sabato 5 ottobre 2013

Tribù, squadre e gruppi di... Librofili...

Ieri sera ho partecipato alla presentazione del libro di Mariapia Veladiano 'Il tempo è un dio breve'.. L' incontro con l'autrice rientra nel Progetto  ' OTTOBRE, PIOVONO LIBRI ..A MAROSTICA' , ed è stato bello vedere quante associazioni culturali e amanti di libri hanno aderito a questa Manifestazione.. Un bellissimo Gruppo di appassionati.. 

La recensione di oggi parla proprio di:
 Squadre e Tribù...



Squadre piccole o immense

È di un italiano, giovane, la prima squadra da schierare. Giuseppe Rizzo è siciliano e della Sicilia ha scritto, con uno scopo: far fuori i luoghi comuni che la dipingono. Così, in Piccola guerra lampo per radere al suolo la Sicilia, tre trentenni inviperiti dall’ennesimo fattaccio fanno gruppo contro “le minchiate”, contro il silenzio e i pidocchi, che sono i mafiosi, e chi se li tiene. E non s’intimoriscono neanche nel demolire Camilleri, Il Gattopardo e Pirandello.
È di un altro italiano, stavolta padovano, la seconda squadra in campo. Matteo Righetto ha sempre avuto il debole per la capacità del western di essere amorale e bestiale e allo stesso tempo ironico e a volte comico. Così ha scritto Bacchiglione Blues, dove c’è da liberare una donna da tre delinquenti, e a farlo non è altro che un team di banditi, seguendo una scrittura veloce che mischia thriller, western, pulp e noir. In un Nord Est asprissimo.
Non è di un italiano, ma di un bulgaro, la terza squadra messa in ballo: Georgi Gospodinov. In Fisica della malinconia un giovane è colpito da “empatia patologica”, ovvero riesce a sentire, veramente, le sensazioni degli altri, che si tratti di un insetto, suo padre o sua madre mentre lo sta partorendo. Che succede? Succede che alla fine, attraverso di lui, lo sentiamo pure noi tutto quello che sentono gli altri. E si arriva al punto che diventiamo un po’ un tutt’uno tutti quanti. Una grossa, una squadra immensa.


***

Robe da tribù

Ora stiamo in tribù. Crow è il nome di quella d’indiani d’America che tuttora sopravvive nel Montana. Pretty Shield fu una di loro. Frank B. Linderman, che di quei luoghi imparò a essere habitué, la intervistò, attraverso il linguaggio dei segni, e ne scrisse la biografia. L’infanzia minimale e naturale tra i bisonti, i compiti e i figli numerosi, la per noi ignota attività da guaritrice, per la quale i membri della sua tribù la ricambiavano con cibo, tabacco, o denti d’alce. E poi la fine, o quasi, di tutto.
Nei Pensieri selvaggi a Buenos Aires di Arbasino, le tribù invischiate sono quelle dell’Amazzonia di cui scrisse Lévi-Strauss in un famoso saggio. È stato questo il punto di partenza del suo viaggio in Sud America nel 2008, di cui questo libro è il diario. Se circa settant’anni prima cozzavano popolazioni indigene e ricconi metropolitani ostentatori, nell’America Latina di Arbasino troviamo decadenza generale, riti mondani, riferimenti culturali, un dialogo con Borges, e la garanzia dell’occhio arguto dell’autore.




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