna che improvvisamente pretende di essere Nicky, dice le stesse sue bugie, ma Nicky non è. È una ladra di bugie. Ma ce l’ha davvero il senso della frase, quello che “se lo possiedi, permette a una tua bugia di essere, se non creduta, almeno apprezzata”?

C’è un classico della letteratura italiana che in quanto a bugie ha lasciato il segno. Nella Coscienza di Zeno è Zeno Cosini a narrarci le vicende della propria vita sconclusionata. Ma all’inizio, ancora prima del suo racconto, leggiamo uno scritto del suo psicanalista, che ci avverte, senza mezzi termini, che il paziente dice sì verità, ma anche enormi bugie. E allora, da lettori, cosa rara, sappiamo da subito che non possiamo fidarci a occhi chiusi delle parole del narratore che l’autore c’ha posto davanti.


Saperne di più
Infine, un po’ d’informazione sulla menzogna. Ad esempio sulla sua storia. Com’è stata concepita nei secoli? E com’è stata applicata nell’arte, in politica, nella letteratura, in filosofia, e nella vita stessa? Ce lo racconta la Breve storia della bugia di Maria Bettetini. Da Shakespeare a Dylan Dog, dalla bugia a fin di bene a quella d’interesse, dalla menzogna umana a quella degli dei.
È bene, anzi ottimo, informarsi anche sulle bugie che ci mettono nel carrello. Dario Bressanini è impegnato da anni su questo fronte, con vari scritti e un blog assolutamente attivo. Con Le bugie nel carrello ci insegna a saper leggere l’etichetta dei prodotti che troviamo al supermercato, a smascherare le millanterie pubblicitarie dell’industria alimentare, a conoscere un po’ di storia di certi prodotti che pensiamo siano antichi o tradizionali ma in realtà non lo sono affatto.

venerdì 17 maggio 2013

I consigli della Libraia: classici e Non..





 ...Altri 5 titoli che la libraia, che poi sarei io, ha scelto con tanto amore per voi per questa recensione del Venerdì... Così saprete come sfruttare al meglio questo piovoso week-end .. ( !! )

..Buona Lettura..


L’uomo che cadde sulla terra, Walter Tevis: su questo ho puntato anche in una altra, recente, recensione. Siamo di fronte a un must della fantascienza. Chi è l’uomo del titolo? E soprattutto: è un uomo? Cosa ci fa Tevis con questo presunto uomo? Oltre a dipingerlo magnificamente, se ne serve, per dipingere magnificamente noi, esseri umani, che di vizi comuni e difetti, primitivi o civili, ne abbiamo tanti.
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Le cosmicomiche, Italo Calvino: Calvino ha bisogno di presentazioni? No. Voglio dire che più o meno sappiamo tutti che faccia avesse e quanto sia stato importante per la nostra letteratura. Se poi però non abbiamo chiaro il perché, cosa scrivesse, come lo facesse, che idee sensazionali partorisse, che intelligenza sviluppasse, Le cosmicomiche sono un ottimo punto di partenza per capirlo. Sono anche un eccellente punto di passaggio o di arrivo se di Calvino avete già letto qualcosa o quasi tutto. È un trionfo di fantasia e di umorismo, questo libro.

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Ricordi di un’educazione cattolica, Mary McCarthy.  La McCarthy nacque, crebbe, si ritrovò presto orfana e curata da familiari ferventemente cattolici, che le impartirono un’educazione ferventemente cattolica. L’effetto fu questo: un allontanamento radicale della piccola da quella religione. In questo libro ci restituisce quell’infanzia, e la giovinezza che seguì. Ci parla dei collegi in cui fu costretta a studiare, dei dialoghi tra lei, atea, e i padri gesuiti, delle punizioni ricevute, di gite scolastiche alcoliche e delle avventure con l’altro sesso. Non ha pietà, non risparmia nessuno se dev’essere crudele nel giudizio o ironica, perché, come dice Michela Murgia nell’introduzione, “nessuno è innocente nelle memorie di Mary McCarthy, nemmeno chi legge”.

