mercoledì 29 ottobre 2014

Edgar Allan Poe, genio controverso...

.. E così, è arrivato HALLOWEEN anche quest'anno ..

.. Per omaggiare questa 'macabra' festività voglio ricordare un autore che ha, a dir poco, nutrito a 360° la nostra cultura letteraria. Inventore del romanzo poliziesco, del giallo psicologico, precursore del genere gotico, del fantascientifico e d'horror; l'estetica e le tematiche di Edgar Allan Poe hanno influenzato figure come Salvador Dalì, Charles Baudelaire, e nel cinema autori come Alfred Hitchcock e Tim Burton.


Nato a Boston nel 1809, Poe è cresciuto a Richmond, in Virginia, dove ha frequentato l'Università. La sua indole e il suo carattere sono stati segnati da eventi nefasti, primo tra tutti la morte dei suoi genitori, a due anni, del suo primo amore non corrisposto - si trattava di Elena Stannard, madre di un suo compagno di studi - a 15 anni, e della madre adottiva a 20 anni.

Adottato da un ricco mercante di Richmond, Poe si trasferì per molti anni in Inghilterra, dove frequentò la scuola e crebbe con un'educazione strettamente inglese Qui conobbe i massimi scrittori e poeti inglesi che influenzarono la sua sensibilità, qui cominciò ad emergere il suo talento letterario, attraverso la sua passione per le rime e le anafore che gli valsero l'appellativo di jingle-man. Anche la musica fu una delle sue più grandi passioni, al punto da provocargli un violento squilibrio del sistema nervoso.

Il suo animo fu in continuo tormento, per le vicende che lo colpivano, dalle quali nascevano racconti e poesie, come fosse una catarsi: tra queste, "Tamerlano", composta dopo la fine dell'amore con Sarah Elmira Royster, che suo padre gli impedì di sposare.
La sua vita dissoluta lo fece allontanare dal padre, che lo abbandonò per non pagare
i suoi debiti di gioco. Fu per mantenersi che iniziò a scrivere: nel 1835 pubblica i suoi primi racconti sul Courier, entrando a far parte della redazione del Southern Literary Messenger di Richmond.

In totale, Poe ha scritto un romanzo - Storia di Arthur Gordon Pym - e 69 racconti: di questi, i più celebri sono Lo scarabeo d'oro; Racconti del grottesco e dell'arabesco; L'uomo della folla; I racconti di Gerusalemme; William Wilson; Il pozzo e il pendolo e numerose opere in poesia, saggi e opere satiriche.
Quando nel 1846 la moglie - la cugina Virginia Clemm - morì di tubercolosi, Poe cadde nella depressione più nera. Il genio dello scrittore fu travolto dal dolore e dal rimpianto, che egli affogò nell'alcool – ancor più di quanto già abitualmente facesse. L'estrema povertà in cui viveva lo costrinse addirittura a usare le lenzuola del corredo matrimoniale (portate in dote dalla sposa) come sudario per la moglie stessa..

Il 3 ottobre 1849 lo scrittore fu ritrovato delirante nelle strade di Baltimora, in grande difficoltà. Portato all'ospedale Washington College, morì il 7 ottobre 1849. Tutti i referti medici, compreso il suo certificato di morte, sono andati perduti, i giornali dell'epoca attribuirono la sua morte a una "congestione del cervello" o "infiammazione cerebrale", eufemismi comuni per le morti dovute a cause come l'alcolismo. Molti pensano però che la vera causa della sua morte fosse dovuta all'eccessivo uso di alcool, bevuto però in maniera forzata: si pensa infatti che lo scrittore fosse stato rapito e costretto a bere per essere sfruttato ripetutamente come "elettore forzato" del cooping, forma di frode elettorale in uso in quei tempi che consisteva nel rapire persone, drogarle e portarle nei seggi.
Il suo necrologio venne scritto da un suo acerrimo nemico, Wilmot Griswold, che lo descrisse come un pazzo, ubriaco, donnaiolo oppio dipendente che basava i suoi racconti più oscuri sull'esperienza personale. Una descrizione che rimase per anni nell'opinione comune, lasciando il grande scrittore nell'oscurità per troppo, immeritato tempo.


martedì 28 ottobre 2014

Past and Future


Una cosa  mi ha sempre affascinata: la macchina da scrivere. 
Ora tengo in Libreria quella che usava mio nonno paterno, una Voss del 1948, che ora è diventata più oggetto d'arredamento..E anche per far divertire i bambini: per spiegare loro che questo ANTICO UTENSILE altro non è che la 'nonna' del più attuale computer..


