giovedì 11 settembre 2014

Kintsugi parte.2



Guardando quest'opera dell'artista Paige Bradley mi viene da pensare al Kintsugi (o Kintsukuroi) ovvero a quella antica pratica giapponese dove per riparare un oggetto in ceramica lo si fa con l'oro.
.. Ve ne avevo già parlato: chi si ricorda del significato?




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Lo si fa perché le ferite rendono unici chi le porta e la bellezza qui equivale all'imperfezione.

Anche se sono diversi (nella statua la luce scaturisce dall'interno mentre nel Kintsugi l'oro viene aggiunto) c'è però questa concezione del corpo non come materia intatta e perciò incorruttibile ma come di qualcosa che si modifica con il passare del tempo.
Soprattutto la concezione di queste crepe o cicatrici come portatrici di bellezza.

Ogni cicatrice che portiamo racconta una storia, racconta che siamo ancora qui e vivi.
Per non parlare di quelle cicatrici che ci portiamo dentro.
Ma così come dall'esterno così anche l'interno...

Alcuni vedendo la statua che sta facendo yoga e il kintsugi potrebbero pensare che, essendo pratiche orientali, sono lontani dal nostro modo di vivere eppure il corpo è uno solo.
Anche attraverso popoli, culture, ideologie, teorie... alla fine il corpo è uno solo nonostante le differenze.
.. Allora, abbiate cura delle vostre cicatrici e delle cicatrici altrui! 


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