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Decameron, Giovanni Boccaccio: questo c’è perché ogni tanto io mi scordo di certi classici, li do per scontati. Nel caso a qualcuno succedesse la stessa cosa, ho consigliato il Decameron a mo’ di promemoria. A dire: quel libro sta lì, se se ne parla ancora oggi un motivo ci sarà (non solo uno a dir la verità), se non è ancora stato letto magari rimediando si scopre che si stava perdendo parecchio. E, possono pure separarci circa 7 secoli, è ancora divertente.

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 Il venditore di passati, José Eduardo Agualusa: in che senso (“venditore di passati”, intendo)? Nel senso che Félix Ventura, il detto venditore, spaccia a chi ne ha bisogno ricordi falsi, per poter tramandare ai propri figli o raccontare agli altri un passato glorioso che in realtà non si è mai avuto. Se sembra assurda una cosa simile, ebbene non lo è del tutto, considerando che il fenomeno per cui tendiamo a ricordarci cose non avvenute, a costruirci quindi inconsciamente ricordi fasulli, è un fenomeno ampiamente riscontrato..

giovedì 16 maggio 2013

EUREKA! - Umoristi a Marostica 2013





Piccola Libreria Andersen meets ...

** UMORISTI A MAROSTICA 2013**

EUREKA
 45ª Rassegna Internazionale di Grafica Umoristica nella Città degli Scacchi






* in Libreria sono disponibili i cataloghi delle vecchie edizioni e dell' Edizione 2013 *


mercoledì 15 maggio 2013

Premio Andersen 2013, i più bei libri per bambini e ragazzi. ✿




Il Premio Andersen-Il mondo dell’infanzia è , da più di 30 anni, il più prestigioso riconoscimento italiano attribuito ai libri per ragazzi, ai loro autori, illustratori ed editori. Promosso dalla rivista Andersen - il mensile di informazione e commento sulla letteratura per ragazzi - dal 1982 seleziona le migliori opere dell’annata editoriale, con un’attenzione particolare alle produzioni più innovative e originali. Le scelte della giuria - composta dalla redazione della rivista e dai fondatori della Libreria dei Ragazzi di Milano - hanno fatto conoscere al pubblico non solo l’opera dei grandi autori, ma anche le voci nuove e i talenti emergenti. Il Premio registra attentamente quel che accade, ma rappresenta anche uno stimolo ed un incoraggiamento. Nel corso degli anni si è, infatti, configurato come il tentativo, riuscito, di sollecitare e promuovere i processi di rinnovamento nel settore.

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Da collezionare “Nel bosco della Baba Jaga” Franco Cosimo Panini (miglior libro 6/9 anni) di Luigi Dal Cin, “La meravigliosa macchina di Pietro Corvo” Salani (miglior libro 9/12 anni) di Guido Quarzo. Per i più grandicelli, prendere nota dei titoli: “L’indimenticabile estate di Abilene Tucker” di Clare Vanderpool - EDT-Giralangolo (miglior libro oltre i 12 anni), “Quindici giorni senza testa” di Dave Cousins - Edizioni San Paolo (miglior libro oltre i 15 anni), o “Rico, Oscar e il Ladro ombra” di Andrea Steinhöfel - Beisler (premio speciale per la traduzione).

Ci sono anche “A caccia dell’orso” - Mondadori (miglior libro mai premiato) di Michael Rosen e Helen Oxenbury, ma anche “A che pensi?” di Laurent Moreau – Orecchio Acerbo Editore (miglior libro fatto ad arte) e in “Nonno verde” di Lane Smith – Rizzoli (miglior albo illustrato).