.. Perché vi scrivo questo? Perché è uscito un modello particolare di macchina da scrivere, una con cui non si scrive su carta ma su display, su display a inchiostro elettronico.
Questa macchina da scrivere si chiama Hemingwrite, e mi ha fatto venire in mente di rivedere un pò  con quali mezzi e supporti abbiamo scritto e scriviamo.



***
Con quel che c’è
Prima ci siamo arrangiati con quello che avevamo pronto. L’abbiamo fatto sui muri, sui sassi, sull’interno dei tronchi degli alberi. Su un albero, un susino, è dove va l’adolescente Pierre Anthon perché “Non c’e niente che abbia senso, è tanto tempo che lo so”. Che fanno i suoi compagni di scuola allora? Iniziano a imbastire una collezione che testimoni che per loro, invece, un senso diverse cose ce l’hanno. Peccato che il gioco sfugga loro di mano, e 'Niente' di Janne Teller diventi così il romanzo per cui diverse voci si sono alzate scandalizzate.

Abbiamo scritto su tabulae, di cera, ad esempio. La cera che, se si sbagliava, poteva esser raschiata via, riposata, e la tavoletta era come nuova (quella tabula rasa che ancora oggi usiamo, ma solo come espressione). La cera di tanti tipi, come quella d’api. Le api che io particolarmente temo e che Mandeville scelse per la sua favola-metafora che ancora oggi ispira tanti, come Koening, che anche da lì è partito per 'Il fascino discreto della corruzione'.


In Oriente usavano il bambù. Adriana Lisboa, che orientale non è, ma brasiliana, però in Oriente c’è stata, in Giappone, e ne ha appreso certe fiabe e favole popolari, e trovandole troppo belle e abbondanti di significato , le ha scritte, con la bravura narrativa di cui ormai s’è resa forte. 'Racconti popolari giapponesi '..

Cosa ci siamo inventati
Con Andrea Kerbaker non ci limitiamo a un supporto, li vediamo tutti, in 'Breve storia del libro (a modo mio)', attraverso una narrazione che va per aneddoti poco noti e particolarità di libri e personaggi librari. Ci sono le Bibbie che istigavano all’adulterio, c’è la prima richiesta di recensione in assoluto, ci sono gli amanuensi e c’è Gutenberg con la sua stampa, che fece tuonare qualcuno perché la scrittura 
“è pura se con la penna, meretrice invece se a stampa”

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sabato 25 ottobre 2014

Post 'VUOTO' .


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 Il Vuoto?! .. Cioè il 'Nulla'?
La cultura occidentale da sempre ha considerato il 'vuoto' come qualcosa di assolutamente negativo. Nella vita si cerca sempre di riempire qualcosa anche se magari l'orlo è pieno e a volte non ci si accorge di questo: cioè che alla fine 
 la pienezza diventa ridondanza.


Il vuoto è spesso affiancato dal silenzio, e così come il silenzio è considerato l'assenza di suoni, così il vuoto è, in termini di fisica, l'assenza di materia.
Cos'è questa parola, "assenza"? Come se il silenzio e il vuoto non costituiscono già per loro una presenza?!
Grandi consideratori del vuoto sono i maestri zen:

" ..Tutte le creature portano lo yin e lo yang tra le braccia; il soffio vuoto ne fa una miscela armoniosa. "
-Laozi-

Loro non avevano paura di provare il vuoto. Sanno che prima o poi si riempirà senza però cercare di sforzarsi. Si riempirà da sé.
Ecco un racconto zen che tratta della troppa informazione di dati..

Un filosofo era curioso di conoscere i precetti dello Zen, perciò si recò da un maestro che lo accolse benevolmente e iniziò a servirgli del the. Il maestro osservava il suo ospite e frattanto versava il the, versava il the, versava il the. 
La tazza era ormai piena e la bevanda cominciò a traboccare e a spandersi sul vassoio, ma ancora il maestro versava il the.
Il filosofo, credendo che si fosse distratto, lo avvertì che la tazza era piena.
Allora il maestro rispose: "Così come questa tazza, anche tu sei pieno di opinioni e di supposizioni. Come vuoi che io ti versi dentro degli insegnamenti Zen se prima non ti svuoti di ciò che già ti riempie?"


..Eppure, se si considera il vuoto, si potrebbe anche sentire una sensazione di infinito, di libero.

