Il ladro di gomme, Douglas Coupland 
Coupland s’è fatto conoscere col suo primo romanzo, di cui ha beneficiato anche l’espressione Generazione X, divenuta da allora popolare. Il ladro di gomme è del 2007, pubblicato da pochi giorni in Italia dalla casa editrice ISBN. Di nuovo l’autore canadese opta per il punto di vista multiplo: non c’è un solo personaggio a narrare i fatti, si gioca con la pluralità di sguardi sugli eventi.
 Piacerà a chi piacciono le lettere: ce ne sono in abbondanza. E in più 
c’è un romanzo nel romanzo: quello che il protagonista, tale Roger, 43 
anni, alcolizzato, mira a scrivere.
Vite pericolose di bravi ragazzi, Chris Fuhrman
 anche in questo caso si parla di primo romanzo che dà celebrità, ma 
purtroppo è rimasto l’unico dell’autore, che se n’è andato a soli 31 
anni. Presa la penna in mano, ha scritto sostanzialmente di quella cosa a cui a molti non va giù, e che si chiama “crescere”.
 C’è un gruppo di ragazzi, c’è una scuola cattolica, c’è un prete, ci 
sono sesso e droghe, incesti, piani per discolparsi di fronte a fumetti 
osceni, e originalità e sensibilità nel parlare di tutto questo.
La legge del più forte, Joaquín Guerrero Casasola 
terzo primo romanzo del “Profumano di nuovo” di questo venerdì. 
Stavolta l’autore, classe 1962, è un messicano. E in Messico è 
ambientata questa storia di violenza e corruzione, di alzheimer e mogli matte, falsi amici e rapimenti, con protagonista uno spiantato detective privato, una volta poliziotto, con una mania dalla bella carrozzeria.
NW, Zadie Smith 
 in questo caso non abbiamo di certo un primo romanzo. Il primo romanzo di Zadie Smith è Denti bianchi, che le ha fatto guadagnare riconoscimento internazionale. Questo NW, ambientato nel North West di Londra (da cui il titolo), è del 2012, e salta da un personaggio all’altro, da uno stile narrativo all’altro,
 per rendere ancora una volta, com’è prerogativa della Smith, il senso 
delle sfaccettature plurime della vita urbana odierna, soprattutto in 
una metropoli come Londra.
L’importanza dei paninari, Stefano Olivari 
 lo chiama “romanzaggio” Olivari, cioè un misto tra romanzo e saggio. Di
 cosa parla, con quel titolo lì? La storia su cui s’innesta tutto il 
resto è l’incontro tra una ragazza ex paninara e un ragazzo ex paninaro.
 Poi, “attraverso il segreto che li lega racconta l’unico movimento giovanile della storia d’Italia (quello dei paninari, cioè) a non essere stato importato dall’estero”,
 per usare le parole dell’autore stesso. Che aggiunge che si va “dalla 
Milano che si trovava al Panino al boom incentrato sulla moda e sui 
marchi, passando per amicizia, amore, politica, scuola, televisione, 
violenza metropolitana, sport, tecnologia, ideali e soprattutto assenza 
di sensi di colpa. Un’epoca affascinante e irripetibile”.
 
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