giovedì 27 marzo 2014

Libro o.. Film?

La frase: 
“Ma che leggo a fare il libro se c’è il film ?”

Credevo fosse una leggenda metropolitana e si fosse estinta, ma non è così. L’ho sentita con queste orecchie qualche giorno fa. Da una mia parente per giunta, sangue del mio sangue. Che ha avuto la premura d’aggiungere: “Col fim in un paio d’ore hai fatto!”

Perché non prendere allora la quarta di copertina,perché non leggersi la sinossi? In 15 secondi sai la trama.


Oggi ho scelto 5 libri che al cinema ci sono arrivati, e qua non discuto della qualità del film. Mi interessa il fatto che il libro, mettici pure tutto il tempo che ti serve, quel tempo se lo merita. 



Film poco fa

Cominciamo da uno che avrai visto nelle sale da poco: Non buttiamoci giù. Pascal Chaumeil s’è preso l’incarico quest’anno di trasformare in film il libro di Nick Hornby, che è del 2005 e parte piazzando quattro sconosciuti in cima allaCasa del Suicidio, prosegue tornando su quel tetto e facendo succedere qualcosa per cui torna loro l’idea di buttarsi, va avanti, coi quattro coinvolti, con confronto e i quesiti su vita e ciò che le sta intorno.
Altro film recente scattato da un libro è quello dell’ultima volta in cui Sean Penn ha messo i panni da regista. Into the wild viene da Nelle terre estreme, che è il best seller con cui Jon Krakauer, alpinista ricoperto di premi per i suoi lavori scritti, ha narrato la storia vera di Alexander Supertramp, già Christopher McCandless,che una volta diplomatosi s’è detto: “Sai che c’è? Do via tutti i soldi che ho e mi metto a viaggiare allo stato brado per l’America”.


È del 2003 Monsieur Ibrahim e i fiori del Corano, di François Dupeyron, ispirato da Schmitt, che firmò l’omonimo libro. Ti dico dove siamo: siamo a Parigi. Su una strada spunta una drogheria aperta “dalle otto a mezzanotte, sabato e domenica inclusi”. Ibrahim è musulmano, Momo è ebreo, a 11 anni rompe il porcellino e non ci compra caramelle. Sono loro due a gestire la storia, e a munirsi di un’auto che non sanno guidare per andare verso Oriente.


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Desideri e giardini

Schnitzler, nel 1926, scrisse Doppio sogno: una moglie ha la malaugurata idea di far sapere al marito le proprie voglie trattenute, e innesca una spirale di eventi che fa sprofondare la coppia in ciò che solitamente si tace. Per dire, lui si ritrova a una festa mascherata dove c’è totale libertà di disinibizione e s’invischia in minacce e omicidi. Kubrick, nel 1999, pensò bene di trarne Eyes Wide Shut, rendendo visivo e lampante ciò che Schnitzler aveva messo tra le righe.

Finisco con Kosinski, che era polacco ma passò parecchio tempo negli Usa, e in inglese scrisse i suoi libri. Come Presenze, che oggi troviamo in libreria con altro nome, Oltre il giardino, che è anche il titolo del film che portò sullo schermo per la penultima volta Peter Sellers. È una commedia, con equivoci, su un uomo ingenuo e giardiniere preso per economista savio, e sul linguaggio diretto e letterale preso per sapienziale e profetico.


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