" Il vaso vuoto è quello che rende il suono più ampio. "
William Shakespeare

Solo con la mente vuota, la vostra voce, quella autentica, può cantare libera.

giovedì 16 ottobre 2014

.. Languorino? Ecco come preparare in casa l' IMPUDICO hamburger gourmet **


 
                                                    Sì, anche fare PANINI è un' Arte.

.. E questo l'ho scoperto oggi, quando mi sono portata a casa questo libro MERAVIGLIOSO:


                                                          HAMBURGER GOURMET  


                                                                                  ***

È all'inizio degli anni 2000 che l'hamburger vive un cambiamento sostanziale: gli chef finalmente se ne interessano. La personalità di spicco è Daniel Boulud, chef francese stabilitosi a New York, che inserisce nel menu del proprio ristorante un hamburger al foie gras al costo di 29 dollari. Questo nuovo approccio acquisisce rilevanza internazionale e i cuochi di tutto il mondo cominciano a considerare l'hamburger con grande attenzione. Gli chef si concentrano sulla ricerca del blend perfetto, che determina la qualità dell'hamburger "gourmet". Un blend è una miscela, la fusione di diverse qualità, e consiste nel selezionare differenti pezzi di manzo in base alle loro proprietà e punti di forza, mescolandoli per ottenere un equilibrio ottimale di consistenza e di gusto. Una volta ottenuto questo risultato, sono possibili infinite varianti. Edito da Blend Hamburger Gourmet, un'insegna parigina pionieristica nell campo di questa nuova tendenza, il presente volume presenta 58 ricette di hamburger di carne, pesce e vegetariani, ed è il primo nel suo genere.
 
 
 
 
Le ricette del libro, che si spingono sino alle varianti vegetariane dell’hamburger, sono in sintonia con noi italiani nella scelta degli ingredienti (pesto, lardo di colonnata, parmigiano, ecc..), e includono salse, patate fritte e dolci  e ingedienti più esotici (..wasabi..)
 CANTAL: Ingredienti per 4 hamburger:
Bun.
4 panini fatti in casa o già pronti
Patties.
500 gr di polpa di manzo macinata
Qualche pizzico di fior di sale
– Formate 4 medaglioni di manzo tritato, salateli con il fior di sale e cuoceteli su ogni lato in una padella calda a fiamma alta per 3 minuti (cottura al sangue).
Composta.
100 gr fichi
100 gr uva bianca
150 gr zucchero candito in cristalli
1 limone
3 scalogno
50 gr zucchero
1 cucchiaio aceto balsamico
– Lavate i fichi, tagliatene ognuno in 8 parti accantonando quelle più dure. Mettetele in una ciotola con lo zucchero a cristalli.
– Lavate e sgranate l’uva. Sbucciate gli acini e privateli dei semi (più semplicemente tagliate gli acini a metà). Aggiungete l’uva ai fichi.
– Lavate il limone e, dopo aver prelevato la scorza sottile con un coltellino affilato, tagliatelo a dadini, eliminando i semi. Unite la scorza e la polpa alla frutta e mescolate delicatamente.
– Versate tutto in una casseruola per marmellate. Cuocete per 45 minuti a fuoco dolce mescolando, evitate che il colore della confettura diventi troppo scuro. A fine cottura eliminate le scorze di limone.
– Tagliate lo scalogno a fettine sottili, rosolate a fiamma bassa in una padella. Quando iniziano a dorarsi, aggiungete zucchero e aceto balsamico. Incorporate lo scalogno alla confettura e mescolate per ottenere un composto omogeneo, quindi fermate la cottura.
Chips di carote.
1 carota
1 cucchiaio scarso di farina
2 cucchiai olio extravergine di oliva
1 pizzico di cumino macinato
1 pizzico di sale
1 pizzico di pepe
– Lavate e mondate la carota, tagliatela a fettine e mettela in un sacchetto da freezer.
– Aggiungete la farina, il sale, il pepe, il cumino e l’olivo extravergine di oliva, chiudete ermeticamente il sacchetto e agitate bene per rivestire le fettine di carote con la miscela.
– Trasferite il contenuto del sacchetto in una pirofila e infornate per 2 ore a 170°C. Se non volete aspettare 2 ore, rosolate le fettine di carota in una padella sino a quando diventano croccanti. O ancora, doratele rapidamente nella friggitrice.
Farcitura.
120 gr di cantal (un formaggio francese simile al cheddar con cui potete sostituito se non lo trovate)
Mezza lattuga iceberg.
Composizione.
– Tagliate a metà i bun e dorateli per 2 minuti sotto il grill del forno.
– Tagliate a dadini il CANTAL e mescolatelo al composto, spalmatelo sui mezzi bun. Mettete su ogni base patty, chip di carota, un altro strato di composto e le foglie di lattuga iceberg. Chiudete il bun con la parte superiore.

