mercoledì 9 gennaio 2013

Denti sì... Denti no?




Ieri la mattinata è iniziata con una conversazione con un cliente che ha esordito così: “Mi sembra che la guancia mi stia colando via dal teschio”. Non si stava squagliando, era appena stato dal dentista e sotto l’effetto dell’anestesia.
Do quasi per certo che si sappia cosa significhi, non riuscire a governare il labbro inferiore, avere la bocca aperta e storta senza avvedersene, sforzarsi di mantenere la faccia simmetrica senza successo, e inondare lo studio del dentista quando ti chiede di sciacquare la bocca operata. 

Oggi parlerò dei denti. 

Morsi e igiene
Non potevo non approfittare del destro offertomi da questo tema per proporre questo classico. Se dico denti, dico anche canini, e allora dico pure vampiro, secondo la figura che oggi noi abbiamo di quest’essere che nell’immaginario esiste da secoli. Bram Stoker ha avuto il merito di scriverci su una storia perfettamente costruita, dirigerla da gran scrittore, e siglare uno dei libri più memorabili che l’‘800, al tramonto, ci abbia lasciato. Il suo Dracula si è fatto largo tra i tanti vampiri letterari del tempo, e è rimasto più degli altri.
Dal morso di un vampiro passiamo a quello di una tarantola. Nel 1959 un certo De Martino fece un viaggio, scrisse un saggio e portò alla luce un fenomeno fino a quel momento sconosciuto: il tarantismo. Che cos'è? In pratica si tratta di donne che, in Salento, si dicevano morse da tarantola, e espiavano questo morso con una danza da possedute in un giorno preciso dell’anno. Riportò 37 casi, De Martino. Angelo Morino, autore italiano di oggi, è voluto partire da qui per scrivere Rosso Taranta, che è un romanzo, segue le orme della spedizione precedente, e ci regala un bel quadro del Salento e delle tarantate.
Infine, se dico denti penso anche a un sorriso, ma se è un sorriso con denti gialli preferisco non pensarci. Denti bianchi, dunque, soltanto. Questa storia è stata un caso letterario nel 2000, e ancora prima, prima ancora di essere pubblicata, quando fu addirittura organizzata un’asta tra editori per accaparrarsela. L’autrice, Zadie Smith, s’è presa così la fama, con questo romanzo ironico e grottesco su una Londra multietnica che ha la pluralità di voci delle culture e delle generazioni diverse che la abitano.

Denti soli
Anziché comparire in una schiera da 32, 24, 15 o 8 (se si hanno ancora pochi anni, o se ne hanno ormai troppi), i denti a volte vengono considerati in quanto pezzi singoli, unici. E è questo secondo aggettivo ad addirsi all’inchiesta divertente e movimentata che Peter Manseau ha portato avanti per cercare di capire cosa fa di un resto una reliquia. Nella Bottega delle reliquie si va dal dito del piede di un santo, al pelo della barba di Maometto, a un dente, appunto, del Buddha. Poi si scivola ai giorni nostri, dove alle reliquie dei santi si sostituiscono spesso le reliquie dei divi. Per dire, in un museo della Georgia Manseau ha trovato esposta una probabile unghia del piede di Elvis. Pare fosse rimasta incastrata nella moquette di Graceland.
Infine, denti singoli utili a ricostruire le nostre origini. Addirittura si va a prima ancora che ci formassimo, noi bipedi umani, a quando, in Africa, delle scimmie cominciarono a modificarsi. Un processo che durò giusto qualche milione di anni. Si tratta dell’Evoluzione umana il cui risultato siamo noi. Sì, anche io e te. Ce lo assicura Giorgio Manzi.