sabato 29 marzo 2014

'LOVE' a tempo di 'ROCK' ...



ROCK IN LOVE. Da Elvis & Priscilla a Kurt & Courtney, 50 storie d'amore a tempo di musica


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di Gramuglia Laura






..La verità è che ci sono storie d'amore che premono per essere raccontate. Alcune hanno riempito pagine e pagine di giornali, se ne conoscono turbamenti, discussioni e a volte persino i dettagli più intimi. Altre ci sono state tenute nascoste e rivelate soltanto col tempo, quando ormai era evidente che non ci fosse più nulla da difendere. Ma se c'è una cosa che tutte portano in dote, è la fascinazione che i loro interpreti esercitano sul pubblico. E il pubblico c'è sempre, con le orecchie incollate alla canzone che rivela i particolari più scottanti. Ogni storia d'amore ha la sua canzone. "Rock in love" passa al setaccio cinquanta relazioni, cinquanta rapporti con alcuni tratti comuni e altri talmente folli e unici che sarebbe stato impossibile non raccontare. Favola, romanticismo, destino, dolore, tradimento, gli ingredienti giusti non sono mai mancati per cucinare al meglio ogni racconto. E come accade anche in un buon libro di cucina, le ricette a un certo punto devono terminare, ma fortunatamente non si esauriscono qui. Ci sarà sempre un retroscena che qualcuno chiederà di svelare, che si tratti del segreto per la riuscita di un buon soufflé o di un matrimonio perfetto.


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venerdì 28 marzo 2014

Sid & Nancy.

Chi ama il punk, sa benissimo chi sono Sid & Nancy
Non c’è bisogno nemmeno di aggiungere un cognome - o soprannome in questo caso - “Vicious” per identificarli. 
Perchè Sid Vicious e Nancy Spungen sono il simbolo della  storia d’amore punk per eccellenza degli anni ‘70.
Lui, bassista del celebre gruppo punk Sex Pistols; lei, groupie di Philadelphia e poi amante di Sid Vicious, che seguirà nei suoi tour e nel mondo della droga fino alla morte, sulla quale ancora oggi aleggia un fitto mistero. Nancy, infatti, venne trovata accoltellata nel bagno della loro stanza, la numero 100 dello storico Chelsea Hotel di New York. Dell’omicidio venne accusato proprio Sid, nonostante non ci fossero prove certe, una sentenza straziante che portò il 21enne John Simon Ritchie, in arte Sid Vicious, a togliersi la vita con una dose di eroina letale, il 2 febbraio del 1979.



Un amore punk, ripreso in un film e ora in un libro: Stelle Deboli, firmato da Daniele Paletta, collaboratore di riviste come “Alias” e “Il manifesto” e appassionato di musica da una vita. “Due solitudini che s’incontrano”, questa la sintesi di una delle love story più tragiche al mondo, raccontata dall’autore sotto forma di romanzo per esaltare un sentimento puro e forte nato in un contesto marginale, fatto di eccessi e solitudine.
Il libro, edito da VoloLibero, arriverà in libreria il 24 aprile e darà modo di conoscere o di ripercorrere un drammatico rapporto che sfocia in un epilogo terribile, oltre ad essere un tassello importante di una delle parabole artistiche più rimpiante della storia della musica punk.


giovedì 27 marzo 2014

Incontro informativo 'PORTARE I PICCOLI ®- Piccola Libreria Andersen

'PORTARE I PICCOLI'
 Domenica 13 Aprile 
ore 10,30

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Incontro introduttivo per genitori al tema del portare i bambini e al suo significato nella relazione della coppia madre-bambino e bambino-papà.
L’incontro si propone come un’apertura verso questo approccio in assenza di una cultura occidentale a cui fare riferimento e quindi come un aiuto per poter scegliere in modo consapevole e informato come e se portare il proprio bambino.


- Significato biologico del portare
- Benefici del portare (per il bambino e per chi lo porta)
- Come portare in sicurezza
- Presentazione e spiegazione dei vari supporti ( fascia lunga, fascia ad anelli, mei tai, marsupio ergonomico, fascia elastica)


L’incontro è gratuito e per le persone interessate si organizzano corsi di gruppo e consulenze individuali per imparare a portare davanti, sul fianco e sulla schiena.
E’ tenuto dall’istruttrice certificata Portare i Piccoli® Claudia Vedovello.
Per partecipare ti chiedo gentilmente di inviarmi la conferma della presenza alla mail: 

claudia_vedovello@hotmail.com o con messaggio privato su facebook specificando: se hai già portato, quanti bimbi hai o se sei una mamma in attesa.
https://www.facebook.com/pages/Istruttrice-Portare-i-Piccoli-Claudia-Vedovello/176318492571227?fref=ts



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Libro o.. Film?

