sabato 15 giugno 2013

Irrazionalità..Femminile? Sì, ma anche no.


Nel racconto L’erroneo fu, del grande Dino Buzzati, riletto tre sere fa, il pittore Lucio Predonzani si sveglia e legge la notizia della propria morte. Notizia errata, evidentemente, visto che il detto Predonzani è vivo e vegeto e col giornale tra le mani. Incredulo di fronte a tanto errore, chiama la moglie per mostrarglielo. E qui Buzzati scrive: “Lei guardò, impallidì, e, con la meravigliosa irragionevolezza delle donne, scoppiò in un pianto disperato: ‘Oh il mio Lucio, povero Lucio, tesoro mio’ balbettava fra un singhiozzo e l’altro. La scena finì d’esasperare l’uomo: ‘Ma sei impazzita Matilde? Ma non mi vedi? Ma non capisci che è un equivoco, uno spaventoso equivoco’. Matilde infatti cessò subito di piangere, guardò il marito, il suo volto si rasserenò, quindi, inopinatamente, con la stessa leggerezza con cui un istante prima si era sentita vedova, colpita dal lato comico della situazione, fu travolta dall’ilarità”. Quella “meravigliosa irragionevolezza delle donne” m’ha portato alla newsletter di oggi. Vediamola, quest’irrazionalità. Femminile, sì, ma anche no.




 Donne
Partiamo da quella femminile, con ben 7 scrittrici, che puoi beccarti in un colpo solo con il Mammut delle Magnifiche 7 signore della letteratura inglese. Dalla paura del diverso della Shelley, alla passione che alla ragione ride in faccia della Brontë, alla frantumata psicologia femminile della Woolf, c’è un tripudio di irrazionalità e femminilità d’alti livelli.
Americana e non inglese è stata Patricia Highsmith. Specialista del thriller, s’è dilettata spesso con le fratture interne umane, quelle che mandano in vacanza la logica e danno vita alla sana contraddizione che c’accomuna tutti, chi più chi meno. In Quella dolce follia ha trattato ciò che con l’irrazionale va a braccetto: l’amore. L’ha fatto in maniera patologica, trascinando un disgraziato innamorato in un crescendo di schizofrenia e ossessione.


Americano ma uomo è Stephen King

Maestro di quella dimensione irrazionale che chiamiamo “paura”, in Colorado Kid ha operato un rovesciamento: è la femmina a mettere ordine là dove la ragionevolezza sembra mancare. C’è un omicidio in sospeso, ed è in sospeso perché movente, indizi e contesto appaiono assurdi e ingiustificabili. Non sembrerebbe esserci alcuna ragione al mondo che spieghi la fine del povero Colorado Kid.


Uomini estremi
Facciamo sì, ora, invece, che irragionevoli siano gli uomini. E che lo siano al livello estremo: alla pazzia. Ecco due enormi personalità a concretizzare l’idea. Il primo è Nietzsche, protagonista dell’irrazionale sia perché ne rivendicò l’importanza, sia perché lo incarnò fino a quel fondo che è la follia.
Secondo esempio di espressione d’estrema irrazionalità: Van Gogh. Le lettere al fratello Theo  restano ancora il principale punto di riferimento per conoscerne la vita e l’arte. Anche Van Gogh arrivò alla pazzia, ma allo stesso tempo ne fu consapevole. E lo disse: “bisogna prendere una posizione di fronte alle malattie del nostro tempo (…) io non avrei precisamente scelto la follia, se c’era da scegliere, ma una volta che le cose stanno così, non vi si può sfuggire”.


Consigli di Giugno... Panini, Zadie Smith e Grandi Esordi




Il ladro di gomme, Douglas Coupland 
Coupland s’è fatto conoscere col suo primo romanzo, di cui ha beneficiato anche l’espressione Generazione X, divenuta da allora popolare. Il ladro di gomme è del 2007, pubblicato da pochi giorni in Italia dalla casa editrice ISBN. Di nuovo l’autore canadese opta per il punto di vista multiplo: non c’è un solo personaggio a narrare i fatti, si gioca con la pluralità di sguardi sugli eventi. Piacerà a chi piacciono le lettere: ce ne sono in abbondanza. E in più c’è un romanzo nel romanzo: quello che il protagonista, tale Roger, 43 anni, alcolizzato, mira a scrivere.


Vite pericolose di bravi ragazzi, Chris Fuhrman
 anche in questo caso si parla di primo romanzo che dà celebrità, ma purtroppo è rimasto l’unico dell’autore, che se n’è andato a soli 31 anni. Presa la penna in mano, ha scritto sostanzialmente di quella cosa a cui a molti non va giù, e che si chiama “crescere”. C’è un gruppo di ragazzi, c’è una scuola cattolica, c’è un prete, ci sono sesso e droghe, incesti, piani per discolparsi di fronte a fumetti osceni, e originalità e sensibilità nel parlare di tutto questo.


La legge del più forte, Joaquín Guerrero Casasola
terzo primo romanzo del “Profumano di nuovo” di questo venerdì. Stavolta l’autore, classe 1962, è un messicano. E in Messico è ambientata questa storia di violenza e corruzione, di alzheimer e mogli matte, falsi amici e rapimenti, con protagonista uno spiantato detective privato, una volta poliziotto, con una mania dalla bella carrozzeria.


NW, Zadie Smith 
 in questo caso non abbiamo di certo un primo romanzo. Il primo romanzo di Zadie Smith è Denti bianchi, che le ha fatto guadagnare riconoscimento internazionale. Questo NW, ambientato nel North West di Londra (da cui il titolo), è del 2012, e salta da un personaggio all’altro, da uno stile narrativo all’altro, per rendere ancora una volta, com’è prerogativa della Smith, il senso delle sfaccettature plurime della vita urbana odierna, soprattutto in una metropoli come Londra.


L’importanza dei paninari, Stefano Olivari 
 lo chiama “romanzaggio” Olivari, cioè un misto tra romanzo e saggio. Di cosa parla, con quel titolo lì? La storia su cui s’innesta tutto il resto è l’incontro tra una ragazza ex paninara e un ragazzo ex paninaro. Poi, “attraverso il segreto che li lega racconta l’unico movimento giovanile della storia d’Italia (quello dei paninari, cioè) a non essere stato importato dall’estero”, per usare le parole dell’autore stesso. Che aggiunge che si va “dalla Milano che si trovava al Panino al boom incentrato sulla moda e sui marchi, passando per amicizia, amore, politica, scuola, televisione, violenza metropolitana, sport, tecnologia, ideali e soprattutto assenza di sensi di colpa. Un’epoca affascinante e irripetibile”.