sabato 7 dicembre 2013

E se fossi... ?!


Kurt Vonnegut  fu un grande scrittore americano che mescolò vari generi e toni ma io oggi non voglio scrivere di questo. Parto da un pezzo da lui scritto che mi ha fatto fermare e dire tra me: “Ehi, aspetta un attimo!”. Nell’introduzione al suo 'Madre Notte', Vonnegut esordisce con: 

“Questo è l’unico dei miei racconti di cui conosca la morale (…): noi siamo quel che facciamo finta di essere, sicché dobbiamo stare molto attenti a quel che facciamo finta di essere”.

...E già qui c’è un po’ ciò di cui voglio scrivere. Ma il pezzo in questione non è questo, il pezzo in questione sta verso la fine, è breve.

 
“Suppongo che se fossi nato in Germania, sarei stato nazista”.

  ..Ed è qui che ho detto tra me: “Ehi, aspetta un attimo”. E non solamente per dire: “Vonnegut, che caspita dici?!!”, ma perché per me è una riga che ha un potenziale distruttivo enorme. Vonnegut si sta mettendo in discussione del tutto, non ritiene di essere salvo a priori da una deriva folle come quella nazista, ritiene che non lo sia nessuno. Non rinuncia a nessun possibile sviluppo che avrebbe potuto verificarsi della propria personalità. Nemmeno al più ripugnante.

La recensione di oggi parle di queste illimitate possibilità.



Personalità multipla
“Fossi nata in un’altra epoca, ecco come sarei stata” è ciò che Greta Wells non tanto immagina bensì subisce. Una cura psichiatrica a base di elettroshock che dovrebbe guarirla da un doppio dolore ha invece l’effetto di farle prendere vie alternative non previste, facendole vivere fisicamente vite altre tra un decennio e l’altro. Il libro nasce da una domanda che Andrew Sean Greer s’è fatto: “C’è un momento, un luogo perfetto per tutti, per tutto?”.

Alberto Manguel, in Tutti gli uomini sono bugiardi, ha considerato il discorso dei possibili sé, che riguarda anche me e te, da un altro punto di vista. Cioè non in quanto in epoche diverse, ma nello stesso tempo. Mi spiego: Alejandro Bevilacqua è morto. Chi era? Ebbene, la risposta pare dipenda da colui a cui la poni. Tra le personalità proposte ne aveva solo una, o tutte, o di più? Perché, pensiamoci su: pure noi, non abbiamo forse alcune possibili identità? E altre ancora, che sono quelle che appaiono agli occhi di chi ci guarda?

Ancora identità multiple. Doppie, precisamente, perché ogni uomo di Vite segrete di Jeff VanDerMeer è sì un comune mortale come lo siamo noi (do per scontato non stia scrivendo a una sorta di essere soprannaturale), ma non solo. Pensa se oltre al mestiere riconosciuto che uno fa ne facesse un altro sconosciuto da non poter far conoscere, perché ha a che fare con posti inesistenti o uomini dalle capacità non credute comunemente.


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Diverse condizioni
Paolo Zanotti ci ha lasciato troppo presto 1 anno e 1 giorno fa. Uomo di sana e robusta cultura, ottimo scrittore, aveva creato Il testamento Disney ma non l’aveva pubblicato. Ora si è rimediato, con la cura del suo editor di sempre. Sono in quattro a muoversi sotto i riflettori di Zanotti, chiamandosi e comportandosi come fossero personaggi disneyani, e come il mondo fosse adeguato a ciò, e cercando il gangarone, facendo come se esistesse veramente.

Infine, assumi d’essere immobile, di non poter parlare, di poter solo, lucidamente, osservare. Prendi una delle persone che conosci meglio, immagina che ti venga a trovare, chiediti come si comporterebbe di fronte a te credendo, a torto, che tu non possa né vederla né sentirla. Sarebbe diversa? Cambieresti tu nel considerarla? Col nuovo punto d’osservazione, diventeresti qualcuno che non avresti potuto essere prima? Tutto questo sta in Romanticidio, di Carolina Cutolo.


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