La frase: 
“Ma che leggo a fare il libro se c’è il film ?”

Credevo fosse una leggenda metropolitana e si fosse estinta, ma non è così. L’ho sentita con queste orecchie qualche giorno fa. Da una mia parente per giunta, sangue del mio sangue. Che ha avuto la premura d’aggiungere: “Col fim in un paio d’ore hai fatto!”

Perché non prendere allora la quarta di copertina,perché non leggersi la sinossi? In 15 secondi sai la trama.


Oggi ho scelto 5 libri che al cinema ci sono arrivati, e qua non discuto della qualità del film. Mi interessa il fatto che il libro, mettici pure tutto il tempo che ti serve, quel tempo se lo merita. 



Film poco fa

Cominciamo da uno che avrai visto nelle sale da poco: Non buttiamoci giù. Pascal Chaumeil s’è preso l’incarico quest’anno di trasformare in film il libro di Nick Hornby, che è del 2005 e parte piazzando quattro sconosciuti in cima allaCasa del Suicidio, prosegue tornando su quel tetto e facendo succedere qualcosa per cui torna loro l’idea di buttarsi, va avanti, coi quattro coinvolti, con confronto e i quesiti su vita e ciò che le sta intorno.
Altro film recente scattato da un libro è quello dell’ultima volta in cui Sean Penn ha messo i panni da regista. Into the wild viene da Nelle terre estreme, che è il best seller con cui Jon Krakauer, alpinista ricoperto di premi per i suoi lavori scritti, ha narrato la storia vera di Alexander Supertramp, già Christopher McCandless,che una volta diplomatosi s’è detto: “Sai che c’è? Do via tutti i soldi che ho e mi metto a viaggiare allo stato brado per l’America”.


È del 2003 Monsieur Ibrahim e i fiori del Corano, di François Dupeyron, ispirato da Schmitt, che firmò l’omonimo libro. Ti dico dove siamo: siamo a Parigi. Su una strada spunta una drogheria aperta “dalle otto a mezzanotte, sabato e domenica inclusi”. Ibrahim è musulmano, Momo è ebreo, a 11 anni rompe il porcellino e non ci compra caramelle. Sono loro due a gestire la storia, e a munirsi di un’auto che non sanno guidare per andare verso Oriente.


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Desideri e giardini

Schnitzler, nel 1926, scrisse Doppio sogno: una moglie ha la malaugurata idea di far sapere al marito le proprie voglie trattenute, e innesca una spirale di eventi che fa sprofondare la coppia in ciò che solitamente si tace. Per dire, lui si ritrova a una festa mascherata dove c’è totale libertà di disinibizione e s’invischia in minacce e omicidi. Kubrick, nel 1999, pensò bene di trarne Eyes Wide Shut, rendendo visivo e lampante ciò che Schnitzler aveva messo tra le righe.

Finisco con Kosinski, che era polacco ma passò parecchio tempo negli Usa, e in inglese scrisse i suoi libri. Come Presenze, che oggi troviamo in libreria con altro nome, Oltre il giardino, che è anche il titolo del film che portò sullo schermo per la penultima volta Peter Sellers. È una commedia, con equivoci, su un uomo ingenuo e giardiniere preso per economista savio, e sul linguaggio diretto e letterale preso per sapienziale e profetico.


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sabato 22 marzo 2014

Nella luce di questo lussureggiante giorno di primavera, canta, poeta.



La Giornata Mondiale della Poesia.. 
** Cadeva ieri, 21 Marzo.. **
La Giornata Mondiale della Poesia cade in questo giorno per celebrare la rinascita degli animi (e dei corpi!) con l’inizio della stagione in cui la natura si risveglia. Del resto la poesia fa proprio questo: ci risveglia e ci permette di guardare il mondo in maniera nuova.

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Nella luce di questo lussureggiante giorno
di primavera, canta, poeta,
di chi passa oltre e non si ferma,
di chi ride correndo via,
senza gua
rdare indietro…
Non sedere in silenzio, a recitare
la litania delle tue lacrime
e dei tuoi sorrisi passati,
non fermarti a raccattare i petali dispersi
nell’ultima notte, non andare in cerca
delle cose che ti sfuggono,
per conoscere significati oscuri,
entra nel giardino della tua vita,
nel sentiero fiorito dei tuoi giorni
dove la musica può nascere
dalla loro profondità…


R. Tagore

  

mercoledì 19 marzo 2014

Mio papà si chiama Alberto.