E nell’illustrazione che si fa essa stessa narrazione si fondano l’atlante “Mappe” della coppia polacca Aleksandra e Daniel Mizielinsky - Electa Kids (miglior libro di divulgazione) e la raccolta di racconti, in una serie di tavole in bianco e nero del grande illustratore statunitense Chris Van Allsburg scritti da Jules Feiffer, Stephen King, Lois Lowry, Louis Sachar, Jon Scieszka e molti altri (”Le cronache di Harris Burdick” - Il Castoro, premio speciale della giuria).

Due “firme” da tenere d’occhio? Emanuela Bussolati (autrice) e Lucia Scuderi (illustratrice), le migliori dell’anno secondo il premio. Poi c’è il mitico Federico Taddia, che si è inventato interviste buffe e irriverenti agli scienziati italiani per la collana “Teste toste” – Editoriale Scienza (miglior collana di divulgazione).

venerdì 10 maggio 2013

C' è ma non si vede ..

Cominciamo così: guarda questa foto. Sono io (o ero io?). 
Me l’ha scattata un' amica qualche anno fa: non era Natale e non era mattina. 
Non è che avessi l’abitudine di fare colazione con le orecchie da orso in testa e vestita con la tutona/pigiama e le candele natalizie accese. Mi serviva per fare una caricatura e avevo bisogno di una foto come 'spunto'.. La qualità della foto - e il soggetto- lasciano a desiderare, questo è evidente, ma è stato interessante tutto il lavoro fatto per ricreare la 'scenografia'..
Tutto questo ha un senso perchè...
 la recensione di oggi è dedicata al lavoro 'dietro le quinte' e a chi lo opera...




Teatro, cinema e cucina

Philip Gossett è stato in quelle teatrali e le ha studiate. Con Dive e maestri ha fatto in modo che tutti si possano rendere conto di quale lavoro imponente e di fino ci sia perché si arrivi alla realizzazione di un’opera lirica. Una realizzazione perfetta… o quasi. Anzi, perfetta non è lo mai, e Gosset regala retroscena imbarazzanti, divertenti, inimmaginabili, restituendo voce a una realtà di lavoratori sotterranea che ha il privilegio di vederne davvero di tutti i colori.

Dal teatro al cinema, con Serafino Gubbio. Non c’è bisogno che te lo presenti, il personaggio si è fatto strada e s’è fatto conoscere, a ragione. Questo libro di Pirandello è un diario, in cui Gubbio, detto anche “Si gira”, operatore alla macchina da presa tra attori e starlette, annota ciò che accade durante le giornate. Si fonde a tal punto con l’oggetto dietro cui continuamente lavora da arrivare a dichiarare un giorno: “finii d’essere Gubbio e diventai una mano”. Qui ti propongo il Mammut.


Quando siedi al ristorante e ordini, lì vicino qualcuno sta per preparare quello che hai scelto. Nelle retrovie dei ristoranti si affaticano i cuochi. Bourdian ha fatto il lavapiatti, lo sguattero, l’addetto alla friggitrice, il salsiere, e poi è diventato uno degli chef più accreditati del mondo. Solo a questo punto ha scritto Kitchen Confidential, best seller mondiale con cui ha svuotato il sacco senza pietà sulle cose terribili che succedono dietro le quinte dei ristoranti newyorchesi. Anche i migliori.

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 Il potere del burattinaio

Il potere s’è sempre dovuto servire di qualcuno che gli lavorasse alle spalle e gli permettesse d’apparire solido e imponente. Hitler e Stalin, per nominare due che il potere lo esercitarono come dittatura, si assicurarono sempre validi architetti continuamente al lavoro. In Architettura e potere si narra proprio dei più grandi architetti del ‘900, e capiamo perché, di loro, presidenti democratici e tiranni non avrebbero mai potuto fare a meno.
Infine, se parliamo di chi dietro le quinte tiene i fili, è d’obbligo pensare al mestiere del burattinaio. Philip Roth ci ha scritto un romanzo meraviglioso. Il teatro di Sabbath mette in scena la vita di Mickey Sabbath, un burattinaio lussurioso, sfrenato, manipolatore, spregiudicato, che a New York mette su l’Indecent Theater, un teatrino di marionette, diciamo, particolare.