Aspettate, ancora una cosa. In questo libro di abbacinante bellezza,  vero food porn, manca la ricetta dell’hamburger più famoso di Blend, il mitico Cheesy.
Per quella c’è solo il biglietto aereo: destinazione Parigi.


 

20 BUONE RAGIONI PER REGALARE UN LIBRO A UN BAMBINO*


*Dal blog di TOPIPITTORI 
( suggerito da Valentina.. Grazie! )

20 BUONE RAGIONI PER REGALARE UN LIBRO A UN BAMBINO:

Perché se è piccolo, diventi grande e, se è grande, torni piccolo.
Perché un libro è leggero, anche se pesa.
Perché un libro è la prova dell'esistenza dell'invisibile.
Perché degli ignoranti non se ne può più.
Per divertirlo, come ti sei divertito tu.
Perché se hai azzeccato la scelta, ti ricorderà per tutta la vita, te e il libro.
Per spiazzarlo!
Perché poi te ne regalerà uno lui, bellissimo.
Per fare un dispetto a chi sogna un paese di analfabeti.
Per dirgli che con le parole può fare un sacco di cose interessanti.
Perché in una pagina non c'è tutto quello che c'è fra la terra e il cielo, ma abbastanza da non perdere la speranza.
Perché se non sai fare i pacchetti, è la cosa più facile da incartare.
Perché i libri si regalano solo a quelli in cui si ha fiducia.
Perché se legge un libro, poi può leggere una nuvola, un gatto, un albero, una persona.
Per regalargli un momento di silenzio, dentro e fuori di lui.
Per fargli frequentare esseri e cose che non avrà mai la possibilità di incontrare di persona.
Perché cos'altro regalare a chi capisce e vede tutto?
Perché ha la capacità di trasformare il piombo in oro.
Perché gli vuoi troppo bene per regalargli qualsiasi altra cosa.
Perché hai pochi soldi , e vuoi fargli un regalo bellissimo.

 

giovedì 9 ottobre 2014

Le sirene esistono veramente? L'INCANTO DELLE DONNE DEL MARE. fotografie. Giappone 1954


L' INCANTO DELLE DONNE DEL MARE.
 Fotografie. Giappone 1954

*Catalogo della mostra (firenze, 29 marzo-22 aprile 2012)
di Fosco Maraini

http://www.foscomaraini.net/

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..Chi erano le 'Ama'? 
Le ama (海女?), note anche come 'uminchu' nella lingua di Okinawa e come kaito sulla penisola di Izu, sono delle pescatrici di perle subacquee in apnea tradizionali giapponesi..

... All'isola di Hèkura, al largo delle coste centro occidentali del Giappone, la pesca agli awabi (molluschi: in italiano "orecchia di mare") era un compito riservato alle donne che la praticavano in apnea lungo i fondali prospicienti dell'isola, in alcuni casi profondi anche venti metri. Nel celebre servizio fotografico realizzato da Maraini, forse il primo reportage etnografico subacqueo, le Ama sono ritratte nel loro ambiente naturale: fra gli scogli, in acqua e sott'acqua. Questo piccolo gruppo etnico viveva in piccoli villaggi sulle rive del mare, distribuiti lungo tutta la costa centrale e meridionale del Giappone. La visione solare e disincantata di quello che agli occhi occidentali appariva come il fascino erotico delle donne di Hèkura, si coniuga con la narrazione per fotogrammi di una quotidianità contrassegnata da un profondo rapporto della cultura con l'ambiente. L'obiettivo di Maraini riuscì a immortalare un Giappone, per molti versi sconosciuto, ancora nella sua piena vitalità..


 
 Fosco Maraini (Firenze, 15 novembre 1912 – 8 giugno 2004) è stato un etnologo, orientalista, alpinista, fotografo, scrittore e poeta italiano.

venerdì 3 ottobre 2014

* Magic Moments *




                    Cucù Studio & Piccola Libreria Andersen          
                                                 Insieme

.. In questi tempi frenetici e carichi di stress, è giusto fermarsi un attimino e prendere del tempo per sé stessi. Fatevi un regalo fuori dal comune. Ecco un assaggio della nuova 'cucùproposta' :