Nato il 29 Settembre 1955, alto circa 1 metro e 70 centimetri, capelli un tempo biondo scuro, ora toccati dal grigio. Occhi azzurri, occhi grandi, corporatura medio-robusta, è un pò fuori forma, da quando non so più ormai quanti anni fa si comprò una piccola palestra casalinga che staziona tuttora in cantina. Cuoco per hobby. Amante dei cani e delle moto. Persona poco calma, ma razionale, con forte volontà di comprensione. Se devo pensare a quel che più m’ha dato col guardarlo in più di  30 anni la prima cosa che mi viene in mente è il senso pratico che mi manca.

.. Vi ho parlato in breve di mio padre, Alberto. E l’idea me l’ha data la festa del 19 marzo. Quella del papà, esatto.



Padri d’altri tempi
Fosse vissuto in altro tempo, mio padre, non sarebbe stato credo così gioviale e comprensivo. A quanto ci dice Storia della paternità di Quillici, che non a caso è fondatore e presidente dell’Istituto degli Studi Paterni, per molto la figura del padre fu quella di un’autorità dura come il ferro. Poi che è successo, com’è cambiata? E che padri son stati certi grandi della Storia? Per dire, Rousseau, che senti spesso associato a moderna pedagogia, i figli li lasciò in un orfanotrofio.
Stessa relazione non proprio felice con la prole, nel Quadro nero, ce l’ha Goya il pittore, che per la personalità particolare che ebbe s’è visto tributare omaggi da artisti d’ogni tipo. Come appunto il poeta e pittore polacco 34enne Dehnel, con questo romanzo a tre voci, di figlio in figlio. Il titolo originale è un altro, ènSaturn, e questo dovrebbe dirci qualcosa: il dio Saturno i figli che gli nascevano se li mangiava (e Goya c’ha fatto un quadro).


In Cosa resta del padre? non sono i figli a scomparire, ma i padri, in una loro precisa sfaccettatura assunta nel tempo. Il Padre che detta Legge e dice innanzitutto: “No” ha finito i suoi giorni. “Un padre non si limita a frenare il godimento, ma autorizza anche al desiderio”. E se c’è una cosa che non deve scordare è che lui non può sapere, che “educare è un mestiere impossibile”, e deve farsi carico di quest’impossibilità. Ce lo dice Recalcati, che va a ficcare il naso anche tra i padri romanzati.



Padri di peso
Un pezzo non da 90 ma da novantamila: I fratelli Karamazov. Se parlo di padri e padri-figli non posso lasciarlo innominato. Chi è il padre qui? Fëdor Pàvlovic Karamàzov, “non solo il tipo d’uomo abietto e dissoluto, ma anche dissennato”. Che gli succede? Viene ammazzato. Chi è stato? Tra i figli i moventi abbondano. L’ultimo libro di Dostoevskij è pure un po’ un giallo, è un pezzo di mondo che portò Freud a volerlo vedere dal punto di vista del suo mestiere: ci scrisse il saggio Dostoevskij e il parricidio.

Infine, Kipling. Conosci la poesia If, nota a noi come Lettera al figlio


“If you can keep your head when all about you/ Are losing theirs and blaming it on you;/ If you can trust yourself when all men doubt you,/ But make allowance for their doubting too” 

 Da padre Kipling scrisse non solo questa poesia ma pure una raccolta di racconti, le Storie proprio così che raccontò alla figlia primogenita, affinò raccontandole agli altri figli e ai figli di altri e infine fissò sulla pagina, con tanto di disegni. È un libro per bambini? Non solo, perché è Kipling.

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mercoledì 12 marzo 2014

L'oscenità della superficie.


"If you can see the front and back, it means that you, the viewer, are in the picture…(you) are not a voyeur looking from a distance…(you’re) participator."

-David Hockney-


 

 


..Osservare un’immagine allo specchio, attraverso un occhio esterno al proprio, per oltrepassare l’oscenità della superficie.

Project V.M. 18
**Prossimamente at Piccola Libreria Andersen **
https://www.facebook.com/events/501728686603861/

*apertura extraOrdinaria dalle ore 23,30 alle ore 00.30 *



mercoledì 5 marzo 2014

8 Marzo.

Per molti  l’8 marzo è l’anniversario di alcune donne morte in una fabbrica nel 1908 in America che, poichè protestavano per i loro diritti, furono chiuse dentro dal loro padrone e morirono bruciate vive. Le versioni su questa storia furono le più disparate, ma nessuna vera.


A ripercorrere la storia di questa Giornata internazionale delle donne - e non Festa, come ha voluto trasformare la società consumistica - c’è un libro, non molto recente ma ancora di grande attualità. Si chiama :

“8 Marzo. Una storia lunga un secolo” 
 ed è stato scritto a quattro mani da Tilde Capomazza, femminista e programmista televisiva,  e Marisa Ombra, ex partigiana e vicepresidente nazionale dell’ANPI.

