domenica 6 gennaio 2013

Stati d'animo & Cucina **


Dopo l’abboffarsi delle festività invernali, forse non avrete voglia di ulteriori ricettari, ma potreste cambiare idea con Le Ricette Umorali di Isabella Pedicini (Fazi Editore), che ridisegna una geografia della cucina attraverso gli stati d’animo con i quali vi facciamo ingresso, e relative ricette. Perchè c’è la ricetta per quando sei di umore sanguigno (tipo il Tiramisù), quella per l’umore collerico-furioso-dissonante (tipo i rigatoni alla carbonara) e quelle per l’umore capriccioso (zampone e lenticchie).

Non mi è chiaro se lo scopo finale della ricetta in questione è ri-bilanciare i disequilibri relazionali della giornata; perchè è vero che molti sublimano lo stress tra i fornelli ed è proprio lì, tra mestoli, taglieri, schiumarole e pentolacce, che incanalano intuizioni, creatività, fisse culinarie e sentito dire in un mix spesso e volentieri terapeutico. E’ un manuale questo, ricco di disinacanto (al largo gli chef patinati e pretenziosi), con ricette che più terra terra non si può, ma con ricche dosi di umorismo a insaporire il tutto. E tra il serio e il faceto poi, ecco i dilemmi che ci attanagliano tutti: la Nutella, tenerla in casa sì o no?

(*Nel mio caso, meglio di NO.)

L’autrice non è certo una che si prende troppo sul serio, a partire dalla sua cucina caotica che ispira simpatia immediata; che poi in realtà lei sarebbe una studiosa e critica di storia dell’arte con all’attivo il volume sulla fotografia di Francesca Woodman. Ci sarà da fidarsi a provare queste ricette? Non ne sono troppo sicura, ma gli elementi di educazione sentimentale abbondano, del resto è cosa ovvia che nel rapporto con il cibo si esprimono le proprie emozioni più profonde. Un linguaggio intrinseco che spesso si scioglie alla seconda birra (o 2 bicchieri di sakè dopo) e che dice parecchio di chi vi sta davanti quando siete seduti a tavola, fateci caso!


Albert Camus & l' Esistenzialismo

Albert Camus (1913-1960), premio Nobel per la Letteratura 1957.


 "Nella profondità dell'inverno, ho imparato alla fine che dentro di me c'è un'estate invincibile."
- A. Camus -

Il 2013 sarà un anno di Albert Camus. Sono molti i segnali che lo lasciano presagire ad un secolo di distanza dalla sua nascita e a ben cinquantatré anni dalla sua morte, avvenuta in un incidente automobilistico il 4 gennaio 1960.
Perché non solo lo scrittore francese resta uno dei pilastri della letteratura d’oltralpe, ma superate le resistenze di allora, legate alle sue origini algerine, la vasta opera che ha prodotto gode di un ampio riconoscimento, avvalorato e allo stesso tempo contestato dalle polemiche che hanno circondato la grande esposizione di Aix-en-Province e sostenuto dall’intervista-radio rilasciata a France Culture da Roger Grenier, giornalista (ingaggiato proprio da Camus nella redazione di “Combat”, quotidiano clandestino e organo stampa dell’omonimo movimento di resistenza), scrittore a sua volta, ma soprattutto biografo ed amico di Albert Camus, scelto per inaugurare un periodo ricco di interventi dedicati proprio all’autore franco-algerino.

“Camus et moi”, un’occasione per ascoltare i ricordi di Grenier, ricostruendo progressivamente il volto di un’epoca e quello di un mito mai sopito, al centro di un evento da ricordare attraverso un testimone d’eccezione:
E per aprire questa settimana eccezionale abbiamo invitato un monumento dalla fragile apparenza, meta di visitatori del mondo intero desiderosi di ascoltare i racconti delle sue amicizie e la sua traversata del secolo. Che percorso eccezionale quello di colui che, dalla resistenza a Gallimard, ha vissuto accanto ai più grandi intellettuali ed è stato amico intimo di Claude Roy, Pascal Pia, Romain Gary, Ionesco, Joseph Kessel, Julio Cortazar, Henry Miller, Lawrence Durrell…




6 GENNAIO... Anziane volanti dal naso adunco!



E siamo giunti all’Epifania o Befana. Sembra ieri che ci stavamo preparando al Natale, con vari consigli di libri da regalare e da leggere e in un soffio ci ritroviamo all’ultmi giorno di queste festività natalizie. Per fortuna, diranno alcuni. Purtroppo, diranno altri.
La giornata odierna è dedicata soprattutto ai bambini e allo stupore dei loro occhi nel trovare la calzaappesa, piena di sorprese. Magari anche una bella fiaba arrotolata a mo’ di cartiglio ci starebbe benenella calza e potrebbe portare in dono la lettura. Ma se per una volta il regalo lo facessimo noi alla Befana? È l’idea di Gianni Rodari (1920-1980) nella poesia 

 'Voglio fare un regalo alla Befana' 

***

La Befana, cara vecchietta,
va all’antica, senza fretta.
Non prende mica l’aeroplano
per volare dal monte al piano,
si fida soltanto, la cara vecchina,
della sua scopa di saggina:
è così che poi succede
che la Befana… non si vede!

Ha fatto tardi fra i nuvoloni,
e molti restano senza doni!

Io quasi, nel mio buon cuore,
vorrei regalarle un micromotore,
perché arrivi dappertutto
col tempo bello o col tempo brutto…

Un po’ di progresso e di velocità
per dare a tutti la felicità!

Buona Prima Domenica di Gennaio a Tutti** :-)