Libri in movimento.. Part. 2


La scorsa settimana ho creato il post sui libri di viaggio, e non solo. Dato che per questo week end è previsto brutto tempo- di nuovo- vi voglio lasciare qualche suggerimento per far viaggiare, almeno, la fantasia... Questa è la seconda parte...



- Su due piedi, Giuliano Santoro: Santoro è un giornalista, lo dice lui stesso. Questo libro è il frutto di una decisione presa nel 2011: girare la Calabria a piedi per un intero mese, nel caldo di luglio. Perché la Calabria? Perché è una regione complessa, è un luogo d’Italia in cui s’intrecciano tempi storici diversi, convivono gli opposti, il vecchio e il nuovo. Solo chi ci è in pieno fisicamente, come c’è stato Santoro, può rendersene conto.

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- Lo zen e l’arte della manutenzione della motocicletta, Robert M. Pirsig: l’avrete sentito nominare. Pirsig fece questo: prese con sé il figlio, si mise in moto, e girò gli Stati Uniti. Non basta, perché il bello di questo libro è che non è semplicemente un diario di viaggio, non è l’ennesimo romanzo on the road. Pirsig è mentalmente un osso duro, in ciò che ha scritto ci ha messo anche molto altro, dalla filosofia (non fatevi spaventare dalla parola, per carità) alla praticità del come trattar bene una motocicletta, senza tralasciare il ricordo di certe esperienze passate (come la balbuzie e l’elettroshock). Non ci s’annoia insomma.

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- L’Italia in seconda classe, Paolo Rumiz: alla base c’è un’idea che a molti sembrerà un suicidio pensando alle esperienze che s’affrontano usando questo mezzo in Italia: girare la penisola in treno. Tra l’altro per linee secondarie. “Un viaggio hard”, come recita il libro stesso. Ma Rumiz non è nuovo a imprese simili: dalla bicicletta alla barca a vela alla Topolino ha macinato migliaia di kilometri negli anni. Ad arricchire la galleria folle di personaggi che s’incontrano lungo il racconto, Rumiz ha infilato un accompagnatore misterioso.

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- In Siberia, Colin Thubron: Thubron è un fuoriclasse della letteratura di viaggio. Ne ha scritti, credo, 9 di libri del genere. Ha viaggiato spesso, a muoverlo “l’istinto e il desiderio di soddisfare la mia curiosità. Volevo umanizzare le mappe”. Con questo libro è la Siberia a prendere forma, una delle terre più distanti da lui, occidentale. È una regione poco battuta dai viaggiatori, e sempre stata oggetto di leggende. Thubron ne ha voluto ripercorrere la storia percorrendo i suoi paesaggi, e ha voluto capire come se la passano oggi, dopo tutto quello che la Siberia ha passato, le piccole comunità che ci vivono.

venerdì 3 maggio 2013

Recensioni dallo spazio siderale ...


Immagina che ti venga offerto di lasciare la Terra. Metti che la destinazione sia Marte. Tu e altri tre novelli astronauti. Scopo del viaggio: fondare una colonia umana sul Pianeta rosso. Metti che dopo i primi quattro coloni se ne aggiungano altri nel corso del tempo, metti che ti paghino per andartene là e che si selezionino gli aspiranti coloni attraverso un reality. Metti che tutto questo sia vero, perché lo è, e si chiama Progetto Mars One, lanciato da una compagnia olandese.
È previsto che il primo equipaggio raggiunga Marte nel 2023, dopo anni di addestramento tecnico, scientifico, medico, psicologico. Requisiti richiesti: intelligenza, creatività, adattabilità, curiosità, forma fisica quasi perfetta, stabilità mentale, la maggiore età, e un’altezza che sia tra 1,57 e 1,90 metri.
Con un avvertimento: una volta lasciata la Terra, non ci sarà modo di tornare.