Le due donne ricostruiscono, anche grazie al contributo e alla testimonianza di molte altre donne, un secolo d’impegno femminile, con il tentativo di restituire dignità ad una giornata molto importante per la società, una giornata che però sempre più spesso viene etichettata ad un rito consumistico, fatto di frivolezza e nulla più.
Svelano poi alcune tradizioni, come quella della mimosa, simbolo della protesta, un fiore scelto nel 1946 quando l’UDI - Unione donne italiane - si trovò ad organizzare la prima manifestazione in un Italia appena uscita dal dopoguerra. 

“A noi giovani romane vennero in mente gli alberi coperti di fiori gialli[…] pensammo che quel fiore era abbondante e, spesso, disponibile senza pagare”. 

Ci sono poi tante ricostruzioni storiche, molte davvero rilevanti, come il fatto che non fosse in realtà basata su alcun dato certo la convinzione comune che Clara Zetkin, nel 1910, avesse scelto l’8 marzo per ricordare le famose operaie americane morte due anni prima, mentre ci sono invece molte fonti che provano che la data dell’8 marzo l’abbia fissata la Conferenza internazionale delle donne comuniste nel 1921 per ricordare una manifestazione di donne con cui si era avviata la prima fase della rivoluzione russa”.
  
...Insomma, una giornata che è molto più che un ramo di mimosa e un’uscita con le amiche, e che dovrebbe essere un momento di riflessione e di importante valenza politica e sociale, dal quale partire per costruire giorno dopo giorno la società e da tramandare da madre in figlia.

Recensioni NON in prosa.

 
Mi stai leggendo e parlo in modo diverso
cambia il ritmo, arriva prima il capoverso.
Questa non è la solita prosa, esatto
lo spazio occupato dalle parole appare contratto.
Non sono matta, non c’è esaurimento
se le frasi procedono nel suono per accoppiamento.
È che ho voluto tirar fuori la rima
che con una musica diversa t’imprima
Ecco dei titoli la cinquina
per la recensione di questa settimana. 
 
 
Parliamo basso
Bukowski. Alla signora Lynne Bronstein che aveva scritto una lettera indignata al L.A. Free Press per ciò che lo scrittore v’aveva pubblicato, sostenendo che “la poesia è una forma d’arte. Come tutte le forme d’arte è soggettiva e non ha organi sessuali”, Bukowski rispondeva: “Non so le sue poesie Lynne, ma le mie hanno” tutti gli attributi del mondo (diciamo con altre parole). Sono d’accordo. E così vorresti fare lo scrittore ne è una prova.

Italiano con tutti gli attributi poetici a posto è Guido Catalano. L’anno di nascita è il 1971, la città è Torino, dove tiene spesso reading che nulla hanno a che fare con la noia (se è la noia la prima cosa a cui, mi dicono, si pensa, se s’osa pronunciare l’espressione “reading di poesia”) e che mi chiedo cosa aspetto ad andare a vedere e sentire. Piuttosto che morire m’ammazzo.

Altro poeta italiano, sentito poco nominare ma è uno dei migliori: Carlo Bordini. Che ha in comune questo, con Bukowski e Catalano: ama il linguaggio comune, il cosiddetto linguaggio basso, che basso non è per niente in quanto a qualità. Anche quel linguaggio ha completa dignità. Cos’altro ama Bordini? L’innovazione, la distruzione di ciò che è diventato tradizione.


Poesia in prosa
Ora prosa che s’impiccia di poesia. Il romanzo Il segreto del poeta è di P.G. Kien, che è lo pseudonimo di Paolo Galloni,che è storico. Di che parla ‘sto romanzo? Di un poeta di qualche secolo fa, nientemeno che Chrétien de Troyes, che si fa un bel viaggio, tra le terre e tra gli amori e tra vecchi cantori. È divertente, ci sono le falsità che immagino trovi anche tu ancora oggi, e non c’è un attimo di tranquillità.

Chiudiamo con Un uomo di passaggio. L’autore è un poeta, questo libro è un romanzo. Ben Lerner ha messo su il racconto piuttosto autobiografico di un giovane che vince una borsa di studio per giovani poeti e finisce in Spagna. È un poeta che finge e che mente, e che non s’accende, lui, che da poeta ci si aspetterebbe invece avesse sensazioni amplificate e approfondite: “provavo una specie di euforia per quella improvvisa incapacità di provare emozioni”.

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domenica 2 marzo 2014

Flash Mob Letterario 1° Marzo... The day after**



.. Grazie a chi ha aderito a questa bellissima iniziativa, a chi ha sfidato pioggia, vento e freddo per mobilitarsi  e investire nella Cultura
vero motore di questo Paese.