                              * Regala un Momento* ..
Una sessione fotografica in libreria, Domenica 26 ottobre, per sentirsi anche un pò delle *star, per passare in allegria una giornata autunnale in una location calda e accogliente, da soli, con i vostri c
ari o il vostro Amore
                                                                     ***
Per info e prenotazioni:

info@cucustudio.it

Pagina FB CUCU' STUDIO: https://www.facebook.com/cucuvi/timeline
 

http://www.cucustudio.it/



                           
.. Oppure passate in Libreria che vi spiego :-)))




Presentazione libro' FREYA E VERA La forza delle donne' di A.Volmann e M. Crestani


             Presentazione libro
                     'FREYA E VERA La forza delle donne'
                                         di Andrea Volmann e Marco Crestani

                                                      Venerdì 17 Ottobre, ore 20.30

                                                                                        ***
È con la Prima Guerra Mondiale che la condizione femminile si evolve in maniera significativa, soprattutto in alcune nazioni d’Europa e negli Stati Uniti, condizione che da allora continua la sua legittima e tutt’altro che facile progressione.
Freya Stark e Vera Brittain, furono autentiche pioniere in questa difficile scalata, anche se occorre riconoscere i vantaggi che derivarono a entrambe dalla loro posizione sociale. Ciò non toglie che le due coetanee inglesi, le quali si conobbero personalmente, siano oggi dei validi esempi di autonomia e senso di responsabilità, oltre che di coraggio senza temerarietà.

Due giovani donne inglesi accomunate, in circostanze diverse, da un legame fatale con l’Italia nella Prima Guerra Mondiale.

Freya Stark e Vera Brittain raggiunsero, da un’esperienza di sofferenza, fra Caporetto e Altopiano di Asiago, la consapevolezza di sé, tracciando il confine tra una vita “subita” e la volontà di essere artefici del proprio esistere.
In quanto donne lottarono contro pregiudizi profondamente radicati, dimostrando con il loro straordinario temperamento le migliori qualità del gentil sesso. Rappresentarono l'autentica forza de l’altra metà del cielo.

 
     - Free entry-


giovedì 2 ottobre 2014

Recensioni 'vergognose' ...




Vergogne personali

Avevo 7 anni: acquisto alla Prénatal indotto in tutti i modi dalla genitrice (assumo un termine freddo per il risentimento che ancora per il fatto le arreco): una pelliccia sintetica FUCSIA che mi dava le sembianze di una sfera pelosa. Me ne vergognavo fino all’agonia. 
 Non è una pelliccia ma un cappotto il pretesto del bel romanzo di Adrián Bravi 'Restituiscimi il cappotto'. E non è un cappotto di cui vergognarsi, anzi, è un cappotto che mantiene in vita.


Altra vergogna degli anni passati, di quand’ero ragazzina alle medie: scoprii sul mio naso durante una gita scolastica un ENORME BRUFOLO
(*ricordo ancora esattamente l’istante in cui per caso ci passai il dito sopra e ne presi coscienza).  
'La giornata del naso rosso' è il primo libro tradotto in italiano di un bravo poeta finlandese, Mikko Rimminen. È un romanzo, che porta la signora Irma a non vergognarsi di piombare in casa di sconosciuti e fare domande bislacche: “Dunque, sono Irma (…) – Irma, Ufficio ricerche di economia domestica”. Vergogna attuale: parlare in inglese in pubblico. È la pronuncia di cui mi vergogno. Non ha problemi né con il pubblico né con la pronuncia Leda, che è insegnante di letteratura inglese, ma di vergogna ne ha un’altra: ha lasciato le figlie col padre e… si sente meglio! Può una madre stare meglio senza i figli? (Oddio, forse qualcuna direbbe pure: eh, magari per qualche giorno…). Elena Ferrante nella 'Figlia oscura' orchestra benissimo l’interiorità di questa donna, fino a farle fare un gesto assurdo, che potrebbe sembrarti ridicolo.
***
 
Vergogne comuni

Ora una vergogna che abbiamo in comune, una vergogna diffusa
Palesare i propri sentimenti
Ora, dove questa vergogna non c’è, sono i 18 quadretti che in 
'Felici i felici'  Yasmina Reza 
affianca per parlare della coppia, consapevole che “non riesci a capirla una coppia, neanche quando ne fai parte”. I personaggi che via via prendono le parola ti riversano addosso di tutto, mentre leggi, la vergogna non è un freno all’espressione. Come il buon vecchio Philip Roth vuole che sia:
 
" La vergogna non fa per gli scrittori. Devi essere senza vergogna. Ciò non significa che devi essere osceno, folle (…) Dico solo che la vergogna non funziona. (…) Provo vergogna come chiunque altro. Solo che, quando scrivo, sono libero dalla vergogna."
 
***