Per finta
Ci sono libri che sono già arrivati su Marte, anche molto tempo fa. Un’odissea marziana nel 1934 addirittura, ed è rimasta una delle storie di fantascienza più importanti (come le altre che andrò a presentarti). Ha una qualità notevole: Weinbaum non affibbiò ai marziani la nostra logica, gliene diede una tutta loro, accostando perciò alla visione esclusivamente umana che s’era soliti trovare nei libri di fantascienza una estranea, e parimenti legittima.
Philip Dick in qualche modo mise in scena un Progetto Mars One tutto suo, non finito troppo bene. In Noi marziani gli uomini hanno già colonizzato Marte, spinto i nativi in aree marginali e messo su una bella realtà di palazzoni claustrofobici, trasporti difficili e lavoro continuo e intenso. C’è un bambino autistico che si distacca da questo paesaggio tetro, si chiama Manfred e riesce a vivere nel futuro.


Davvero
Ora lasciamo la fiction, e affidiamoci a due astrofisici. Il primo è Giovanni Bignami, che in I marziani siamo noi imbastisce una fittizia partita di calcio, umaniVSuniverso, per farci capire come la nostra presunta centralità cosmica sia un’illusione. Ci sono decenni di scoperte scientifiche a dimostrarlo: da Galileo alla comprensione che siamo fatti della stessa materia delle altre parti dell’universo alla constatazione che abbiamo ancora un 96% di cosmo da capire.

Secondo astrofisico della lista: Umberto Guidoni, che nello spazio c’è andato due volte, e ha voluto raccontarci le tappe esplorative che i suoi colleghi hanno segnato nel tempo, Dallo Sputnik allo Shuttle. Si parte dal 1957, quando si lanciò il primo satellite artificiale, e si arriva ai progetti di oggi, come quello, guarda un po’, di andare su Marte. E qui torniamo all’inizio della recensione, perché Guidoni dice: “Oggi siamo molto vicini alla possibilità concreta di abbandonare il nostro pianeta”.

giovedì 2 maggio 2013

Di notti pensose di Maggio... Tagore




...Le notti di maggio possono essere pensose, sia perché inizia a far caldo e magari può risultare difficile prendere sonno, sia per chi ha appena terminato un lento e lungo trasloco di casa, sia perché con l’arrivo della bella stagione si svegliano gli amori e allora… addio riposo! Il cervello (e soprattutto il cuore!) vanno a mille e le notti diventano dolcemente pensose.

Di notti pensose di maggio scrive Tagore – più volte ricorre maggio nelle poesie del Premio Nobel per la letteratura 1913. Il suo pensiero è dovuto al fatto che ha visto una donna che tutti chiamano Nera ma che per lui è, al contrario, luminosissima. Anzi, è nera come il fresco messaggio che porta con sé l’uragano estivo, come l’ombra del bosco che rinasce dopo la pioggia, come il desiderio di un segreto amore.

"Nel villaggio i vicini la chiamavano
Nera – ma lei nel mio cuore è un giglio.
La luce scendeva, fasciata dalle nuvole,
quando l’ho vista la prima volta in un campo:
aveva il capo scoperto, il velo sollevato,
i suoi capelli scendevano sul collo raccolti in trecce.
Può essere Nera, come la chiamano,
ma da quando ho visto i suoi occhi
io sono felice.
L’ansia del cielo annunciava il monsone.
Entrò nella capanna quando sentì
la mucca pomellata muggire di paura.
Voltò un momento i grandi occhi alla nuvole,
sentì in alto il movimento
della tempesta imminente.
Io stavo in mezzo al campo di riso.
Se m’ha notato lo sa solo lei.
È nera come il messaggio dell’uragano estivo,
come l’ombra del bosco rinato,
come il desiderio di un amore segreto
in una pensosa notte di maggio."